Libro proposto da Alice (elis_) durante le sorprese letterarie di luglio, abbiamo deciso di leggerlo insieme nei prossimi giorni, visto che io ho urgentemente bisogno di letture leggere con cui intervallare Cuore Se qualcuno vuole unirsi, è il benvenuto, vi lascio la trama qui:

«Vivere, in fondo, non è che una serie di storie che si chiudono e si aprono, un continuo stringere la presa e lasciar andare. Una catena infinita di incontri e di addii».
Quante esistenze attraversano una stazione affollata. Dietro i volti delle persone in fila all’edicola o al bancone del bar si nasconde un groviglio di desideri e paure, di dolori e speranze. C’è una donna che non deve partire, eppure resta seduta lí, le borse della spesa ai piedi. C’è un padre che ha smarrito il figlio, e un uomo che sta per separarsi dalla donna della sua vita. C’è un marito che vede un enorme coniglio accanto a sua moglie ogni volta che la guarda, una ragazza che riceve messaggi inattesi, un ragazzo che ha preso una decisione irreversibile. C’è il mistero indecifrabile di ogni incontro capace di farci cambiare strada, e il terrore dell’abbandono sempre dietro l’angolo. Poi c’è uno scrittore con un buffo berretto giallo che si aggira fra i binari dopo aver perso il treno, ed è impaziente di salire sul prossimo. Perché sa che alla fine del viaggio troverà la sua famiglia ad aspettarlo. Perché «l’amore ha sempre, sempre a che fare con qualcuno in grado di riportarti a casa».
«Ci sono persone che passano la maggior parte della vita ad aspettare. Aspettano l’amore giusto, il momento adatto, il mantenimento di una promessa, la conclusione di una sofferenza, la rimarginazione di una ferita. Attendono che qualcuno finalmente le veda. Poi un giorno, senza preavviso, si alzano in piedi tra la folla e decidono che è ora».

Ho letto circa un terzo e lo trovo piuttosto scontato. Ero preparata perchè so che genere scrive Bussola e in particolare di questo avevo letto varie recensioni in cui lo paragonavano a Fabio Volo e per adesso mi trovo concorde. Una struttura simile l´avevo già trovata in "Felici i felici" di Yasmina Reza e in Turbolenza di David Szalay, ma tra questi due e il libro di Bussola c´è una differenza di fondo sostanziale: negli altri due i personaggi dei singoli capitoli son molto diversi tra loro e quindi il lettore vive esperienze molto diverse manomano che legge dei singoli personaggi. In Bussola invece nonostante si alternino adolescenti, quarantenni con problemi di coppia, settantenni, donne, uomini, ecc, il registro è sempre lo stesso e si sente che è Bussola  aparlare sempre, sembra sia sempre lo stesso io narrante e in una struttura simile questo stona molto.

Non avevo chissà che aspettative quindi non sono delusa, volevo qualcosa di leggero e l´ho trovato, però qui leggero sfiora in molti punti un po´ di banalità

Ho letto le prime 30 pagine e sono d'accordo con te: sembra proprio che la storia sia sempre uguale e il narratore sempre la stessa persona, mi sembra di capire che la stazione dei treni sia l'elemento in comune che intreccia queste storie, un po' scontato anche questo. Anch'io non avevo grosse aspettative, che sono state comunque deluse persino la scrittura è insipida e troppo informale (terribile il capitolo sul ragazzo sedicenne), suppongo che il target sia un pubblico adolescente perché è l'unico che potrebbe apprezzare questo tipo di narrazione. Sono d'accordo anche sul paragone con Volo, letto e gradito durante i primi anni della mia adolescenza, a sostegno di ciò che ho appena detto!

Alice, non disperare!
Son quasi alla fine e secondo me la seconda metà è leggermente meglio (anche perchè peggio..... ) sia perchè ci sono un paio di capitoli in cui secondo me finalmente riesce a staccarsi da Matteo Bussola e fa uno sforzo di immedesimazione nel personaggio che tratta, che quindi acquisisce una personalità più convincente di quelli visti finora (direi che i personaggi più riusciti sono il padre del ragazzo 16enne e la ragazza Bianca), sia perchè si intravede il messaggio che vuole dare il libro, o quanto meno quello che percepisco. La seconda metà infatti migliora perchè le storie cominciano non tanto a intrecciarsi, quanto a completarsi, assistiamo all´alro punto di vista delle situazioni in cui si sono trovate le persone che abbiamo conosciuto finora. E questo stratagemma dimostra come spessissimo una stessa esperienza viene vissuta in modi diametralmente opposti, anzi, a volte interpretiamo qualcosa che era stato inteso in modo completamente diverso. In questo secondo me Bussola riesce benissimo, certo, lo stile è quello che é, però quanto meno non mi sembra troppo forzato il cercare di dimostrare che ogni rapporto ha due parti ben distinte.

Sull´espediente della stazione anche secondo me si poteva fare di più, alla fine proprio per sottolineare questo aspetto comune si ripetono spesso le stesse cose (il tipo col berretto giallo onnipresente). In Turbolenza le persone erano collegate da aeroporti, ma nel senso che il lettore incontrava il personaggio A tipo nell aeroporto di New York, dove si imbatteva nel personaggio B, che nel racconto successivo prendeva un aereo per Bankong dove incontrava il personaggio C, e via dicendo.

Sono più o meno a metà e al momento la mia opinione non cambia, ma rimango fiduciosa grazie alle tue parole! devo ammettere, però, che ho trovato gradevole qualche capitolo, ad esempio quello di Guido e quello del capotreno, mi sono sembrati più credibili, meno melensi. Non apprezzo ancora del tutto questo stile dei capitoli autoconclusivi, va bene che sono delle mini storie, ma alcune sono davvero troppo mini! mi piacerebbe molto se, come mi hai anticipato, in qualche modo le storie inizieranno a intrecciarsi per cui proseguo nella lettura, probabilmente riuscirò a finirlo in settimana, complice un volo in aereo di due ore.

Terminato e alla fine il mio giudizio finale non è totalmente negativo. Oltre al messaggio che secondo me il libro può trasmettere a cui ho accennato nel post precedente, l´autore ci svela direttamente qual è il messaggio che voleva trasmettere lui, ovvero che tutti noi abbiamo una storia, anzi, siamo un concentrato di storie, per le esperienze fatte, le persone incontrate. E ogni volta che ci imbattiamo in qualcuno sia è una occasione per creare un´altra storia da raccontare, sia per ascoltarne una.

Peccato che il libro rimane comunque un po´ troppo banale. Io leggo abbastanza e mi piace molto alternare letture più impegnative con letture leggere, mi fanno molto bene per distrarmi, divertirmi. Perchè leggerezza non vuol dire banalità, un libro leggero può esser scritto bene, avere una storia originale. Qua purtroppo invece anche se alcune storie mi son piaciute e ho apprezzato i messaggi, è più un libro banale che leggero forse
Però pare essere il peggiore di Bussola, io credo gli darò una altra possibilitá quando sarò a corto di letture leggere

Terminata la lettura, per me il bilancio rimane negativo, ahimè! Nonostante abbia apprezzato qualche storia, non ho apprezzato lo stile e, soprattutto, non ho apprezzato il messaggio finale che lo scrittore ha voluto trasmettere, non tanto per il messaggio in sé, con cui mi trovo d'accordo, ma per la banalità con cui l'ha voluto trasmettere, oltre al fatto che mi sembra un po' slegato dalle storie del libro. Non so, non mi ha trasmesso nulla, alcune storie mi sono sembrate superflue, alla fine speravo che fossero intrecciate in modo più profondo, invece mi è sembrato di leggere la riflessione di una persona che si trova ad aspettare un treno e, guardandosi intorno, immagina le storie di tutte le persone che incontra, non per peccare di superbia, ma è una cosa che faccio spesso anch'io, non per questo ci scrivo un libro inoltre quasi tutti i capitoli sono stati troppo veloci, neanche il tempo di capire chi fosse il protagonista, e focalizzati solo su quel momento in stazione, cosa che non ho gradito perché non sono riuscita ad empatizzare e non ho davvero estratto nulla da questa lettura. Mi dispiace ma davvero non sono riuscita ad apprezzare niente di questa storia, non disdegno le letture leggere, anzi, ma questa è davvero troppo leggera e non rientra per niente nei miei criteri di gradimento. Insomma, questo è il secondo dei 3 libri che mi sono stati regalati per il mio compleanno che non mi è piaciuto, devo sgridare i miei amici!