Sabato, 06 Settembre 2025

Anna Bolena, una questione di famiglia - Discussione

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05/04/2021 15:19 #51863 da bibbagood
Come da programma, apro qui il topic in cui si discuterà il secondo volume della trilogia sui Tudor di Hilary Mantel. Il primo volume ha fatto fuori molte maratonete, ma alcune di noi persistono! Vediamo un po' come Cromwell continuerà a giostrarsi tra le insicurezze di Enrico e le manipolazioni di donne e uomini di corte, religiosi e non!

Io penso di iniziarlo oggi ;) !

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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11/04/2021 18:56 #52004 da Ariel
Eccomi! ho iniziato questo secondo volume tre giorni fa e sono già a l 49%
:silly:
Non so se la velocità di lettura sia solo per la mia voglia di leggere in questi giorni, ma io lo trovo più scorrevole.
La lettura è meno faticosa rispetto a wolf hall, ci sono meno passaggi tra discorso diretto e indiretto, ma in generale la prosa sembra più fluida.
Aspetto altri commenti per dire qualcosa anche sui contenuti!!!

"...Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita,
io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima." William Ernest Henley
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11/04/2021 21:35 - 11/04/2021 21:35 #52009 da bibbagood
Io sto un po' oltre la metà e confermo che anche se ci sono caratteristiche stilistiche inconfondibili della Mantel, la narrazione risulta anche a me molto più lineare.

Trovo che in questo secondo libro viene data un'importanza ancor più determinante alle varie donne protagoniste o meno. Caterina è forte e determinata fino all'ultimo, fino all'ultimo fedele al suo amore per Enrico e per la Chiesa, ha continuato per anni a credere in entrambi nonostante in contraddizione; anche all'ultimo, quando mette in discussione la sua scelta, non è un piegarsi ma un rimpianto per non aver provato a far conciliare le due metà della sua vita, portando alla spaccatura tra esse che si è ripercossa inevitabilmente su lei stessa.

Poi vi è Anna, che come ci tramanda la storia è capricciosa, testarda, arrogante; ma anche forte e determinata, non sottomessa agli uomini della sua famiglia, che pensavano di sfruttarla e son rimasti a bocca asciutta.

Jane è un po' più scialba, ma anche se nell'ombra appare essere una persona fedele, pensante, non interessata a tornaconti ipocriti.

E poi ci sono le varie dame, fedeli a Caterina, o vicine ad Anna, tutte con un bel caratterino. E c'è l'orgogliosa Maria.

Trovo molto ben riuscito il contrasto con la descrizione di tutte queste donne e contemporaneamente i discorsi che fanno gli uomini, come in occasione delle speculazioni su una possibile reggenza di Anna in caso di morte di Enrico, reggenza impensabile in quanto donna, Norfolk &co. dovrebbero esserne i tutori-successori più ovvi. I discorsi che vengono fatti a tal proposito (ruolo irrilevante della donna nella società, essere non pensante e non degno di nota) sono sicuramente credibili e magari non particolarmente originali, ma è bello come vengano fatti in un'atmosfera in cui la forte integrità dei personaggi femminili domina in modo determinante la scena, e in realtà anche la Storia.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
Ultima Modifica 11/04/2021 21:35 da bibbagood.

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15/04/2021 23:39 #52288 da bibbagood
Sto quasi alla fine e questo secondo libro è decisamente diverso dal primo. Viene descritta bene a costruzione delle accuse verso Anna Bolena e ancor meglio i vari interrogatori, le pagine corrono veloci tra botte e risposte tra i personaggi più vari.

Cromwell anche qui si afferma come approfittatore: per lui l'unica cosa che conta è restare accanto ad Enrico, costi quel che costi, indipendentemente da chi deve far fuori. Tuttavia, continuo a notare più umanità di quel che traspare dai suoi comportamenti: non è solo l'istinto di sopravvivenza e di rivalsa che lo guida, la voglia di voler dimostrare al padre e a tutti che dove è riuscito ad arrivare, bensì lui agisce anche guidato da quel che il suo successo o insuccesso potrebbero significare per Gregory, per Richard Cromwell e per Rafe, sono sempre presenti nei suoi piani. Inoltre, continuava ad avere un'inflessibile fedeltà al ricordo di Wolsey, ci si chiede quasi se il processo per Anna Bolena sia per salvaguardare i suoi interessi e farlo restare accanto ad Enrico o forse per vendicare finalmente il cardinale (trovo infatti ben riuscito come alla fine di goni interrogatorio segna chi era la persona interrogata durante quella festa di 4 anni prima in cui la memoria del cardinale era stata così denigrata). Inoltre, dimostra una totale fedeltà verso Wyatt e alla promessa che ha fatto, o quanto meno fino a dove sono arrivata io fa di tutto per tenerlo fuori, anche se lo aiuterebbe molto a raggiungere velocemente il suo scopo.

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16/04/2021 21:08 #52352 da Ariel
Finito questo secondo volume!
Ammetto che il primo, Wolf hall è stata una lettura piuttosto faticosa, infatti dubitavo di voler concludere la trilogia, adesso invece dopo aver finito Anna Bolena non vedo l'ora di leggerne l'ultimo capitolo.
Come ho già scritto nel primo post è una lettura più scorrevole, è sempre riconoscibile lo stile della Mantel ma è più fluido, ci sono meno dialoghi e passaggi da discorso diretto e indiretto. Qui è soprattutto Cromwell che ci narra cosa accade, ci mostra i personaggi cosi come li vede lui.
Concordo con Bea, Cromwell non sembra agire solo per interesse e per accrescere il proprio potere, traspare una certa umanità nelle sue azioni, che sia per rivalsa nei confronti del suo passato o per essere d'esempio ai suoi ragazzi.... Anche in questo volume Wolsey ritorna nei ricordi di Cromwell è sempre viva la sua fedeltà al cardinale infatti anche io nel processo ad Anna e gli altri uomini ci ho visto una sorta di vendetta. E poi lui stesso ammette che non è cosi insensibile, ma sceglie di non mostrare ciò che prova. Durante questa lettura ho provato un forte fastidio nei confronti di Enrico viii, che spesso mi è apparso solo come un ragazzino viziato che hai mezzi per ottenere ciò che vuole piegando la legge e la verità a suo piacimento...poi però una frase mi ha colpito: " Se un re non può avere un figlio maschio, se non riesce in una cosa del genere, non importa in cosa altro riesca" ecco leggendo queste parole ho realizzato che anche per lui non doveva essere cosi semplice vivere nel suo ruolo, che certo non gli imponeva grossi sacrifici ma doveva pur rispettare le aspettative che altri, un'intera nazione aveva per lui.
Ovviamente è stato anche inevitabile non infastidirmi per il valore e ruolo attribuito alle donne, certo so bene che stiamo parlando del 1533, ma davvero per quanto immersa nella storia non ho potuto fare a meno di pensare a quanto fosse misera la vita di una donna, vista come semplice mezzo per ottenere progenie.
"se no il re perderà la pazienza. Da quanti anni aspetta che una donna compia il proprio dovere?" ecco frasi come questa mi hanno fatto arrabbiare....
Altro passo della lettura molto intenso e che mi ha colpito è
Attenzione: Spoiler!

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20/04/2021 12:25 #52497 da bibbagood
Finito anche io ormai da qualche giorno, e confermo anche io il mio giudizio più che positivo: le ultime 150 pagine non riuscivo a mollarle, tanto mi ha coinvolto la descrizione degli interrogatori, del processo, delle esecuzioni. Vengono descritti bene, tramite i dialoghi, i vari stati d'animo: lo stesso Cromwell, per quanto riesca ad agire con freddezza e puntualità, è in realtà emotivamente partecipe a quel che sta accadendo, a quel che lui sta fortemente aiutando a realizzare. E come dice Giulia, Anna Bolena diventa una persona fragile, spaesata; da donna cosi fortemente convinta della sua posizione, che ha sempre avuto chiaro davanti agli occhi quale era il suo posto e ha combattutto per ottenerlo, improvvisamente non si riconosce più nella realtà in cui si sente gettate, non sa più come esercitare il controllo.
Concordo anche in questa parte dell'intervento:

Durante questa lettura ho provato un forte fastidio nei confronti di Enrico viii, che spesso mi è apparso solo come un ragazzino viziato che hai mezzi per ottenere ciò che vuole piegando la legge e la verità a suo piacimento...poi però una frase mi ha colpito: " Se un re non può avere un figlio maschio, se non riesce in una cosa del genere, non importa in cosa altro riesca" ecco leggendo queste parole ho realizzato che anche per lui non doveva essere cosi semplice vivere nel suo ruolo, che certo non gli imponeva grossi sacrifici ma doveva pur rispettare le aspettative che altri, un'intera nazione aveva per lui.
 

Enrico qui, rispetto a Wolf Hall dove invece era sembrato nella sua rivoluzione più razionale, diventa un sovrano capriccioso, che vuole trasformare la realtà a suo piacimento, spacciando verità la cui unica risposta sarebbe  "Ma a chi pensi di darla a bere?" , ma fregandosene di risultare poco credibile fintanto che ottiene quel che vuole. E come dice Giulia, probabilmente questa totale assenza di lucidità non solo nell'agire ma anche nel parlare è fortemente indotta da una pressione immane che viene da lui stesso, dalla corte, dalla nazione e anche di fatto da tutta Europa, di cui è preda di derisioni L'avere figli maschi era per i sovrani una questione d'onore ben più importante di vincere guerre o far prosperare la nazione, perchè veniva visto come un fallimento personale. Incredibile, se si pensa che quelle figlie così poco considerate, Maria e Elisabetta, sono passate alla storia ottenendo un ruolo e una fama ben più significative della gran parte dei sovrani maschi.


Sulla questione della donna invece mi discosto un pochino dall'opinione di Giulia giusto per confermare la sensazione che avevo avuto all'inizio di questa discussione: il ruolo storico della donna viene descritto bene in questo libro, il fatto che venisse considerato come il nulla, a volta quasi di meno valore rispetto ad animali. Tuttavia, credo che la Mantel dia un taglio interpretativo netto, ovvero tramandando qual era il ruolo della donna, ma allo stesso tempo omaggiandola, facendola esaltare rispetto agli uomini per la grand parte inutili che arricchiscono la narrazione e la storia. Oltre agli esempi che ho fatto sopra, alla fine c'è un'altra scena molto significativa. Si parla di alcuni uomini che non riescono a reggere la scena di una decapitazione (l' ambasciatore spagnolo e il duca di Richmond, ma Cromwell si fa problemi anche per il figlio Grigory), mentre alla fine sono le donne, le dame del seguito di Anna a raccogliere il corpo decapitato ancora pieno di sangue e a metterlo in ordine, con la testa, nella bara. Questa secondo me è di nuovo una descrizione di forza: le donne vanno oltre le cose spiacevoli, stringono i denti e fanno quello che la loro coscienza gli chiede, senza tirarsi indietro. Secondo me in questo secondo volume la Mantel ha voluto valorizzare tanto la figura della donna: ovviamente il tempo era quello che era e ha quindi riportato quei discorsi e quelle scene in cui la donna viene considerata meno di niente, ma ne vengono fuori comunque grandi donne.

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