SINOSSI

La storia di un ragazzo di ventidue anni, Dave, che nell'arco di cinque settimane si trova a perdere per tumore entrambi i genitori e quindi a dover badare al fratellino Toph di soli otto anni. Con una decisione coraggiosa e sorprendente, Dave vende la casa di famiglia, sale in macchina e, sempre con il fratellino al fianco, si muove alla scoperta di una nuova vita. Insieme...

RECENSIONE

La sinossi farebbe sembrare Opera struggente di un formidabile genio un libro delicato, drammatico, ricco di emozioni e messaggi positivi da trasmettere. Niente di più sbagliato. Ci troviamo nell'America degli anni 2000 e il libro segue le avventure dell'autore per diversi anni. Le storie riportate non sono poste in ordine cronologico; sembrano seguire il pensiero di Eggers, indisciplinato, incoerente, a tratti difficoltoso da seguire. Un flusso di coscienza in piena regola che, per la maggior parte del tempo, risulta essere eccessivo e pedante. Attorno a Eggers si muovono figure controverse, ma perlopiù amichevoli: il citato fratellino Toph, che nel frattempo diventa un ragazzo bell'e fatto; la sorella Beth, la parte amministrativa della famiglia; il fratello maggiore Bill, che conduce una vita ritirata e non si fa vedere mai; Sarah, l'ex di Dave, che ciclicamente ricompare nella narrazione. E poi ci sono John, Shalini, Ricky, Randy, Elliot ... è un panorama ricchissimo quello di Eggers, pieno di aneddoti e personaggi che si avvicendano di continuo. Talmente tanti da non riuscire a ricordarli tutti! La maggior parte di ciò che leggerete scivolerà dalla memoria il momento dopo aver chiuso il libro. Non temete, non soffrite di Alzheimer! C’è talmente tanta roba in questo testo e la narrazione è talmente confusa che sarebbe strano ricordarsi tutto. Che Opera struggente di un formidabile genio non sia un libro facile da leggere lo si capisce già dalle prime pagine: l'autore stesso offre dei suggerimenti ben chiari su come leggere il proprio libro, di cui vi riporto due punti: «A dire il vero, parecchi di voi potrebbero provare il desiderio di saltare molta della parte centrale del libro, in particolare tra le pagine 234 e 340, che riguardano l’esistenza di un gruppo di ventenni la cui vita è decisamente difficile da rendere interessante, anche se a coloro che la stanno effettivamente vivendo lo sembra davvero.» e poi «In definitiva, i primi tre o quattro capitoli sono quelli che tutti voi potreste prendervi la briga di leggere. Ciò vi porterebbe a pagina 119 o giù di lì, che è poi una discreta lunghezza, più o meno quella di un racconto lungo. Questi primi quattro capitoli infatti affrontano un unico tema di indole generale in maniera abbastanza maneggevole, il che non si può certo dire per il resto del libro da quel punto in avanti.»
Potrà sembrarvi un'esagerazione quella dell'autore, un modo di sembrar simpatico e strappare qualche sorriso. Ma vi assicuro che dice l'assoluta verità. Già dall'indice si evince il bisogno logorroico di Eggers di parlare di sé, della propria realtà, del proprio mondo, non solo fisico ma anche interiore. La narrazione mantiene una linearità solo nei primi quattro capitoli (i primi quattro capitoli suggeriti): si parla della malattia della madre, delle corse in ospedale, del suo rapido decadimento fisico e dei tentativi dei figli di assumere delle responsabilità che – si vede, si percepisce, si respira – sono più grandi di loro. Questa è effettivamente la parte che cattura maggiormente l’attenzione, che trasmette pàthos ma anche incertezza ("E adesso? Cosa sarà di loro?").
Alla morte della madre (il padre era già morto mesi prima), Dave, Toph e Beth fanno un colpo di testa e decidono di partire. Viaggiano dove gli capita, dove gli pare, senza criterio, senza altro obiettivo se non offrire a Toph, ancora bambino, un’ultima estate spensierata e ricca di stimoli. Ed effettivamente riescono nell’intento, ma poi la realtà bussa alla porta e i ragazzi si trovano a dover cercare una nuova sistemazione. Oserei dire, una collocazione nel mondo.
Questo enorme flusso di coscienza che è Opera struggente di un formidabile genio racchiude tutti i tentativi di Eggers di inserirsi nel proprio ambiente, di trovarsi dopo aver perso la sua identità di figlio e aver dovuto assumere l’identità di padre surrogato per Toph (egli stesso preferisce presentarsi come padre per non dover spiegare di essere orfano). Dai pensieri di Dave, dagli eventi che vive, dal fatto che Toph a un certo punto scompare dalla narrazione e diviene un rumore di sottofondo nella sua vita ricca di stravaganze, traspare tutta l’immaturità di un ragazzo che si trova travolto dagli accadimenti, che si trova investito di ruoli e responsabilità che non desidera, ma che cerca di portare a termine come meglio può (beceramente; in confidenza, avrei chiamato i servizi sociali).
Opera struggente di un formidabile genio è la vivisezione di un essere umano, seguiamo Eggers passo passo, per anni, conosciamo tutto di lui. Anche quando mente. Anche quando esagera. Anche le psicopatologie: non sto scherzando, teme di avere l’Aids e che morirà giovane, di non essere riconosciuto nella sua grandiosità; utilizza gli altri e le loro storie in modo strumentale, inventando cose per apparire migliore di quanto non sia, e ce lo esplicita palesemente; vuole il controllo, è irascibile, reagisce fortemente quando le cose non vanno come vorrebbe.
Il tema della morte dei genitori torna periodicamente all’interno del libro e queste sono sicuramente le parti più interessanti. Eggers parla della sua famiglia: di suo padre, figura assente ed evanescente, che semplicemente si accascia fuori in giardino alla fine di una vita anonima; di sua madre, la perdita dei capelli e le parrucche, la confusione continua, le lunghe dormite che sembrano non bastare mai per ristorare un corpo martoriato dalle metastasi; dei figli, che cercano di mantenersi in piedi al di là di tutti gli avvenimenti, come possono, come gli viene, confusi anche loro sul da farsi al punto di perdere le ceneri dei propri genitori (sì, avete capito bene, non sanno che fine hanno fatto le ceneri dei genitori e nemmeno le cercano).
Se c’è un qualcosa di davvero struggente in questo libro, è il viaggio che Eggers fa nei luoghi della propria infanzia, nelle ultime pagine. Non vi spoilero niente su questo perché qualche lacrima credo possa suscitarla e non voglio assolutamente privarvene. Concludendo (lo spirito di Eggers mi ha contagiata in prolissità), mi sento di dare lo stesso consiglio dell’autore: saltate tutta la parte centrale! Se il libro fosse stato composto dai primi quatro capitoli e dagli ultimi tre sarebbe stato decisamente migliore, più intenso, più interessante ai lettori. Tuttavia, se sei psicologo/a come me: leggilo, ti prego. Sarà difficile, lo odierai, lo vorrai buttare nel primo fosso senza più guardarti indietro, ma ci sono dei pensieri così complessi e bizzarri che riscattano tutto! Pagherei per avere Eggers in terapia!

[RECENSIONE A CURA DI SERENAM]

Autore Dave Eggers
Editore Feltrinelli
Pagine 423
Anno edizione 2020
Collana Universale economica
ISBN-10(13) 9788807893018
Prezzo di copertina 12,00 €
Prezzo e-book 7,99 €
Categoria Contemporaneo - Attualità - Sociale - Psicologico