L'incontro di novembre del Milleletture, all'insegna di un cielo terso e di un sole deciso, ha consentito al gruppo di condividere dal vivo le impressioni sulla lettura del libro del mese, con piena soddisfazione di tutti i partecipanti che si sono ritrovati al Cafè del teatro San Carlo:
Raffaella (senza rosa), Marcello, Federica, Alessandra, Alessandro, Stefania, Mario Luca, Luisa, Serena, Annalisa, Angela, Antonella, Cristiana (new entry) e me medesima, fiera di festeggiare in questo mese il secondo anniversario di partecipazione a questo fantastico gruppo di lettura!
Qualcuno, prima e dopo aver gustato i deliziosi cioccolatini offerti da me per l'occasione, ha più volte ribadito che il gruppo non meritava tante attenzioni e cortesie...ehhhh, ma io non ci casco!
Mi è sembrato un chiaro e preciso tentativo di manipolazione,
neanche tanto implicito, al fine di continuare a garantirsi futuri approvvigionamenti "cioccolateschi"
magari anche in altre occasioni!!
Remando nella stessa direzione, qualcun altro, con sorprendente intraprendenza, ha immediatamente assunto il ruolo di "maestro di cerimonie",
prodigandosi affinché la dolcezza del cioccolato raggiungesse tutti i palati presenti!
A questo punto Stefania responsabilmente ha preso in mano la direzione dei lavori, prima che i livelli glicemici, innalzati anche dalle golose torte ordinate, raggiugessero il punto di non ritorno, dando il via, senza ulteriori indugi, alla discussione.
La nosta moderatrice ha così introdotto il romanzo "La casa della moschea" nel quale l'autore, Kader Abdolah, un iraniano che vive in Olanda come rifugiato politico dal 1988, apre il sipario sui grandi eventi della storia e i mutamenti della società iraniana della seconda metà del '900, vissuti attraverso la storia di una famiglia tradizionale che vive uno stravolgimento della propria vita.
Il romanzo presenta uno sfondo autobiografico e getta uno sguardo sulla fede semplice e pura, lontana da estremismi.
Il personaggio, attorno al quale si sviluppa la lunga storia, è Aga Jan: ricco mercante e capo del bazar locale; il fulcro è invece la moschea della quale il mercante è proprietario e custode. Attorno ad essa si svolge la vita appassionante della grande famiglia e si assiste all'evoluzione di almeno tre generazioni.Aga Jan, uomo saggio, incarna l'Islam moderato e i valori umani più importanti di amore, amicizia, sincerità, coerenza, perseveranza, con una forza e una nobiltà d'animo che incantano.
È lui il vero fedele che viene travolto dall'ingresso della modernità che lo pone ai margini lanciando sulla ribalta una comunità che diviene specchio della vita dell'intero Iran.
Si crea così una potente frattura generazionale indotta dal fondamentalismo, creando crepe sempre più insanabili.Il romanzo presenta, in un effluvio di sogni e di promesse, preghiere, odori e superstizioni, fiducia e fedeltà, un angolo di mondo difficile e incantato, dove all'astio di una vendetta fa da contrappeso la mano del perdono, del buonsenso.
Tanti personaggi si susseguono su un palco di tradizioni e mutamenti non semplici; particolari i personaggi delle nonne, figure essenziali, poliedriche: prima e dopo di loro cambiano tutti gli equilibri.
Interessante il personaggio di Lucertola che sembra stigmatizzare la figura paterna, rappresentandone le colpe attraverso la propria deformità.
Tra i vari personaggi femminili, che appaiono piuttosto sfumati, emerge Zeynat che invece presenta un'evoluzione precisa: da donna trascurata, dimessa, quasi trasparente a forte moralizzatrice, leader ambiziosa, al servizio della rivoluzione.Il romanzo è poesia, stupore e paesaggi suggestivi, il tutto immerso nel tunnel di un rancore fra fazioni che seminano il terrore.
Sopraggiunge il diluvio del Komeinismo e niente, nemmeno oltre i confini dell'Iran, sarà come prima.
La comunità, pacificamente islamica, viene tragicamente stravolta sino alle radici.
Al regime corrotto e fintamente liberale dello Scià se ne sostituisce uno dominato dagli Ayatollah.
Colpisce il meccanismo in base al quale gli emarginati diventano carnefici, ponendo in luce la propria ambizione ad essere ad ogni costo al centro della scena.
Ogni anelito di libertà e giustizia è cancellato con un'oppressione capillare che annulla le persone.Il messaggio è chiaro: il fanatismo, di qualunque origine e a qualsiasi latitudine, è funzionale solo ad una ristretta élite guardiana dei sacri testi e sorda ad ogni tolleranza e dialogo.Il romanzo, apprezzato da tutti, ha conseguito un meritato otto.
Prossima moderatrice: Federica che ha scelto per noi il tema: "Un animale molto evoluto" Leggeremo e discuteremo
con furore
: "Cavalli selvaggi" di Cormac Mc Carthy.
Vi attendiamo perciò numerosi al prossimo incontro per correre a briglie sciolte verso nuove fantastiche letture!!
Yuuuhuuu!!!