SINOSSI
Dopo "Momenti di trascurabile felicità", Francesco Piccolo torna a raccontare l'allegria degli istanti di cui è fatta la vita, ma questa volta prova a prenderli dalla parte sbagliata. Setacciando le giornate fino a scoprire come ogni contrattempo, anche il più seccante, nasconda qualcosa di impagabile: una scintilla folgorante di divertimento e di vitalità. Che si tratti di condividere l'ombrello con qualcuno, strappandoselo di mano per gentilezza fino a ritrovarsi entrambi bagnati fradici. O di ammettere che non ci ricordiamo più niente di quello che abbiamo imparato a scuola, che le recite dei bambini sono una noia mortale, e che non amiamo i nostri figli nello stesso modo, semplicemente perché sono diversi. Per non parlare dell'obbligo morale di farsi la doccia appena si arriva ospiti da un amico, che se ne abbia voglia o meno - in fondo soltanto per rassicurare l'altro sul fatto che ci si lava. Oppure delle persone troppo cortesi che ti tengono aperto il portone, costringendoti ad affrettare il passo. Ciascuno sperimenta ogni giorno mille forme trascurabili (e non irrilevanti) di infelicità. Ma sorge il dubbio che sia "come i bastoncini dello shangai: se tirassi via la cosa che meno mi piace della persona che amo, se ne verrebbe via anche quella che mi piace di più".
RECENSIONE
Momenti di trascurabile infelicità è un libro che mi ha prestato una persona che stimo molto, augurandomi un po' di leggerezza. Mi piace ascoltare i consigli degli altri, mi portano sempre a fare ciò che io probabilmente non farei e questo mi fa rubare nuovi punti di vista. Questo è un libro leggero e molto semplice, ma contiene dentro tutti quei pensieri che spesso non riusciamo a dire. Pensieri che appartengono a una parte di noi che borbotta silenziosamente in preda all'irascibilità, alla misantropia, alla quasi inciviltà, tutti elementi che fanno contatto inscindibilmente con le nostre paure, le "paure semplici", quelle che ci vergogniamo a dichiarare perché non socialmente riconosciute, ma che ognuno di noi vive nell'intimo con un bel pizzico di angoscia. L'autore, Francesco Piccolo, lo fa intendere bene tra i vari racconti: pur di non affrontare certi piccoli terrori o inquietudini saremmo disposti a cambiare vita, a mollare tutto, anche le fatiche costruite per anni, senza dare un minimo di spiegazione, senza guardare indietro con calma, riprendendo fiato e chiedendoci da cosa stiamo fuggendo e se la fuga ha un senso, il tutto perché non riusciamo ad amettere a noi stessi che non si tratta di una paura semplice, almeno per noi. Questo libro, quindi, contiene delle piccole confessioni di una sincerità bambina e dispettosa che non vuole sentire ragioni. Certe volte nessuna responsabilità, nessuna funzione da genitore, nessun lavoro da mantenere e, in fin dei conti, nessun ruolo che scegliamo o che addirittura sembra sceglierci, potrà mai concretamente soppiantare questa parte che teniamo stretta che, nata insieme a noi, cresce inaspettatamente e arriva, in un secondo momento, a creare un'ombra gigante e irriconoscibile. Da piccoli monelli dispettosi diventiamo, dunque, adulti burberi e chiusi tra le quattro pareti della nostra scatola cranica a rimuginare in continuazione. Il libro contiene parole semplici, che raccontano di paure semplici e che, intrappolate dentro la carta, non hanno più timore di essere giudicate; magari abitano proprio lì perchè si muovono tra l'ipotesi e la speranza dinamica di poter accendere quella miccia che aiuti a lasciar andare la vergogna e faccia divampare la consapevolezza che ciò che è nostro, qualsiasi cosa sia, sia qualcosa di veramente importante.
[RECENSIONE A CURA DI MIRIAM DE MICELI]
| Autore | Francesco Piccolo |
| Editore | Einaudi |
| Pagine | 138 |
| Anno edizione | 2016 |
| Collana | Super ET |
| Prezzo di copertina | 10,00 € |
| Prezzo e-book | 7,99 € |
| Categoria | Contemporaneo - Attualità - Sociale - Psicologico |

