Sabato, 06 Settembre 2025

"La ricreazione è finita" di Dario Ferrari

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29/05/2024 16:38 #67290 da davpal3
Risposta da davpal3 al topic "La ricreazione è finita" di Dario Ferrari

Sìsì, in realtà concordo con te, intendevo più la tendenza che ho, e che credo abbiano molti accademici alle prime armi, che dopo la lettura di un paper ne ho segnati altri 10 da leggere, moltiplicando in modo preoccupantemente esponenziale tutto quello che vorrei leggere su quell´argomento, proprio perchè trovo interessante anche questo tipo di "letteratura", ma poi di fatto ogni paper dice a dir tanto una cosa leggermente diversa da cose che già sapevo, quindi li leggo per puro interesse e non tanto per possibili idee innovative.

Ho letto qualche altra pagina e ho trovato bellissimo lo scambio a Parigi tra Marcello, Tea e Pier Paolo sulla letteratura e soprattutto come Tea smonta Gadda e quello che rappresenta. Anche se Tea ha decisamente posizioni estreme, sono assolutamente dalla sua parte nel criticare lo snobismo intellettuale, che allontana soltanto potenziali lettori/interessati dalla lettura/letteratura/cultura, perchè si vuole a tutti i costi far vedere che si fa parte di un´èlite a cui pochi possono accedere, solo coloro che sono in grado di capire opere complesse e che si esprimono come un manuale di filosofia. Ci sarebbe da riportare tutto il dialogo, ma riporto solo un passaggio che riassume bene il concetto (si parla appunto di studiosi di Gadda che si crogiolano del fatto di apprezzare uno scrittore così complesso, e a parlare è Tea): "Sarà...ma secondo me è solo narcisismo. Il vostro, dico. Quando voi leggete Gadda non è che godete per quello che scrive, ma godete nel pensare quanto siete fichi perché voi siete in grado di apprezzarlo. [..] Lui è un genio che scrive in maniera miracolosamente complessa e allora io che lo capisco sono per questo ammesso nel club dei geni. Gadda è solo il piacere di scoprirsi intelligenti, del saper cogliere le citazioni, decifrare i neologismi e vi dicendo. Non c´entra nulla, o molto poco, col piacere della lettura".
Lo trovo un passaggio molto riuscito, io sostengo sempre che meno male che si sono scrittori come Fabio Volo che permettono magari anche a chi non ha la passione per la lettura di trarre piacere da un libro; la lettura deve essere per me un piacere, uno svago, un passare piacevolmente alcune ore, schifare certi libri perchè non abbastanza letterari è una posizione che lascia il tempo che trova.


Non ho letto Gadda, però il riferimento che mi viene in mente è Eco. Però non so bene che posizione prendere su questo argomento. Non mi sento di concordare interamente con Tea.

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30/05/2024 15:50 #67299 da davpal3
Risposta da davpal3 al topic "La ricreazione è finita" di Dario Ferrari
Anche io ho finito il libro , che alla fine mi è piaciuto moltissimo. Le ultime 30-40 pagine sono stupende, anche se alcuni passaggi sono troppo didascalico per i miei gusti. 
Ma soprattutto questo libro conferma la mia teoria sulla insensatezza della divisione tra generi. L'ultima parte infatti è molto giallistica è molto più bella di tanti altri gialli che ho letto. Un libro può essere - un bel libro generalmente è - tante cose diverse. 
Ho apprezzato la parte sul "lato oscuro" dell'Accademia, sebbene per me un po' deprimente. 
Nel complesso comunque mi è piaciuto molto. Allora esistono libri contemporanei decenti! :D
Ringraziano per il messaggio: lettereminute

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01/06/2024 12:34 #67320 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "La ricreazione è finita" di Dario Ferrari
Che bello, son contenta ti sia piaciuto e per una volta di averci azzeccato Io credo che continuerò a consigliarlo e regalarlo molto, adesso che lo ho letto anche con più cognizione di causa

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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07/06/2024 19:35 #67378 da lettereminute
Risposta da lettereminute al topic "La ricreazione è finita" di Dario Ferrari
Ciao! Che bello che avete letto "La ricreazione è finita", Bea mi ha avvertito per messaggio e quindi sono subito corsa qui a leggervi! :D Sono contenta che l'abbiate apprezzato anche voi, e, noto con piacere, per le stesse ragioni per cui l'ho apprezzato io.

Ora vi faccio un po' di gossip letterario, che io so giusto perché sono di zona: Dario Ferrari è stato preso un po' sotto l'ala di Marco Malvaldi, scrittore pisano che pubblica spesso con Sellerio, forse avete presente i romanzi del cicllo "I delitti del Bar Lume". Ci hanno anche fatto una serie TV e sono giusto incappata nelle riprese mentre giravo all'Isola d'Elba. :D

A me Ferrari piace pure più di Malvaldi, a dirla tutta. L'ho conosciuto alla presentazione di questo libro a Pisa, dove chiacchierava appunto con Malvaldi, e mi ha convinta immediatamente. Una persona molto alla mano, ha frequentato l'ambiente accademico, come si evince, ma non il dipartimento di italianistica (anche se ci avrei messo la mano sul fuoco: ci si muove assai bene!) bensì di filosofia. E poi basta, non ho altro gossip. Se non che è proprio simpatico.

Il libro è originale, un gioco letterario e anche meta-letterario che riesce ad essere abbastanza sofisticato (si inventa non solo un autore e la sua produzione, ma anche la critica che ci ha lavorato sopra!) e allo stesso tempo appassionante, come un giallo... cosa che alla fine si rivela essere. La trama non è banale. Marcello è un protagonista interessante, riesci sia ad empatizzarci che a distanziarti dai suoi lati più sgradevoli, hai proprio l'impressione che sia una persona in carne ed ossa. E alla fine, secondo me, ne esce abbastanza bene. Con un'evoluzione adatta a lui.

Di questo libro ho detto, mi pare, che inizia in maniera spassosa, e ridi un sacco... finché non ridi più. Non riprende più il tono dell'inizio. Non è una scelta banale neanche questa.

In conclusione, certo, l'ambiente universitario non è tutto così. Però questo autore ne ha messo in risalto benissimo sia gli aspetti tragicomici che quelli, semplicemente, tragici. Potenzialmente drammatici. Con me il colpo è andato a segno, ecco.

Solidarietà alla mamma di Bea perché anche io lavoro coi docenti universitari e pure io potrei scriverci un libro... Non bello come questo, però!

Maria Chiara | Redattrice editoriale e per il Web | Social: @lettereminute
Anch'egli sarebbe invecchiato, anch'egli un giorno sarebbe dovuto morire [...]. Ma oggi egli era giovane, era un bambino, il nuovo Siddharta, ed era pieno di gioia. (Siddharta, Herman Hesse)

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02/07/2024 16:32 #67595 da Bice
Con un po’ di ritardo sulla discussione arrivo anch’io per dirvi che mi è piaciuto tantissimo! Di questo romanzo, appena concluso, penso che sia il più bello letto nell’ultimo anno e sento un debito di riconoscenza per il piacere che mi ha regalato leggerlo, per la condivisione di un pezzo di vita insieme, per lo sguardo diverso che mi ha lasciato. L’ho proprosto io nel gruppo di lettura di Padova senza rendermi conto, e rimanendone poi stupita, che a livello biografico con la storia narrata nel libro e con il suo autore ho molte affinità: insegno storia e filosofia al liceo come Dario Ferrari, ho un dottorato in filosofia come lui, anzi, come Marcello Gori, protagonista del libro, ho un background di tutto rispetto nel sottobosco della carriera accademica con dottorato, post doc, assegni di ricerca. E’ stato quasi inevitabile per me sentirmi chiamata in causa in meccanismi, ambienti, avvenimenti della vita accademica che, seppur talvolta raccontati con forzature (intenzionalmente) grottesche sono (ahimè!) effettivamente verosimili. Però non è questo che mi ha convinta in questo romanzo. Il libro non è una denuncia ironica dell’ autoreferenzialità e della megalomania della bolla accademica: è certo ambientato in quel contesto (ed è un’ambientazione che all’autore è riuscita particolarmente bene, in modo efficace) ma va oltre; e non è nemmeno l’ennesimo libro che si vuole fare portavoce di una generazione di “sdraiati” (per dirla alla Michele Serra), grazie al cielo, perché questi portabandiera dell’ “unicità” della propria generazione mi hanno stufato, dal momento che tutte le generazioni in modo diverso hanno i propri smarrimenti, i propri corti circuiti, le proprie fragilità. Il libro è calato in un preciso ambiente sociale e storico, ma non ne vuole essere l’espressione. Con una leggerezza pensosa, mai superficiale, che diventa un modo per entrare in punta di piedi dentro alla natura del personaggio, Ferrari descrive la storia di un uomo che si confronta con se stesso, con la propria irresolutezza, con il sopravvivere alla propria vita in modo pigro, sornione, un po’ fatalista. E le esperienze di Marcello Gori hanno secondo me qualcosa di universale: la difficoltà di definire se stessi; la paura delle responsabilità; il rapporto con i genitori (molto molto bella l’analisi di un rapporto, quello con i genitori, che, pur essendo molto intimo, lascia a volte spazi di incredibile estraneità); l’innamoramento un po’ beota che stravolge la vita (a qualsiasi età…purtroppo o per fortuna); il mondo a parte che certe passioni, in questo caso letterarie, sanno generare.  Il modo di raccontare la vicenda del protagonista- con il singolare intreccio con la vita e con la letteratura di Tito Sella- è molto ben riuscito dal punto di vista letterario: le tre parti in cui la storia è divisa diversificano in modo scorrevole le vicende e i toni del racconto, giungendo infine ad una riuscita integrazione complessiva. Del libro, che pure non vuole essere un romanzo storico, mi è piaciuta molto anche la ricostruzione storica degli anni di piombo: Ferrari è rigoroso, nonostante il tono a tratti scanzonato, ed è attento alla complessità di quel fenomeno così significativo per la nostra storia recente, rappresentando dinamiche e motivi di quelle scelte che segnarono, anche tragicamente, tante vite.Ferrari rivela anche di amare molto la letteratura, lo si intuisce dai molti riferimenti letterario-affettivi che sono nell’opera, e ha evidentemente anche amato molto il suo personaggio e la sua storia, perché, secondo me, questi sentimenti affiorano piacevolmente fra le pagine.Ho letto con grande interesse tutti gli interventi di questa discussione, mi fa piacere capire che il libro sia piaciuto e adesso aspetto con curiosità di sapere che ne pensano i miei compagni di lettura del gruppo di Padova a fine mese!!!
Ringraziano per il messaggio: davpal3, lettereminute

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Non tutti insieme è... buahahahah! :P :D lol

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Qualcuno vorrebbe leggere il romanzo "Lady Macbeth" di Isabelle Schuller? :D

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Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum ;)

Avatar di Yuman4 Yuman4 - 15/07/2025 - 22:02

Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie

Avatar di mulaky mulaky - 13/07/2025 - 17:10

Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC

Avatar di ludofrog95 ludofrog95 - 13/07/2025 - 15:06

Ciao a tutti! Chi posso contattare per avere delle info sui prossimi incontri dei Pasticciotti Letterari? Grazie ✨

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