Roma. 30 ottobre 2021. G20.
Un gruppo di potenziali facinorosi si districa tra chiusure della metro, controlli di polizia e blocco delle strade, per riunirsi in un angolo isolato di Villa Borghese. Costantemente sorvolati e controllati da un elicottero, permanentemente nel mirino di invisibili tiratori scelti, gli individui sospetti si collocano a cerchio sul prato della Villa per organizzare chissà quali oscuri complotti, orribili trame, tremendi disegni.
Così credo che apparisse il Gruppo dei Letturati riunitosi ieri per la discussione di “Un uomo” di Oriana Fallaci. Il libro racconta le vicende di Alekos Panagulis, dissidente greco in lotta contro il regime dei colonnelli, e della stessa Fallaci, che ebbe con lui una relazione per circa tre anni.
La discussione è stata molto interessante e vivace e si è soffermata su tanti temi.
La figura di Panagulis divide. Il suo “eroismo” sotto il profilo politico si accompagna a un carattere violento e narcisistico. Ma è davvero possibile scindere sfera pubblica e sfera privata e indicare come eroe un uomo meschino nei rapporti personali? E poi è davvero un eroe chi si oppone a una dittatura, ma non è in grado di concepire un vero progetto politico?
La figura della Fallaci divide allo stesso modo. Alcuni di noi sono stati sorpresi dal contrasto tra la Fallaci “pubblica”, determinata, forte, simbolo dell’emancipazione femminile, e la Fallaci “privata”, sottomessa e soggetta alle molteplici angherie e violenze di Panagulis. La relazione amorosa tra i due era “vera” o “malata”?
Dal libro emerge, poi, una decisa critica delle masse e dei partiti. L’individualismo propugnato dall’autrice, tuttavia, non ha mancato di sollevare qualche critica: la logica “noi contro il mondo” è apparsa semplicistica e ingenua.
Nel complesso, un libro piacevole da leggere, anche se impegnativo.
Il libro di novembre sarà “Memorie dal sottosuolo” di Dostoevskij. Novembre decisamente il mese di Dostoevskij, dato il Libro del Mese del forum
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