SINOSSI
Nei casermoni di via Stalingrado a Piombino avere quattordici anni è difficile. E se tuo padre è un buono a nulla o si spezza la schiena nelle acciaierie che danno pane e disperazione a mezza città, il massimo che puoi desiderare è una serata al pattinodromo, o avere un fratello che comandi il branco, o trovare il tuo nome scritto su una panchina. Lo sanno bene Anna e Francesca, amiche inseparabili che tra quelle case popolari si sono trovate e scelte. Quando il corpo adolescente inizia a cambiare, a esplodere sotto i vestiti, in un posto così non hai alternative: o ti nascondi e resti tagliata fuori, oppure sbatti in faccia agli altri la tua bellezza, la usi con violenza e speri che ti aiuti a essere qualcuno. Loro ci provano, convinte che per sopravvivere basti lottare, ma la vita è feroce e non si piega, scorre immobile senza vie d'uscita. Poi un giorno arriva l'amore, però arriva male, le poche certezze vanno in frantumi e anche l'amicizia invincibile tra Anna e Francesca si incrina, sanguina, comincia a far male. Silvia Avallone racconta un'Italia in cerca d'identità e di voce, apre uno squarcio su un'inedita periferia operaia nel tempo in cui, si dice, la classe operaia non esiste più.
RECENSIONE
Anna e Francesca hanno solo 14 anni ma sanno già che la vita non ti regala nulla. Amiche inseparabili, si sono trovate e scelte tra i casermoni di Via Stalingrado, a Piombino. Come fiorellini delicati, le due ragazzine brillano sullo sfondo nero e arrugginito del quartiere proletario dove sono nate e cresciute. Intorno a loro girano tanti personaggi, tutti prigionieri della loro dura quotidianità. Come Alessio, fratello di Anna, che lavora ma di notte si droga e ruba, sempre in lotta fra il desiderio di rivalsa sociale e il suo ruolo di operaio nella potente acciaieria Lucchini. Perdutamente innamorato di Elena, la sua prima fidanzata, li separa la carriera di lei e la rabbia di lui. Sullo sfondo la sagoma nera del vecchio altoforno AFO 4 della Lucchini domina la vita di tutti a Piombino. Nata nel 1864 su iniziativa di Alfred Novello, imprenditore di origini inglesi, l'azienda è diventa nel tempo uno dei primi modelli italiani all'avanguardia di fabbrica-città. Divisa dallo stretto, l'Isola d'Elba rappresenta infine l'aspettativa di una vita migliore, così vicina da poterla vedere eppure irrimediabilmente lontana. Silvia Avallone, classe 1984, è al suo esordio letterario quando scrive nel 2010 Acciaio. Il suo libro è uno spaccato sulla vita degli operai metallurgici piombinesi e sulle loro famiglie. Una vita dura, dove lo sguardo crudo e doloroso della scrittrice non lascia scampo, riuscendo tuttavia a intenerirsi nel racconto quasi poetico dell'amicizia tra due ragazzine, Anna e Francesca, e dell'amore, profondo ma contrastato, tra due giovani, Alessio ed Elena. Una narrazione spietata che ti toglie il fiato ma ti non priva mai del tutto della speranza. Così mentre leggi ti trovi a seguire con trepidazione destini già scritti che i nostri personaggi, inconsapevoli come noi delle tragiche conseguenze, sfidano con incoscienza. Un libro forte, non semplice da leggere ma che ti fa riflettere.
[RECENSIONE A CURA DI ORNELLA2000]
| Autore | Silvia Avallone | 
| Editore | BUR Biblioteca Univ. Rizzoli | 
| Pagine | 357 | 
| Anno edizione | 2015 | 
| Collana | Best BUR | 
| ISBN-10(13) | 9788817081375 | 
| Prezzo di copertina | 12,00 € | 
| Prezzo e-book | 4,99 € | 
| Categoria | Contemporaneo - Attualità - Sociale - Psicologico | 

                        
                        
                        
                        
	
Commenti
Bel quadro della 'grottesta grettezza toscana' , pieno di belle atmosfere.....
Bello