Ieri si è svolto su Skype l’incontro mensile dei Letturati. Dato che le due ore canoniche di incontro mensile in cui si discute del libro del mese e delle nuove proposte non bastano a soddisfare il bisogno di vedersi e chiacchierare tutti insieme, si sta instaurando la tradizione di iniziare poco prima dell’orario ufficiale, per fare due chiacchiere libere e non moderate, andando off-topic e aggiornandosi un po’
Libro in oggetto era
A sangue freddo di Truman Capote. I pareri sono stati discordanti: chi lo ha ritenuto un capolavoro o anche se non tale comunque una lettura molto appassionante, chi pur non avendolo gradito e trovando più aspetti negativi che positivi ha riscontrato comunque punti di riflessione e discussione, chi invece non è riuscito proprio a finire il libro data la prolissità della narrazione e l'inverosimile descrizione di personaggi e situazioni.
Il libro tratta di un famoso omicidio brutale avvenuto in Kansas nel 1959, in cui due ragazzi senza un vero e propri motivo sterminarono una famiglia. Capote si recò con la sua amica Harper Lee a seguire la vicenda, intervistando gli abitanti, ricostruendo la vita della famiglia e la notte dell’omicidio, e concentrandosi poi sulle figure dei due assassini, i quali, dopo aver girato per un mese e mezzo gli Stati Uniti e il Messico, vengono arrestati, sottoposti a un processo farsa, e dopo cinque anni impiccati.
Ci siamo ritrovati un po’ tutti a vedere nella descrizione della famiglia un sentimentalismo un po’ troppo forzato, ma per alcuni ha aiutato invece a marcare ancor di più il confronto tra la cittadina e il gesto folle di quella notte. Lunga e appassionata è stata la discussione sull’infermità mentale dei due assassini: si può “giustificare” un atto simile dando semplicemente loro dei pazzi o sarebbe sminuire un atto feroce, dettato esclusivamente dalla cattiveria? O sarebbe piuttosto minimizzare riassumendo che sono dei criminali la cui azione e ingiustificabile? Può essere importante cercare di capire cosa si nasconde dietro un comportamento criminale per poterne evitare altri o dato che brutali omicidi avvengono in continuazione forse è vero che sono azioni semplicemente ingiustificabili e senza senso? E in tutto ciò: il senso della pena di morte?
Molti di noi avevano visto il film, che a differenza del libro si concentra maggiormente su come Capote abbia vissuto tutta la vicenda e da cui viene fuori un Capote piuttosto senza scrupoli e insensibile.
La discussione è stata lunga e varia, a una certa ci siamo moderati e abbiamo deciso di concludere gli interventi e di passare alla scelta del libro del mese di apile. Intanto, a marzo leggeremo
Ho fatto la spia di Joyce Carol Oates