Martedì, 04 Novembre 2025

"Siddhartha" di Hermann Hesse

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13/02/2023 17:11 - 13/02/2023 19:05 #62318 da mulaky
"Siddhartha" di Hermann Hesse è stato creato da mulaky
Oggi io e Maria Chiara iniziamo la lettura di Siddharta di Hermann Hesse. Per me è la prima lettura del romanzo e la prima volta che mi imbatto in questo autore, per Maria Chiara si tratta di una rilettura. Qualcuno ci fa compagnia?

TRAMA
Chi è Siddharta? È uno che cerca, e cerca soprattutto di vivere intera la propria vita. Passa di esperienza in esperienza, dal misticismo alla sensualità, dalla meditazione filosofica alla vita degli affari, e non si ferma presso nessun maestro, non considera definitiva nessuna acquisizione, perché ciò che va cercato è il tutto, il misterioso tutto che si veste di mille volti cangianti. E alla fine quel tutto, la ruota delle apparenze, rifluirà dietro il perfetto sorriso di Siddharta, che ripete il "costante, tranquillo, fine, impenetrabile, forse benigno, forse schernevole, saggio, multirugoso sorriso di Gotama, il Buddha, quale egli stesso l'aveva visto centinaia di volte con venerazione". Siddharta è senz'altro l'opera di Hesse più universalmente nota. Questo breve romanzo di ambiente indiano, pubblicato per la prima volta nel 1922, ha avuto infatti in questi ultimi anni una strepitosa fortuna. Prima in America, poi in ogni parte del mondo, i giovani lo hanno riscoperto come un loro testo, dove non trovavano solo un grande scrittore moderno ma un sottile e delicato saggio, capace di dare, attraverso questa parabola romanzesca, un insegnamento sulla vita che evidentemente i suoi lettori non incontravano altrove.

 

Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.

Otello - William Shakespeare
Ultima Modifica 13/02/2023 19:05 da guidocx84.

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14/02/2023 14:01 #62331 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic "Siddhartha" di Hermann Hesse
Ciao! Io ho cominciato ieri sera la rilettura. Siccome ero molto stanca, ho letto solo il primo capitolo, "Il figlio del brahmino". Ma mi è bastato per rientrare dolcemente nella prosa di Hermann Hesse, che a me fa sempre il solito effetto: mi fermo e rileggo. Più volte. 

Come Giorgia già sa, "Siddharta" è uno dei miei libri preferiti sia per contenuto che per forma. In questo libro il raccontare è quello di una favola, una favola mistica in cui l'eroe parte per un viaggio spirituale. Il primo capitolo è il punto di partenza, essenziale e molto limpido nel rappresentare la situazione: Siddharta è bello, ricco, saggio e destinato a diventare un brahmino, come suo padre. Eppure, ciò non lo soddisfa e decide di prendere una sua strada personale. Storia antica come il mondo. :) A questa rilettura, sono stata colpita da questo passaggio:

Aveva cominciato a sospettare che il suo degnissimo padre e gli altri suoi maestri, cioè i saggi Brahmini, gli avevano già impartito il più e il meglio della loro saggezza, avevano già versato interamente i loro vasi pieni nel suo recipiente in attesa, ma questo recipiente non c'era riempito, lo spirito non era soddisfatto, l'anima non era tranquilla, non placato il cuore.


Spesso si fa questa metafora quando si parla di apprendimento: il vaso da riempire. La sola conoscenza, riversata come se fosse trasferibile, non apporta un cambiamento. Ciò che viene appreso va rielaborato, e chi apprende deve mettersi in gioco per primo, non limitarsi a ricevere passivamente. E così Siddharta decide di partire.

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno sarebbe dovuto morire [...]. Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. (Siddharta, Herman Hesse)
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14/02/2023 15:29 #62334 da Giami23
Risposta da Giami23 al topic "Siddhartha" di Hermann Hesse
Avrei voluto unirmi anche io ma non sono riuscita a organizzarmi in tempo e ho dato precedenza ad altre letture  .
Spero di unirmi più avanti 

“Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la
consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso.”

(Francesco Petrarca)
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14/02/2023 16:10 #62335 da mulaky
Risposta da mulaky al topic "Siddhartha" di Hermann Hesse
Miriam il libro è di 100 pagine, ti aspettiamo presto!

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15/02/2023 21:54 #62360 da mulaky
Risposta da mulaky al topic "Siddhartha" di Hermann Hesse
Nota di servizio per lo staff: potete editare il titolo e mettere Siddhartha? Ho appena notato di aver perso una "h" strada facendo...

Tornando al racconto, devo ancora leggere il capitolo "Samsara" (seconda parte) e fino a questo punto il testo non mi ha coinvolto più di tanto, lo ammetto. E' proprio il protagonista che non mi prende, anche se da quando è "risvegliato" le cose vanno un po' meglio.
Ovviamente, come ha già anticipato Maria Chiara, si tratta di una favola mistica in cui si parla del percorso di crescita del protagonista, un personaggio che non è felice della vita che conduce nonostante abbia ricchezza, posizione sociale, bellezza e conoscenza dei testi sacri (quindi saggezza). Un personaggio che non riconosce e non vede la realtà in cui vive, non so neanche quanto sia affezionato all'amico Giovinda (inizialmente!) e pensa solo a questo:

Una meta, una sola, si proponeva Siddhartha: diventare vuoto, vuoti di sete, vuoto di desideri, vuoto di sogni, vuoto di gioia e di dolore. Morire a se stesso, non essere più "Io", trovare la pace con il cuore svuotato, nella spersonalizzazione del pensiero rimanere aperto al miracolo, questa era la sua meta.


Una idea depressa, se vogliamo dirla tutta. Deve incontrare e parlare con Gotama (il Buddha) per rendersi conto che fino ad ora non ha vissuto con se stesso, ma è fuggito da se stesso.
Ecco come si presenta il Buddha e del resto non potrebbe che essere così!

Così camminava Gotama verso la città, per raccogliere elemosine, e i due samana lo riconobbero unicamente dalla perfezione della sua calma, dalla tranquillità della sua immagine, in cui non vi era ricerca, non vi era desidero, non imitazione, non sforzo, ma solo luce e pace.


Insomma, dopo aver parlato con Gotama, capisce un paio di cose e inizia a vivere la vita degli uomini. Sono troppo all'inizio di questa seconda parte per poterne parlare avendoci riflettuto un po', ma a caldo ammetto di essere rimasta un po' stupita quando Siddhartha decide di assoldare Kamala...
Attenzione: Spoiler!

...ma allo stesso tempo non mi sono stupita affatto quando, poco dopo,
Attenzione: Spoiler!


 Continuo la lettura!

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17/02/2023 12:29 - 17/02/2023 12:30 #62385 da mulaky
Risposta da mulaky al topic "Siddhartha" di Hermann Hesse
Ho finito di leggerlo e devo dire che il romanzo migliora sempre di più, tant'è che gli ultimi capitoli per me sono davvero molto belli, soprattutto quelli con il barcaiolo Vasudeva e la scoperta
Attenzione: Spoiler!

A lettura ultimata, mi rendo conto che questo romanzo, per quanto sia scritto in modo semplice (e anche un po' poetico in certi punti), a livello di concetti non è facile per tutti perché si basa su dottrine orientali lontane da quelle occidentali. Non sono cose che si imparano a scuola, per intenderci, bisogna proprio ampliare i propri orizzonti leggendo testi orientali o frequentando altre realtà. I concetti di unità, di compassione, di amore, di pace, di pazienza, per quanto universali, nel Buddhismo sono comunque diversi rispetto al Cristianesimo,
Avendo già letto qualcosa sul Buddhismo, per me non è stato difficile capire ciò che Hesse voleva dire con questo romanzo, ma ho comunque la sensazione di non aver compreso tutto al 100% proprio perché ancora non sono immersa in questa cultura.

Alla fine si può dire che Siddhartha di Hesse è il viaggio del protagonista alla ricerca di qualcosa, e solo dopo aver attraversato varie vite, scoprirà il proprio Sé, vedrà la realtà profonda delle cose, capirà qual è il senso della vita.


Mi sono piaciuti tanti questi due passaggi finali:

"Quando qualcuno cerca," rispose Siddhartha "allora accade facilmente che il suo occhio perda la capacità di vedere ogni altra cosa, fuori di quella che cerca, e che egli non riesca a trovar nulla, non posso assorbir nulla in sé, perché pensa unicamente a ciò che cerca, perché ha uno scopo, perché è posseduto dal suo scopo. Cercare significa: avere uno scopo. Ma trovare significa: esser libero, restare aperto, non avere scopo"
 

"La scienza si può comunicare, ma la saggezza no. Si può trovarla, si può viverla, si può farsene portare, si possono fare miracoli con essa, ma dirla e insegnarla non si può."
 


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Ultima Modifica 17/02/2023 12:30 da mulaky.
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17/02/2023 16:53 #62390 da Giami23
Risposta da Giami23 al topic "Siddhartha" di Hermann Hesse
mi unirò alla lettura tra qualche giorno!!!

“Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la
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18/02/2023 12:29 #62403 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic "Siddhartha" di Hermann Hesse
Io, dopo un inizio sprint, purtroppo mi sono dovuta fermare perché ho avuto una settimana molto intensa e a sera ero un po' cotta... ricomincio ora, mi ritroverò con Miriam, vedrete!

In tutto questo però ho tenuto d'occhio Giorgia e sono molto felice che il libro le sia piaciuto, alla fine! Come le dicevo per messaggio, io a vent'anni, quando feci il primo tentativo, lo mollai, quindi ci sta che faccia l'effetto soporifero in partenza. :D Diventò un mio libro del cuore dopo diversi anni, ora infatti sono più vecchia e saggia, torna tutto (!).

Confermo che Siddharta, in alcuni punti, può risultare molto freddo, specialmente al nostro occhio. Gli affetti e i legami per lui passano in secondo piano rispetto al vero obiettivo della sua vita, cioè la ricerca della conoscenza, o per meglio dire della verità. Tante conoscenze, infatti, non lo soddisfano: è alla ricerca di quell'unico, mirato punto di unione con il tutto. Certo è un libro difficile da capire se non si ha mai provato questo stato d'animo o se non si ha un'infarinatura di Buddhismo, confermo anche quest'ultimo punto. Anche questo è cambiato, a vent'anni non ne sapevo niente, ora qualcosina sì.

A proposito di questo sentimento, comunque, quello della ricerca, trovo che in questo libro si sia fusa magnificamente la filosofia orientale (la ricerca del vuoto come completezza, l'abbandono dell'ego o addirittura dell'io per abbracciare una fusione perfetta con il tutto, o il cosmo) e quella tedesca, specie di fine Ottocento (Hesse scrive a inizio Novecento). Io ho ricordi solo scolastici, ma rammento bene il concetto di Sehnsucht, che pervadeva i testi romantici, e che sta a significare quell'anelito indefinito che si prova di tensione verso l'alto, o verso il futuro, verso insomma ciò che sta "oltre". Questo sentimento può toccare punte di struggimento assoluto, proprio perché si desidera qualcosa di vago e irraggiungibile, di cui si ha solo sentore (a volte si parla addirittura del "desiderio del desiderio"). E in Siddharta secondo me questo sentimento c'è, ma è anche bene equilibrato, perché il protagonista attraversa dei cicli di rinnovamento.

Tornando al freddo Siddharta, il suo comportamento ha spiazzato anche me a una prima lettura, però devo ammettere che entrata nel tipo di racconto non ci faccio neanche più caso. La storia si dipana in maniera così simile a una fiaba o a una leggenda che spesso mi basta leggere "Siddharta sorrise" per capire che prova gioia o affetto per l'amico Govinda. In questo senso dico che è la narrazione è molto essenziale.

Il mio momento preferito comunque è quello dell'incontro con il Buddha! Tra l'altro, sono omonimi, dato che l'Illuminato si chiamava proprio Siddhartha Gotama. :D C'è quindi un non troppo velato gioco di specchi. Ora che ci penso, in questa storia ci sono tante coppie complementari: Siddharta-Govinda, Siddharta-Gotama, Siddharta-Kamala, Siddharta-Vasudeva...

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
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18/02/2023 14:36 #62408 da mulaky
Risposta da mulaky al topic "Siddhartha" di Hermann Hesse

lettereminute post=62403 userid=6958
Confermo che Siddharta, in alcuni punti, può risultare molto freddo, specialmente al nostro occhio. Gli affetti e i legami per lui passano in secondo piano rispetto al vero obiettivo della sua vita, cioè la ricerca della conoscenza, o per meglio dire della verità. Tante conoscenze, infatti, non lo soddisfano: è alla ricerca di quell'unico, mirato punto di unione con il tutto. Certo è un libro difficile da capire se non si ha mai provato questo stato d'animo o se non si ha un'infarinatura di Buddhismo, confermo anche quest'ultimo punto. Anche questo è cambiato, a vent'anni non ne sapevo niente, ora qualcosina sì.
 


Sì, ho avuto la conferma ieri sera quando ho partecipato alla riunione di un gruppo di lettura della mia città e la riunione verteva sul libro. In buona sostanza, chi l'ha letto da adolescente senza conoscere la filosofia orientale, non ha gradito la storia e, dopo averlo riletto proprio per questo incontro, l'ha apprezzato un po' di più rispetto al passato, ma comunque lo ritiene sempre "meh"... chi, invece, l'ha letto (o riletto) avendo oggi almeno una vaghissima idea della cultura orientale, ha avuto un parere nettamente positivo. Ho cercato di spiegare qualcosina, in base alle mie conoscenze, ma è stato comunque difficile perché quei pochi concetti che  conosco li ho interiorizzati con 3-4 letture nel corso del tempo e loro ovviamente no.

Ad ogni modo, io credo che Siddhartha più che ricercare la verità, cercasse il senso della vita per lui. E' un viaggio di crescita che non può che essere individuale perché le filosofie, le dottrine, le religioni non possono dirti qual è il tuo scopo, il tuo senso, ma è una scoperta di ciò che per noi ha senso, di ciò che in un certo qual modo "risuona" in noi.

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19/02/2023 16:22 #62424 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic "Siddhartha" di Hermann Hesse

Ad ogni modo, io credo che Siddhartha più che ricercare la verità, cercasse il senso della vita per lui. E' un viaggio di crescita che non può che essere individuale perché le filosofie, le dottrine, le religioni non possono dirti qual è il tuo scopo, il tuo senso, ma è una scoperta di ciò che per noi ha senso, di ciò che in un certo qual modo "risuona" in noi.


Sì, e questo grossomodo è il senso del suo dialogo con Gotama (per quello mi piace tanto). È qui che Siddharta decide semplicemente di vivere e trovare una sua personale dottrina, non per insegnarla ad altri quanto per l'importanza della ricerca in sé e per sé. Ma questo è un sentimento che lo anima sempre, e che lo rende secondo me un personaggio molto luminoso. Per esempio, ancora in uno dei primi capitoli, "Presso i Samana", lo vediamo sottoporsi a tutta una serie di mortificazioni del corpo, pratiche di tipo ascetico che dovrebbero condurlo alla pace, ad estraniarsi dalla ruota del mondo, che gira incessantemente.

"Una meta si proponeva Siddartha: diventare vuoto, vuoto di sete, vuoto di desideri, vuoto di sogni, vuoto di gioia e di dolore. Morire a se stesso, non essere più lui, trovare la pace del cuore svuotato, nella spersonalizzazione del pensiero rimanere aperto al miracolo, questa era la sua meta. Quando ogni residuo dell'Io fosse superato ed estinto, quando ogni brama e ogni impulso tacesse nel cuore, allora doveva destarsi l'ultimo fondo delle cose, lo strato più profondo dell'essere, quello che non è più Io: il grande mistero."

In questo senso dico che Siddharta è alla ricerca della verità, e non della conoscenza: la conoscenza sono nozioni, mentre lui va alla ricerca di un'esperienza e di una rivelazione.

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