Mercoledì, 05 Novembre 2025

"Lettere a Lucilio" di Seneca

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22/01/2021 11:48 - 22/01/2021 11:49 #49748 da Margarethe
"Lettere a Lucilio" di Seneca è stato creato da Margarethe
Buongiorno, sto leggendo quest'opera di Seneca e ho pensato di condividere alcune riflessioni perché lo trovo sempre molto attuale.

Sono arrivata alla lettera 58 "Considerazioni sulla filosofia di Platone"
Dopo la spiegazione della filosofia di Platone la lettera si fa a mio avviso più interessante, infatti, approfittando del fatto che Platone non annovera le cose palpabili tra quelle con esistenza propria perché scorrono e cambiano, Seneca parla della vecchiaia e, in un certo senso, di eutanasia.

Questo dice appunto il motto di Eraclito: "Non possiamo discendere due volte nello stesso fiume". Il nome del fiume è sempre lo stesso, ma l'acqua è scivolata via. Questo cambiamento in un corso d'acqua è più manifesto che nell'uomo, ma la corrente che porta via anche noi non è meno rapida. E perciò mi meraviglio della nostra stoltezza, che ci fa amare una cosa così fugace, il corpo, e ci fa temere che ogni giorno morremo, mentre ogni momento è la morte della precedente condizione di vita. Non devi temere che avvenga una volta ciò che avviene ogni giorno."


Ma se il corpo è ormai inetto alle sue funzioni, perché non dovremmo liberare da esso uno spirito affaticato? E forse bisogna che uno lo faccia prima che vi sia obbligato, affinché non capiti che in quel momento non possa più farlo. E poiché è più rischioso vivere male che morire subito [...].

Non rinuncerò alla vecchiaia, se mi conserverà tutto intero; voglio dire interno nella parte migliore del mio essere. Ma se essa comincerà a farmi vacillare la mente e ad offuscarmela, se non mi lascerà la vita, ma solo un soffio di vita fisica, balzerò fuori dall'edificio putrido e cadente. Non fuggirò la malattia con la morte, purché mi sia possibile guarire e lo spirito non ne resti menomato. Non volgerò le mani contro me stesso per paura del dolore: in tal caso, darsi la morte significa lasciarsi vincere. Ma se saprò di dover soffrire senza termine, me ne verrò fuori dalla vita non per le sofferenze in sé stesse, ma perché vedrò in esse un ostacolo a tutto ciò che costituisce la ragione di vivere.

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

Ultima Modifica 22/01/2021 11:49 da Margarethe.
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22/01/2021 13:07 #49749 da vanna
Risposta da vanna al topic "Lettere a Lucilio" di Seneca
Considerazioni attualissime, basti pensare alle patologie della nostra società in aumento vertiginoso come demenza senile ed Alzheimer per le quali ancora non si dispone di farmaci che ritardino o contribuiscano anche solo in parte a ridurre i sintomi, una perdita di identità e dignità per chi ne è affetto che ha ripercussioni inimmaginabili in ambiti familiari impreparati ad affrontare situazioni così complesse

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22/01/2021 14:00 #49750 da davpal3
Risposta da davpal3 al topic "Lettere a Lucilio" di Seneca
Bellissime frasi. Mi viene in mente una frase delle Operette morali di Leopardi: “ Ma in fine, la vita debb’esser viva, cioè vera vita; o la morte la supera incomparabilmente di pregio.”
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22/01/2021 14:36 - 22/01/2021 15:11 #49751 da Federico
Risposta da Federico al topic "Lettere a Lucilio" di Seneca
Bel post Greta, davvero interessante.

Mi soffermo innanzitutto sulla frase di Eraclito e sul successivo discorso dell'impermanenza. Questo è un tema centrale nelle culture orientali, tant'è che la filosofia eraclitea, spesso sintetizzata con la spuria espressione "panta rei", è stata da molti ricondotta a Zoroastro e alle filosofie asiatiche del suo tempo, probabilmente arrivate a lui grazie alle tanti popolazioni nomadi.
I giapponesi sulla impermanenza del tempo, ossia sul costante morire di ogni istante, hanno creato un'espressione che racchiude un intero filone di arti: Mono no aware. Libri e film sono incentrati su questo concetto, e buona parte della bellissima poesia Haiku. Alcuni dei migliori haiku, mi vengono in mente quelli di Basho, sono proprio legati a questa irreversibilità e perciò alla bellezza dell'istante presente.
Legati a questo concetto sono pure quei disegni geometrici, intricati, meravigliosi, che i monaci buddisti fanno con la sabbia ( link ), e che distruggono appena finiti, perché se l'occidente si illude di creare opere eterne e di vincere la morte attraverso il proprio lascito, i buddisti invece hanno capito che è solo questione di tempo e tutto finirà, tutto verrà distrutto, tutti verremo dimenticati. La conclusione è che non si deve fare nulla per raggiungere un risultato ma fare ciò che nel presente ti arricchisce lo spirito.

Sul tema più generale, che come dice Vanna estremamente attuale visto che ormai abbiamo allungato tantissimo la vita, credo che Seneca parli più di suicidio che di eutanasia. Io non sono cristiano, anzi sono un ateo "ortodosso", e quando Mario Monicelli si tolse la vita avevo ancora il mio vecchissimo nonno, che per dieci anni ha vissuto una vita di sofferenze non degna di essere vissuta. Ecco, quando Monicelli si buttò, io pensai e ancora lo penso, che spero di avere la forza necessaria per compiere lo stesso gesto, prima che sia troppo tardi, come invece per mio nonno. Magari lo penso adesso che son giovane, però lo trovo ancora giusto.

Al riguardo può venirci in aiuto Epicuro, il quale nella Lettera sulla felicità ci ricorda che non bisogna avere paura della morte, perché essendo il nulla, la fine di tutto, è soprattutto la fine delle nostre sofferenze: quando c'è lei, non ci siamo noi, non ci fa nulla, tranquilli.
I buddisti invece hanno un'attitudine differente: il punto di partenza del Budda, come ben descritto da Asvagosa, è la constatazione che la vita include vecchiaia, malattia e morte. Ossia che il momento di piacere e felicità passa in fretta e non torna più. C'è solo un modo per interrompere questo percorso che necessariamente porta a soffrire: riuscire a scollegare completamente lo spirito dal corpo, attraverso l'annullamento del bisogno e del desiderio, così da eliminare alla radice ogni possibilità di sofferenza.
Più facile dirlo che farlo, ma in ogni caso un ragionamento profondissimo e bellissimo.
Ultima Modifica 22/01/2021 15:11 da Federico.

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22/01/2021 15:58 - 22/01/2021 16:08 #49754 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic "Lettere a Lucilio" di Seneca
Grazie Federico, che risposta!

Anch'io amo questa filosofia di vivere il presente, ma non come spesso intendiamo noi occidentali, ovvero di non faticare e darsi ai piaceri oziosi, oppure al contrario di avere l'ansia di riempire ogni attimo della nostra vita per non perdere tempo, cosa che fa ritrovare qualcuno alla sua vecchiaia con la sensazione di non aver vissuto veramente e quindi con l'angoscia della morte. Mi piacerebbe molto riuscire a vivere essendo sempre pronta a morire, come lessi anche nel Bushido, e come dice anche Seneca in altre lettere precedenti.

La filosofia dei buddisti di non vivere per raggiungere un obiettivo mi interessa molto. Perché alla fine loro stessi vivono per un obiettivo altissimo, eppure l'importante è godersi il viaggio, come si dice. In un film su Jane Austen mi ha colpito una scena in cui una madre parla con la figlia e le dice che quando era giovane e sentiva quella passione, quella voglia di raggiungere l'obbiettivo e i propri sogni, e pensava che avrebbe avuto la felicità una volta raggiunta la meta. E una volta raggiunto e invecchiata si è resa conto che invece era proprio quel sentimento la vera felicità.

A proposito del vivere il presente, ho in mente questa frase che mi ha detto una collega nepalese un paio di settimane fa prima che partissi per un viaggio: "Don't forget to enjoy". L'ha detto con estrema naturalezza, non era una frase preparata, e mi sono interrogata sul fatto che mentre in altre culture riescono a dire cose così spirituali con naturalezza, noi occidentali spesso le consideriamo un po' stucchevoli e quando le pronunciamo cerchiamo di sdrammatizzare buttandola sul ridere, almeno questo ho visto nella mia cerchia di conoscenze. Un collega pakistano lo consideriamo il nostro guru, perché ogni volta che ci lamentiamo o siamo tristi ci ricorda della bellezza in ogni cosa o che siamo vivi :)

Francesco ha detto: Al riguardo può venirci in aiuto Epicuro, il quale nella Lettera sulla felicità ci ricorda che non bisogna avere paura della morte, perché essendo il nulla, la fine di tutto, è soprattutto la fine delle nostre sofferenze: quando c'è lei, non ci siamo noi, non ci fa nulla, tranquilli.


Amo questo modo di porsi. Spesso a chi è ateo viene chiesto se ha paura della morte, del nulla, e questi grandi pensatori rispondono per noi.

Riporto una citazione che arriva dalla parte opposta del mondo rispetto a quelle viste finora: "Vivi la tua vita in maniera tale che la paura della morte non possa mai entrare nel tuo cuore. Non attaccare nessuno per la sua religione; rispetta le idee degli altri, e chiedi che essi rispettino le tue. Ama la tua vita, migliora la tua vita, abbellisci le cose che essa ti dà. Cerca di vivere a lungo e di avere come scopo quello di servire il tuo popolo. Prepara una nobile canzone di morte per il giorno in cui ti incamminerai verso la grande separazione. Rivolgi sempre una parola o un saluto quando incontri un amico, anche se straniero, in un posto solitario. Mostra rispetto per tutte le persone e non umiliarti davanti a nessuno. Quando ti svegli al mattino ringrazia per il cibo e per la gioia della vita. Se non trovi nessun motivo per ringraziare, la colpa giace solo in te stesso. Non abusare di niente e di nessuno, perché farlo cambia le cose sagge in quelle sciocche e priva lo spirito delle sue visioni. Quando arriverà il tuo momento di morire, non essere come quelli i cui cuori sono pieni di paura: quando arriverà il loro momento essi piangeranno e pregheranno per avere un altro poco di tempo per vivere la loro vita in maniera diversa. Canta la tua canzone della morte e muori come un eroe che sta tornando alla casa."
Tecumseh

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

Ultima Modifica 22/01/2021 16:08 da Margarethe.
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27/01/2021 08:00 #49937 da Federico
Risposta da Federico al topic "Lettere a Lucilio" di Seneca
Ecco un progetto-rituale figlio del lockdown, di un’artista italiana, che ricorda molto i disegni di sabbia dei monaci buddisti: Link

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27/01/2021 17:29 #49969 da Margarethe
Risposta da Margarethe al topic "Lettere a Lucilio" di Seneca

Federico ha scritto: Ecco un progetto-rituale figlio del lockdown, di un’artista italiana, che ricorda molto i disegni di sabbia dei monaci buddisti: Link


Che brava, voglio provare anch'io questo rituale del fare e distruggere

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

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29/01/2021 00:15 - 29/01/2021 00:15 #50098 da porthosearamis
Risposta da porthosearamis al topic "Lettere a Lucilio" di Seneca
riprendo qualche concetto letto nei vari messaggi:

-anche io credo che Seneca faccia riferimento al suicidio: Seneca, peraltro, è pensatore attento alla dignità della vita umana.

- sul concetto di dignità del vivere, sull'attenzione alla cultura orientale e su altri temi qui ricordati, segnalerei il libro del mese di dicembre 2014 "Un altro giro di giostra" di Terzani
www.ilclubdellibro.it/forum/4-libri-del-...giro-di-giostra.html

- Caso Monicelli: credo che Federico abbia centrato il punto. Il coraggio in queste situazioni è tutto. Spesso, siamo sopraffatti dai timori
Ultima Modifica 29/01/2021 00:15 da porthosearamis.
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Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

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