Salve a tutti amici de Il club del libro,
quest'oggi scrivo solo un breve commento per spiegare come, il mancato apprezzamento di quest'opera di Pratolini da parte mia, non sia certo dovuto alla mancanza di sensibilità, perché mi conosce sa benissimo che sono avvezza alla lettura di libri dai più definiti come "mattoni tristissimi"

, trovando sempre in questi un'incredibile bellezza

, tanto che il motto dei Leggermente Letturati (#daje a ride) l'ho introdotto proprio io dopo averlo sentito dal grandissimo Gigi Proietti.
Come spiegato nel corso dell'incontro su Skype (ma tutto ciò è stato censurato da Alessandra

), ho conosciuto l'attività letteraria di Pratolini negli anni del liceo, quando mi sono imbattuta quasi per caso nel piacevolissimo
Le ragazze di Sanfrediano, un testo che mi sento di consigliare a tutti coloro che amano le storie italiane del dopoguerra e che tuttora reputo come uno dei libri più belli della letteratura del Novecento ma ingiustamente poco ricordato.
Purtroppo in
Cronaca familiare non ho ritrovato le medesime atmosfere, gli stessi paesaggi né quello sguardo così efficacemente descrittivo che avevo amato così tanto in Pratolini: quello che ho scorto in questo libro, al contrario, è stata una scarsissima delineazione psicologica dei personaggi (a mio parere una delle caratteristiche più importanti di un romanzo), uno struggimento francamente eccessivo e una narrazione decisamente troppo scarna, giustificata senz'altro già dal titolo dell'opera, il cui chiaro intento è solo quello cronachistico.
Ne discende il mio scarso apprezzamento per la lettura (mentre ho trovato maggiormente nelle mie corde il film che ne è stato tratto, soprattutto per un Marcello Mastroianni sempre immenso), il cui unico merito (sempre secondo la mia modesta opinione) potrebbe essere stato quello di rappresentare la situazione dei malati e degli ospedali dell'epoca, poiché è in uno di questi che viene ricoverato il fratello del protagonista.
Spero di essermi spiegata a sufficienza e di aver contribuito a smontare le mai velate critiche che Alessandra indirizza alla mia persona

: ci sarebbe da chiedersi (a proposito di profili psicologici) perché mai io rivesta un ruolo tanto fondamentale all'interno dei resoconti degli incontri dei Letturati scritti da lei

.
E comunque voglio rassicurare tutti che non appena sarà possibile riunirci di nuovo fisicamente, non tornerò a picchiarla come ha scritto nel resoconto (questa sì che è una bugia

), bensì mi limiterò (come ho sempre fatto) ad esporre le mie motivazioni con pacatezza: è proprio questo che mi hanno insegnato gli studi in Giurisprudenza, che l'arma migliore per vincere le proprie battaglie resta quella della moderazione, della parola e della disquisizione.
Al prossimo resoconto nel quale, già so, dovrò tornare a difendermi dalle invettive dialettiche di Alessandra, le sue sì ben scarse, immotivate e inefficaci

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Buon pranzo
Ilaria