Martedì, 04 Novembre 2025

"Storia di una capinera" di Giovanni Verga

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01/02/2024 10:12 #65908 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "Storia di una capinera" di Giovanni Verga
Iniziato anche io questo romanzo e sto già al 30%.
Quando ero più piccola, credo stessi alle medie, ero più o meno convinta di volermi fare suora o comunque mi sembrava una opzione valida, non è che avessi una vera vocazione o convinzione, ma mi piaceva già allora l'idea di una vita semplice e monotona, dove non ci fosse molto da decidere. Quando durante un pranzo è venuto fuori il discorso, mia cugina, che ha 7 anni più di me, mi ha preso e mi ha portato in salotto a vedere il film di Storia di una capinera, che secondo lei mi avrebbe fatto cambiare idea. Il film mi era piaciuto ma lì per lì non mi aveva fatto cambiare idea, anzi, mi aveva convinto ancora di più che la vita da suora offrisse proprio quello che cercavo. Poi nel corso degli anni ho abbandonato la cosa, ma leggendo queste prime pagine mi son ricordata chiaramente cosa è che mi attirava in quella vita e dopo 20 anni provo esattamente la stessa cosa. Maria scopre per la prima volta cosa c'è fuori dal convento e come sempre, conoscenza porta tristezza, bisogni, riflessioni, scelte. Finché invece conosci solo l 4 mura del convinto, non sai che alternative avresti e quindi non ne senti il bisogno, c'è qualcuno che decide per te, non devi interrogarti su quello che vuoi, non senti il peso delle aspettative (finra nessuno aveva preteso che lei sapesse ballare, suonare, cantare).

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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01/02/2024 11:00 #65910 da SARA1984
Risposta da SARA1984 al topic "Storia di una capinera" di Giovanni Verga
come dici tu la conoscenza porta alla consapevolezza la consapevolezza a delle scelte che siano giuste o sbagliate ma sono le tue scelte non quelle degli altri è qui che sta la differenza se Maria uscendo fuori dal convento e conoscendo, comunque avesse sentito quell'esigenza e quella volontà di tornare al convento allora sarebbe stata una sua scelta consapevole  ma lei fin da subito odia l'idea di rientraci sperando che l'epidemia che ha colpito il paese non finisca mai e anzi crede fermamente che amerebbe ancora di più Dio lì nella sua campagna che in convento 
purtroppo è proprio questa conoscenza e consapevolezza del mondo che ora le causa tanta tristezza perchè non ha modo di uscirsene e nessuno che realmente la vuole a casa prendi
Attenzione: Spoiler!

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03/02/2024 09:19 #65947 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "Storia di una capinera" di Giovanni Verga
Terminata anche io la lettura, un libro che confermo si fa leggere velocemente.
Ammetto che speravo un po'meglio, ma temo dipenda molto dall'edizione che ho letto, leggendo le frasi riportate da Giorgia la mia edizione ha un linguaggio molto più scialbo e in una storia simile secondo me lo stile fa molto per evitare che diventi semplicemente una storia melensa (come in più parti è risultata a me). Questo ha fatto sì che trovo il film di gran lunga superiore al libro, molto più pathos e sentimento.
Tuttavia lancio una spada in favore di Verga: abbiamo avuto già in passato confronti sul perchè gli scrittori a volte scelgano personaggi femminili come protagoniste e quindi rischiando di creare personaggi non credibili visto che non possono immedesimarsi al 100%, ma credo che questo sia un esempio in cui Verga abbia fatto un ottimo lavoro; certo, bisogna contestualizzarlo, ma se si riesce a immedesimarsi il contesto storico-sociale credo che Verga sia stato molto bravo a trasmettere quello che tante ragazze avranno provato.
La storia d'amore non mi ha convinto e preferisco pensare che sia solo la molla che ha fatto scattare qualcosa in Maria, è semplicemente il simbolo di quella libertà a cui dovrà rinunciare per sempre, e vista così secondo me la metafora è espressa molto bene, soprattutto con il crescendo finale, dove la sensazione di soffocamento data dalle quattro mura prevale sempre più sulla fissa per Nino. Mi è arrivato molto il processo che spesso la nostra mente fa, quando cominciamo a vivere un periodo di tristezza, di depressione, i momenti che ci danno forza son sempre meno e sempre troppo deboli per compensare quelli tristi, e cominciamo a sentire questa sensazione di soffocamento, in cui improvvisamente anche cose che di solito ci farebbero stare male ci sembrano auspicabili (tipo per Maria diventare la serva di Giuditta, quindi stare sempre con l'immagine di lei e Nino davanti, ma almeno sarebbe libera).
Il mondo della clausura è interessante, nel senso che mi sembra c'entri veramente poco con la religione e più con la tortura, un mezzo per esercitare il controllo e le forze di potere. Ho ripensato alla monaca di Monza, dopo il secondo liceo non ho mai riaffrontato i promessi sposi e credo fossi troppo piccola per capire la profondità del suo personaggio.
Comunque molto incisiva anche la prefazione, che spiega il titolo e crea un'immagine molto efficace.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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03/02/2024 16:42 #65955 da mulaky
Risposta da mulaky al topic "Storia di una capinera" di Giovanni Verga
In un romanzo del genere, lo stile dell'autore è TUTTO, per cui non è necessario "svecchiare" perché si leva potenza alle parole. Inoltre, non è nemmeno un linguaggio così complicato, stiamo pur sempre parlando di italiano e non di una traduzione che, invece, potrebbe dare più problemi. Dicevo che lo stile è essenziale perché man mano che procedere la follia della ragazza, il linguaggio diventa più aulico. Certo, a voler trovare un difetto in questo romanzo, direi che questo linguaggio è quello che forse stride se si analizza l'istruzione della ragazza, però è necessario per elevare questa tristezza ai massimi vertici.
Maria è una ragazza troppo giovane e con una mente non adatta ai cambiamenti avvenuti tutti di colpo. Il suo unico mondo è quello del convento e quindi stava bene, non conosceva il resto e viveva una esistenza che non poteva essere paragonata a qualcos'altro... ma è chiaro che quando si assapora la libertà, la natura, l'affetto, le relazioni, tutto cambia e questo nonostante la ragazza stessa avesse inizialmente molti problemi ad ambientarsi.
La storia d'amore forse è una scusa, ma secondo me dà l'idea del cambiamento avvenuto in Maria. Questo amore, che lei non riesce proprio a smettere di provare, è il suo tormento perché è cresciuta secondo certi dettami della Chiesa: amore è peccato e quindi lei si strugge perché da un lato le sembra una cosa bella, dall'altro lato ha la credenza sia peccato, poi si sente abbandonata e illusa da tutti i suoi affetti (e povera stella, ha ragione). Per me Maria è una mente diciamo "semplice", nel senso che essendo cresciuta in convento per la maggior parte dei suoi anni, non ha fatto tutte quelle esperienze che normalmente fanno maturare GRADUALMENTE e quindi, in certi frangenti, si nota moltissimo la sua incapacità di gestire sentimenti ed emozioni forti e ne rimane schiacciata, oltre che suggestionata. Anche dentro il convento nessuno la comprende, se vogliamo la stessa Marianna non fa o non riesce a fare niente, la matrigna se ne sbatte e il padre a parte piangere non fa altro.
Per me, Storia di una capinera è una storia di solitudine e di abbandono, che porta alla depressione, pazzia e poi alla morte perché ci si lascia andare...


Domanda: ma leggendo il romanzo, a voi è venuto in mente che Nino fosse già promesso sposo a Giuditta? Perché io leggendo non ho avuto questo presentimento, mi pareva ci provasse con Maria e poi avesse ripiegato su Giuditta, ma leggendo la prefazione Mondadori il curatore ha dato per assodato che Nino fosse già impegnato con Giuditta.

Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.

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04/02/2024 09:20 #65968 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "Storia di una capinera" di Giovanni Verga
Non so se fossero già promessi, però io avevo la sensazione che il piano fosse già di far sistemare Nino e Giuditta insieme perchè dopo il famoso ballo Giuditta é tornata arrabbiata, come se il ballo non fosse andato come previsto e là mi ero chiesta perchè mai Giuditta dovesse aspettarsi che Nino filasse più lei di Maria e l'unica spiegazione che mi son data è che fosse già deciso che era lei la figlia scelta per Nino.

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08/02/2024 15:47 #66014 da SARA1984
Risposta da SARA1984 al topic "Storia di una capinera" di Giovanni Verga
ci ho messo un pò per terminare le ultime pagine di questo libro perchè è cosi straziante che diventa pesante per il cuore la tristezza che diventa rabbia e poi follia che ti porta fino alla morte ...di sicuro il suo amore per Nino è solo marginale ad un dolore più grande una depressione che nasce da dentro perchè fa veramente male sapere di essere richiusa dopo che si è stata solo per un pò libera la cosa più triste che qusto è stato il destino di molte ragazze dell'epoca e a volte si ripete ancora oggi in altre prigioni 

assolutamente una bella lettura ma attenzione al momento emotivo in cui ci troviamo perchè è un libro che si trascina con se un enorme tristezza

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Avatar di mulaky mulaky - 29/10/2025 - 10:03

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Avatar di bibbagood bibbagood - 27/10/2025 - 19:21

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Ciao! Ma mi sono persa il resoconto dell'ultimo raduno di Bologna?? Mi piacerebbe molto leggere il seguito della "saga" !! Dove posso trovarlo??

Avatar di monteverdi monteverdi - 14/10/2025 - 12:55

Buongiorno, sono un appassionato di cinema e romanzi di vario genere. Il mio autore preferito è John Fante, ultimamnete leggo molto i gialli di Manzini. Mi piace scrivere.

Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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