Grazie mille per la tua risposta! Sono contento che il libro ti sia piaciuto tanto quanto a me e che le nostre impressioni generali coincidano.Per quanto riguarda il soprannaturale, anch’io in prima battuta sono rimasto un po’ spiazzato, ma poi, riflettendo sul libro, mi sono dato queste interpretazioni:
- L’inoltrarsi nella foresta e l'ingresso nel villaggio: li vedo come un viaggio tortuoso alla ricerca di una sua identità. La foresta è fitta e oscura, nella quale è facile smarrirsi (un po' come nelle prime tre terzine della Divina Commedia), ma Kafka decide comunque di entrarci e guardare dentro di sé, fino ad arrivare nel villaggio, che è quasi un limbo. Lì, inchiodato dalla profezia di suo padre, avrebbe potuto non uscirne mai più. Invece, la figura dell’ipotetica madre lo aiuta a liberarsi di questo peso, ad avere il coraggio di guardare avanti e a uscire dalla sua fase statica, ricominciando a vivere. Esce dalla foresta senza difficoltà, avendo ritrovato la "retta via" che aveva smarrito. La mia domanda è: Kafka ha fatto fisicamente questo viaggio soprannaturale, come ci descrive Murakami, o è stata solo una metafora che rappresenta il suo viaggio interiore nella quiete e solitudine della baita di montagna?
- Johnny Walker e il Colonnello Sanders: li interpreto come il bene e il male che quotidianamente fanno parte della nostra vita, e che positivamente o negativamente influenzano azioni e pensieri. Se Johnny Walker, alter ego del padre di Kafka, non fosse comparso e non avesse dato sfogo a tutta la sua crudeltà, fino a farsi uccidere da Nakata, la profezia non si sarebbe mai potuta avverare e probabilmente Kafka sarebbe rimasto per sempre schiacciato dal suo malessere interiore, senza mai poter compiere il suo viaggio liberatorio.
- L'entità che esce dal corpo di Nakata: questa mi ha veramente spiazzato, portandomi a chiedermi se Nakata ha compiuto il suo viaggio perché guidato da questa forza non identificata che usava il suo corpo come tramite per cambiare il destino, o se fosse un naturale percorso del suo essere dopo il misterioso incidente occorsogli da ragazzo, che ha cambiato per sempre la sua vita. Da una parte il fatto di avere una “metà ombra” mi porta a pensare che il suo sia un viaggio di completamento; dall'altra mi chiedo quando l’entità è entrata dentro di lui? Il tutto è legato all’incidente sulla montagna dopo il passaggio del B29 americano, che però rimane un elemento di incognita. Quindi, sicuramente Nakata è il personaggio con cui l'elemento soprannaturale è più legato, ma anche quello più misterioso.
Kafka è sì molto maturo, forse fin troppo per un ragazzo della sua età. Credo che ciò sia legato alla storia personale della sua famiglia: abbandonato da madre e sorella, ha dovuto obbligatoriamente crescere da solo, visto l’astio verso il padre. Una solitudine che l’ha portato a chiudersi anche verso il mondo esterno; una vita, oltre a tutto, condizionata dalla pesante profezia prospettata, magari sfogata attraverso l’attività fisica che metaforicamente, oltre a forgiare il corpo con fatica e disciplina, forgia anche lo spirito. Del resto, come dice la sua personalità/coscienza, il ragazzo Corvo, "Devi essere il quindicenne più duro e indistruttibile del mondo". Scappa dalla vita che non ha scelto ma che gli è stata imposta per decisioni altrui (un genitore l’ha abbandonato e l'altro, pur fisicamente presente, è completamente assente) e l’unico modo che ha per cambiare il corso del destino è dare corso alla profezia.Profezia che lo porta ad associare la Signorina Saeki a sua madre e Sakura a sua sorella. Io non credo che né l’una né l’altra siano legate da vincoli di parentela con lui, sarebbe tutto troppo, troppo improbabile (sebbene siamo in un romanzo onirico e tutto può accadere, trovare per caso tua sorella e tua madre scappate 11 anni prima è un'enorme coincidenza) e secondo me neanche necessario, visto che, comunque, hanno atteggiamenti assimilabili: come una madre e una sorella lo accolgono, lo confortano e lo aiutano, facendo sì che la profezia si avveri. Tra l'altro, Murakami non ci dà nessuna certezza o smentita al riguardo, perché comunque il modo in cui vogliamo interpretare o vivere la situazione non cambia il viaggio del protagonista. Il non domandare mai il perché dell’abbandono potrebbe essere dettato dal fatto che inconsciamente Kafka sia consapevole che la signorina Saeki non sia effettivamente sua madre, ma gli serva viverla come tale per compiere il suo destino, e lei accetti la situazione per liberarsi a sua volta dello stallo in cui ha vissuto per anni.Hoshino è piaciuto veramente tanto anche a me! Pur essendo un personaggio "secondario" e inizialmente abbastanza semplice e legato al materialismo concreto, incarna dei valori positivi: si mostra molto disponibile con Nakata vedendolo in difficoltà, dimostrando tutta la sua generosità e il coraggio di abbandonare la sua vita "normale" per seguire una nuova e strana avventura che gli farà compiere un'importante evoluzione.Invece trovo in Oshima l'unico personaggio che, pur avendo un ruolo centrale in tutto il racconto quasi facesse da guida spirituale a Kafka, come una sorta di Virgilio per Dante nella Divina Commedia (lo accoglie e gli dà rifugio in biblioteca, lo presenta alla Signorina Saeki coadiuvando il loro rapporto senza però mai intromettersi tra loro, gli mette a disposizione la baita in montagna prima per prepararlo e poi per fargli compiere il suo viaggio metafisico di liberazione), non compie alcuna evoluzione, come se Murakami ce lo volesse presentare come già completo.Ho trovato le storie ben intrecciate, con delicatezza, in modo da far risultare ogni personaggio comunque autonomo ma indissolubilmente legato agli altri.Anche sull'ambientazione ti do ragione, si respirava bene l'atmosfera orientale di cultura e luoghi. Ho poi ricostruito con Maps il percorso fatto dai personaggi da Tokyo in poi per curiosità di ripercorrere anche geograficamente il loro viaggio!Sicuramente Murakami non dà tutte le risposte che vorremmo, anzi, in alcuni casi ci lascia veri e propri dubbi per farci riflettere e interpretare a nostro sentimento e trovo tutto questo molto coinvolgente.Mi sono dilungato un po', ma, essendomi piaciuto così tanto questo libro, mi fa altrettanto piacere confrontarmi con la tua esperienza di lettura!