Questa notte l'ho passata completamente in bianco. Il mio cane domenica è stato poco bene ed eravamo in ansia per lui. Aggiungiamoci un'insonnia da paura ed il forte vento che non ci ha fatto dormire, ed ecco che sono nate le condizioni per completare la lettura di questo libro... intorno alle 3:00 di notte... notte turbolenta per l'appunto...
Sono molte le sensazioni contrastanti che si provano durante la lettura di questo libro che, secondo me, meriterebbe anche una rilettura attenta.
Mi è venuto naturale farmi trasportare dalla lettura, facendomi sopraffare dai racconti delle vite così diverse eppure legate tra loro dei protagonisti, nonché dalla struttura molto particolare del libro. Come a voler scoprire velocemente quale sarà il finale, come si chiuderà il cerchio, che l'autore apre nel primo capitolo e chiude nell'ultimo. Ogni capitolo è come una finestra aperta per qualche ora sulla vita di uno dei personaggi della storia.
Credo che tra tutti sia stato proprio l'ultimo capitolo a lasciarmi qualcosa di più degli altri.
La frase di Kennedy appesa al muro dell'appartamento di Notting Hill:
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Perché, in ultima analisi, ciò che ci unisce è che abitiamo tutti questo piccolo pianeta, respiriamo tutti la stessa aria, abbiamo tutti a cuore il futuro dei nostri figli. E siamo tutti mortali"
e la malattia del protagonista e la sua paura di morire danno il là a certi ragionamenti che mi mettono un po' di angoscia a dire la verità.
Argomenti che abbiamo già trattato in passato e che mi toccano sempre profondamente e che non ho voglia di riaffrontare qua.
La paura di morire si può palesare in qualunque momento, in seguito a vari eventi che possiamo vivere sia in prima persona che mediante il racconto delle vite di altri.
Facile ricondurla alla paura provata dalla protagonista del primo racconto sul volo che la porta da Londra a Madrid, o della donna che viene picchiata dal marito ma ha paura ad opporsi a lui dichiarando che "va tutto bene" di fronte alla sorella che reclama giustizia...
Insomma, il libro è composto da racconti con protagonisti diversi ma secondo me non avrebbero senso di esistere singolarmente.
È un libro un po' triste però... e forse le sensazioni negative che si provano leggendo sono sbilanciate rispetto alle sensazioni positive.
Credo che la migliore descrizione che ho trovato di questo libro girellando in rete e leggendo qualche intervista dell'autore sia questa:
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La precarietà della condizione umana con gioie e frustrazioni descritta in meno di centotrenta pagine."