Sempre presso quel del
Meeting Place di Piazza Bologna,
sabato 23 novembre, si è svolto l’ultimo incontro dei
Letturati di Roma. Lettura del mese
Il guardiano del frutteto di
Cormac McCarthy. Moderatore il sottoscritto. Ma diciamo subito a modo di introduzione che c’è stato poco da moderare in quanto il libro non è piaciuto letteralmente a nessuno.

Sottoscritto compreso.

Ma dalla regia mi dicono che non sono stato picchiato perché mi si vuole troppo bene e che c’è addirittura chi, per lo stesso motivo, sarebbe arrivato all’ultima riga della lettura. Lo spero tanto.

Periodo storico del libro anni 40 del secolo scorso. Locazione geografica l’America, nello specifico il Tennessee, nei dintorni imprecisati di Knoxville. Quanto al resto… Boh. C’è da arrampicarsi sugli specchi o da desiderare di essere portati via da un gufo rapace come accade ad una malcapitata gattina del libro (per altro una delle immagini più forti del libro secondo me), piuttosto che ritrovarsi nel compito di riassumerlo o trarne qualche conclusione con un po’ di senso compiuto, vista la storia cosi sconnessa tra i vari personaggi.

Un vecchio guardiano atavico di un frutteto che non è di nessuno e sembra non produca neanche più frutta, forse per disperazione o come si diceva per simbolismo (se non sai cosa dire SPARA simbolismo secondo qualcuno

) spara ad un serbatoio dell’acqua disegnandoci una enorme X con i fori di proiettile. Forse a sottolineare il grado di inciviltà del paese??? Ma proprio a spararla grossa. Da qui si ingaggia una infernale sparatoria con la polizia per danneggiamento di bene pubblico ed il vecchio che invece tanto avrebbe desiderato che qualcuno gli chiedesse perché ha fatto quel che ha fatto finisce internato in un ospedale psichiatrico. Un contrabbandiere di alcolici finisce per essere arrestato ed in galera fornirebbe forse una chiave di lettura agli eventi in corso ad un ragazzo con cui era entrato in contatto e che lo aveva aiutato nei suoi affari criminosi. Almeno una lettura di tipo societario. Del tipo se la polizia esiste con la sua galera è perché esistono i criminali. Io col mio crimine dai lauti guadagni sono un criminale, mi hanno preso e se sto qui in galera e mi hanno pure menato c’è una ragione. Aiutoo…

Lo stesso ragazzo alla fine del libro si renderà veicolo di un’altra bella immagine. Dopo aver ascoltato il discorso (chiave??) del contrabbandiere e aver parlato col vecchio nell’ospedale psichiatrico, il ragazzo tornerà nel comune della cittadina del posto per riprendersi uno sparviero che vi aveva consegnato in cambio di denaro esigendo la restituzione dello sparviero in cambio della restituzione del denaro. Ovviamente dello sparviero ne era stato già eseguito lo smaltimento, ma il ragazzo davanti ad una allibita impiegata, lascia sul tavolo lì dell’ufficio del comune il dollaro avuto in cambio e se ne va. Come a dire?? Da questa civiltà io non voglio niente. Non manca anche un cadavere nella storia. Il padre criminale del ragazzo di cui sopra. Ma tralascio ulteriori dettagli perché la trama è veramente troppo dissociata per renderla in qualche modo. Tanti poi i passaggi in corsivo. Che se in parte rendono bene alcuni pensieri del vecchio tra se stesso, altrove non si sa per che pesci pisciarli ed interpretarli. Primo romanzo dell’autore è mia opinione personale che si tratti indirettamente, inconsciamente di una prova d’autore per altri libri decisamente belli e capolavoro scritti in seguito e di cui abbiamo anche cercato di trattare nell’incontro pur di sviare da questo. Non è un paese per vecchi, in particolare. Almeno due o tre persone non lo hanno finito. A qualcuno come anche al sottoscritto sono rimaste delle impressioni di potenziale grandezza di massima. Ma il tutto a detta di tutti è decisamente troppo slegato. Manca una trama e non si capisce cosa succede. Tanti quadri, ripetiamolo.. slegati. Una natura che non coincide con l’uomo ma ne rimane separata. Molti punti insomma che rimangono interrogativi. C’è chi poi, tra le donne, ha sostenuto che fosse una lettura più maschile. O molto improntata al maschile. C’è chi si è consolato che perlomeno non fosse piaciuto neanche agli altri e si è sentito meno solo. Pure qualche problema di traduzione sembra, perché si parla di puma enormi ma alla fine di due chili, e di frutta, in senso sembra elogiativo, ma poi di frutti grandi un’unghia. Un romanzo acerbo, altra considerazione. Insomma, le righe che ho scritto sono o sembrano tante ma questa volta il tempo dedicato al libro da discutere tra questa parità purtroppo di spiacevolezza per la sua lettura ci ha portato velocemente verso la seconda parte dell’incontro a parlare di svariati libri forse migliori, sicuramente più interessanti di questo per il prossimo incontro. Peccato. Di un autore tanto geniale aver letto con questo suo primo libro anche la sua peggiore prova. Ma io l’ho proposto e mi assumo il peso della pena di questo resoconto. Navighiamo verso più fortunate o migliori letture. Insomma, se siete arrivati fino a qui.. leggete qualunque cosa di McCarthy ma non Il guardiano del frutteto!!!