Sabato, 06 Settembre 2025

"La ricreazione è finita" di Dario Ferrari

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08/05/2024 15:03 #67094 da bibbagood
"La ricreazione è finita" di Dario Ferrari è stato creato da bibbagood
Tra fine maggio e inizio giugno leggerò questo libro pubblicato da Sellerio, di cui in generale ho sentito parlar molto bene e in particolare mi era piaciuto come ne aveva parlato Maria Chiara (la nostra lettereminute).
Dovrebbe farmi compagnia il prode Davide ma se anche qualcun altro vuole unirsi mi fa piacere
Qui la presentazione del libro:
"Libro vincitore del Premio Mastercard letteratura 2023, del Premio Flaiano 2023 e Libro dell'anno di Fahrenheit Radio Tre
Questo libro racconta la storia di due giovinezze incompiute, diversissime eppure con una loro sghemba simmetria.


Marcello è un trentenne senza un vero lavoro, resiste ai tentativi della fidanzata di rinsaldare il legame e cerca di prolungare ad libitum la sua condizione di post-adolescente fuori tempo massimo. La sua sola certezza è che vuole dirazzare, cioè non finire come suo padre a occuparsi del bar di famiglia. Per spirito di contraddizione, partecipa a un concorso di dottorato in Lettere, e imprevedibilmente vince la borsa. Entra così nel mondo accademico e il suo professore, un barone di nome Sacrosanti, gli affida come tesi un lavoro sul viareggino Tito Sella, un terrorista finito presto in galera e morto in carcere, dove però ha potuto completare alcuni scritti tra cui le Agiografie infami, e dove si dice abbia scritto La Fantasima, la presunta autobiografia mai ritrovata. Lo studio della vita e delle opere di Sella sviluppa in lui una specie di identificazione, una profonda empatia con il terrorista-scrittore: lo colpisce il carattere personale, più che sociale, della sua disperazione. Contemporaneamente sperimenta dal di dentro l'università: gli intrighi, le lotte di potere tra cordate e le pretestuose contrapposizioni ideologiche, come funziona una carriera nell'università, perfino come si scrive un articolo «scientifico» e come viene valutato. Si moltiplicano così i riferimenti alla vita e alla letteratura di Tito Sella, inventate ma ironicamente ricostruite nei minimi dettagli; e mentre prosegue la sarcastica descrizione della vita universitaria, il racconto entra nella vita quotidiana di Marcello e nelle sue vitellonesche amicizie viareggine. Realtà sovrapposte, in cui si rivelano come colpi di scena delle verità sospese. Che cosa contiene l'archivio Sella, conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi? Perché il vecchio luminare Sacrosanti ha interesse per un terrorista e oscuro scrittore? E che cosa racconta, se esiste, La Fantasima, l'autobiografia perduta? La ricreazione è finita è un'opera che si presta a significati e interpretazioni molteplici. Un narrato in cui si stratificano il genere del romanzo universitario - imperniato dentro l'artificioso e ossimorico mondo dell'accademia -, con il romanzo di formazione; il divertimento divagante sui giorni perduti di una generazione di provincia, con la riflessione, audace e penetrante, sulla figura del terrorista; e il romanzo nel romanzo, dove l'autore cede la parola all'autobiografia del suo personaggio."
 

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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08/05/2024 15:47 #67096 da davpal3
Risposta da davpal3 al topic "La ricreazione è finita" di Dario Ferrari
Io sono già a metà circa, ma l'ho messo in pausa per il libro del mese:) 
Il libro descrive in maniera ironica, ma anche profonda l'ambiente universitario, nei suoi molteplici aspetti. Personalmente mi sta piacendo molto, anche se in alcuni tratti è un po' prolisso forse. 

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24/05/2024 14:46 #67245 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "La ricreazione è finita" di Dario Ferrari
Iniziato anche io e sto a circa un terzo. Trovo lo stile scorrevole, un mix tra linguaggio colloquiale ma con accuratteza di lessico e sintassi, un giusto equilibrio che dà l'impressione di leggere un libro non pesante ma comunque letterario. Non so se con prolisso ti riferisci alle parte su Sella, perchè sicuramente son quelle in cui io perdo un po'la concentrazione, e mi chiedo però se sia voluto: se il concentrarsi così tanto su un argomento e presentarlo con approfondimenti eruditi dovrebbe dare un'ulteriore testimonianza dell'ambiente di ricerca universitario, dove soprattutto in campo umanistico è difficile trovare nuove idee da trattarle e trattarle in modo originale, quindi, come dice il Chiarissimo, bisogna fare di tutto per cercare di diventare iper esperti di una cosa mai sentita, e diventare esperti tali da far sì che questa cosa fino a quel momento sconosciuta assumi improvvisamente un'importanza tale da suscitare l'interesse di tutti, soprattutto di quelli che contano.
Parti prolisse o meno, è comunque diverte e credo molto veritiero il quadro che dà del mondo accademico. Tu ne sai più di me, ma essendo mia madre professoressa universitaria ho passato la vita a sentire a casa le stesse cose, a volte proprio gli stessi identici esempi con quasi le stesse parole, che fa qui Ferrari Mia madre pur abitando a Roma lavora a Perugia da 25 anni e ogni volta che ha preso in considerazione l'idea del trasferimento alla Sapienza, le prendeva lo sconforto e cambiava idea dopo 10 minuti, proprio perchè gli atenei sono ambienti chiusissimi, dove devi tendere reti di alleanze per anni, senza commettere passi falsi, e cercare di cambiare ambiente anche a carriera avviata è darsi una mazza sui piedi.
Comunque mi piace anche la passione che alla fine il protagonista dimostra, si prende gioco del dottorato e dell'università, ma in realtà ne è affascinato e studiare è ciò per cui è portato, in questo mi sono molto riconosciuta e mi ha preso come mi capita regolarmente la malinconia per non aver tentato la carriera universitaria.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
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24/05/2024 17:10 #67247 da davpal3
Risposta da davpal3 al topic "La ricreazione è finita" di Dario Ferrari
Anche io lo trovo molto veritiero e condivido il sentimento ambivalente (disgusto/fascino) del protagonista.
 Io sono a poco più di metà e la parte di Sella è per me abbastanza noiosa. Mi sembra che manchino gli spunti ironici e brillanti che avevo notato nelle prime pagine. Comunque proseguo. 

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25/05/2024 10:31 #67253 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "La ricreazione è finita" di Dario Ferrari
Il luuuuungo capitolo sulla storia di Sella in realtà non mi sta dispaicendo, ma forse perchè passando tanto tempo in Versilia da quando sono nata mi ritrovo in tanti dei posti descritti e delle dinamiche di cui si parla. Di questa zona finora avevo letto solo Fabio Genovesi e il suo Morte dei Marmi, son molto contenta di aver trovato un altro libro che parla così bene di luoghi a cui sono affezionata.

Mi son chiesta perchè Ferrari abbia deciso di fare una parentesi così lunga su Sella, secondo me sapendo consapevolmente che i lettori che leggevano il libro per le descrizioni del contesto universitario si sarebbero annoiate con questo excursus. E mi son risposta che secondo me fa da contrappeso alla generazione del protagonista. Credo voglia farci vedere due generazioni a confronto, una con ideali e voglia di fare, un'altra incapace di prendere in mano la propria vita, arresa dal fatto che il mondo non si cambia, che la vita ti ha affibbiato un destino e il nostro compito è compirlo per inerzia. Non credo che Ferrari cada nel moralismo facile che negli anni 60 e 70 i giovani avessero più ideali, perchè alla fine in realtà è chiaro come anche Sella e i suoi amici di fatto erano semplici dei giovani che non sapevano quello che facevano e che cercavano più che altro uno scopo nella loro vita, esattamente come Marcello tenta il dottorato perchè a 30 anni non può rimandare il prendere una decisione.

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25/05/2024 10:41 #67254 da davpal3
Risposta da davpal3 al topic "La ricreazione è finita" di Dario Ferrari
Concordo! In effetti il contrasto emerge in maniera chiara. 
penso anche però che mi abbia tipo teso una trappola, iniziando in maniera avvincente per poi farmi immergere in questa storia noiosa 

Probabilmente non colgo i riferimenti ai luoghi e alla loro cultura, quindi per questo lo apprezzo meno.
 

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27/05/2024 20:23 #67267 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "La ricreazione è finita" di Dario Ferrari
Ho finito la lunga parte sulla storia di Sella e anche se non vedo l'ora di tornare alla vita di Marcello, continuo a pensare che questo approfondimento sia stato necessario per fare il confronto tra generazioni, di come il contesto storico-sociale influenzi cosa facciamo, e che quindi non é tanto una generazione a essere meno idealista di un'altra, quanto il contesto socio-culturale a essere meno stimolante. Sella infatti è come Marcello, Marcello vuole studiare ma quando poi si trova nel contesto accademico pensa "ma questi fanno veramente sul serio? ma che cretinate stanno dicendo?" esattamente come Sella, che vuole cambiare la società ma quando si rende conto di cosa comporta o cosa i suoi compagni hanno in mente per cambiarla, ha di fatto la stessa reazione. In particolare mi son segnata tra le ultime righe di questa parte la riflessione sull'innocenza e di come innocenza diventi sinonimo di non agire, di voler essere egoisti, preservare se stessi, mentre se si vuole cambiare le cose per un bene comunque bisogna sacrificare quest'innocenza. Mah, è ovvio che dato il contesto può essere un ragionamento che fila e sicuramente per voler cambiare le cose bisogna fare attivamente qualcosa, e questo qualcosa avrà molto probabilmente delle conseguenze, in un modo o nell'altro. Però se questo debba per forza voler dire perdita di innocenza non credo sia così..

Comunque, letto la prima pagina della terza parte e so che leggerò di volata queste ultime 100 pagine, visto che già torna subito un'altra frase ironica sul mondo accademico: "Come ho appena scritto nella tesi di dottorato (strappandomi un applauso per come sto imparando ad ammantare di termini esoterici concetti banali) [..]" dai, a me il mondo accademico affascina molto, ma quando ci si mette a leggere paper vari bisogna riconoscere che son tante parole eleganti ma poi di concetti nuovi c'è poco o nulla

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27/05/2024 21:13 #67268 da davpal3
Risposta da davpal3 al topic "La ricreazione è finita" di Dario Ferrari
Io sono un po' più avanti e il ritorno alla vita di Marcello mi attira molto di più. Lo stile è tornato come quello delle prime pagine.
Concordo sull'idea che il contesto storico-sociale ci influenzi in maniera decisiva. 

Non penso invece che il mondo accademico non possa o sappia essere originale. È vero che, come nota Ferrari, spesso si usano parole complicate per dire cose semplici o a volte per non dire proprio nulla. Io personalmente sono affascinato, infatti, da coloro che sono capaci di esprimere i problemi più complicati con parole comprensibili (che non vuol dire banali). 

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28/05/2024 08:22 #67270 da bibbagood
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Sìsì, in realtà concordo con te, intendevo più la tendenza che ho, e che credo abbiano molti accademici alle prime armi, che dopo la lettura di un paper ne ho segnati altri 10 da leggere, moltiplicando in modo preoccupantemente esponenziale tutto quello che vorrei leggere su quell´argomento, proprio perchè trovo interessante anche questo tipo di "letteratura", ma poi di fatto ogni paper dice a dir tanto una cosa leggermente diversa da cose che già sapevo, quindi li leggo per puro interesse e non tanto per possibili idee innovative.

Ho letto qualche altra pagina e ho trovato bellissimo lo scambio a Parigi tra Marcello, Tea e Pier Paolo sulla letteratura e soprattutto come Tea smonta Gadda e quello che rappresenta. Anche se Tea ha decisamente posizioni estreme, sono assolutamente dalla sua parte nel criticare lo snobismo intellettuale, che allontana soltanto potenziali lettori/interessati dalla lettura/letteratura/cultura, perchè si vuole a tutti i costi far vedere che si fa parte di un´èlite a cui pochi possono accedere, solo coloro che sono in grado di capire opere complesse e che si esprimono come un manuale di filosofia. Ci sarebbe da riportare tutto il dialogo, ma riporto solo un passaggio che riassume bene il concetto (si parla appunto di studiosi di Gadda che si crogiolano del fatto di apprezzare uno scrittore così complesso, e a parlare è Tea): "Sarà...ma secondo me è solo narcisismo. Il vostro, dico. Quando voi leggete Gadda non è che godete per quello che scrive, ma godete nel pensare quanto siete fichi perché voi siete in grado di apprezzarlo. [..] Lui è un genio che scrive in maniera miracolosamente complessa e allora io che lo capisco sono per questo ammesso nel club dei geni. Gadda è solo il piacere di scoprirsi intelligenti, del saper cogliere le citazioni, decifrare i neologismi e vi dicendo. Non c´entra nulla, o molto poco, col piacere della lettura".
Lo trovo un passaggio molto riuscito, io sostengo sempre che meno male che si sono scrittori come Fabio Volo che permettono magari anche a chi non ha la passione per la lettura di trarre piacere da un libro; la lettura deve essere per me un piacere, uno svago, un passare piacevolmente alcune ore, schifare certi libri perchè non abbastanza letterari è una posizione che lascia il tempo che trova.

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29/05/2024 14:51 #67289 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "La ricreazione è finita" di Dario Ferrari
Terminata la lettura e il mio giudizio è molto positivo, trovo sia un'opera originale e ben riuscita, e che si fa leggere bene.
Direi che alla fine la si può definire quasi un romanzo di formazione, tanto il protagonista è cambiato nel corso dei 3 anni di dottorato, per le esperienze che ha fatto, ma forse perchè semplicemente è cresciuto.
Nelle ultime pagine mi son ritrovata in più punti a chiedermi il significato di alcune scelte, di alcune situazioni o di alcuni personaggi.
A pagina 405 ad esempio
Attenzione: Spoiler!


Quel che succede a pagina 427 e seguenti mi ha suscitato anche non poche riflessioni
Attenzione: Spoiler!


Sempre per la rubrica ilibrisiparlano (ovvero quella teoria secondo cui leggi un libro che non avevi mai sentito/considerato e improvvisamente nei libri successivi che leggi è pieno di riferimenti a esso), mi ha colpito quando a un certo punto Marcello parla di quanto sia meglio che una passione rimane tale, che si identifichi nel desiderio, e non si disperda "nell'inconcludenza del sonno". Mi ha colpito perchè nel libro Le nostre anime di notte che abbiamo letto da poco per Il maggio dei libri invece la storia si basa proprio sulla teoria opposta, ovvero su quanto possa essere significativo avere accanto qualcuno prima di addormentarsi, mentre si dorme. In questo mi ritrovo più nella posizione di Haruf e meno in quella di Marcello, e anche qui può essere forse anche un discorso generazionale, visto che i protagonisti di Le nostre anime di notte sono della terza età mentre Marcello è un 30enne che si è fermato ai 20. Credo alla fine del libro probabilmente Marcello apprezzerebbe anche lui l'inconcludenza del sonno.

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