Terminata la lettura, molto piacevole anche se più semplice del previsto, nel senso che avendo sentito parlare tanto sia di Toibin che del libro in sè mi aspettavo magari qualcosa in più dal punto di vista letterario, ma è andata benissimo anche così.
Non mi sembra si accenni all´età di Eilis e questo ha contribuito al fatto che spessissimo non la sopportavo, va bene il cercare di identificarsi con un periodo storico diverso dal nostro, in situazioni particolari, ecc., ma il suo cambiare idea ogni due righe l´ho trovato snervante oltre che infantile; spero nel seguito sia un po´più padrona del proprio destino. E a proposito di seguito, nella versione inglese della Pickwick alla fine come al solito ci sono le prime pagine di un´altra opera dell`autore, in questo caso di "Nora Webster" e son rimasta confusa dal leggere che si parlava di Enniscorthy e della madre e fratelli di Eilis, come se fosse una continuazione. Ma cercando in giro in realtà è una storia indipendente, con lo stesso contesto della parte irlandese di Brooklyn, quindi ritornano alcuni personaggi. Sembra però più concentrato sul contesto irlandese, che mi incuriosisce, quindi credo prima o poi recupererò anche questo.
Riguardo il tema delle difficoltà a essere migranti, mi sono ritrovata molto nella sensazione da sogno che prova Eilis, sia quando sta a Brooklyn che quando sta in Irlanda, in entrambi i casi le sembra che l´altra realtà sia una cosa tanto lontana da avere le sembianze di un sogno, quasi fosse una realtà che non le appartiene. Nonostante io abiti all´estero ormai da tanti anni e famiglia e amici vengano spesso a trovarmi e io stessa torno più frequentemente che una volta ogni due anni come la nostra protagonista, è una sensazione che provo sempre e che mi causa sempre un forte stress psicologico, simile a quello provato da Eilis. Quando sono in Italia, la mia vita in Germania mi sembra lontanissima e stranissima e quando torno qui provo un forte senso di estraniamento verso i giorni appena trascorsi in Italia. Da una parte la vita in italia è un qualcosa che mi appartiene essendoci cresciuta e avendo là famiglia e gli amici di sempre, le mie Nelly; però è anche una realtà congelata, di cui non faccio parte; mentre nella vita qui sento di non avere le radici, ma è quella che mi rispecchia di più, perché é la mia quotidianeità, quello che voluto costruire io. E sembrano realtà così distanti e separate che non importa quanto tempo passi, risultano sempre due mondi diversi e si rimane stupiti di vivere in entrambi e contemporaneamente a volte di non appartenere a nessuno dei due.
"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert