Mercoledì, 31 Dicembre 2025

"Il mondo nelle mani. Divagazioni sul viaggiare" di Anna Maspero

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04/02/2021 15:43 - 04/02/2021 15:43 #50498 da Margarethe
Apro questo topic non per proporvi di leggere il libro, ma perché avrei piacere a porvi alcune riflessioni che vi sono riportate, sempre per conoscerci meglio sul tema viaggi. Tra l'altro la prefazione è di Marco Aime!

L'autrice si interroga sui motivi del partire o non partire, proponendoci una citazione, suppongo ironica (?) di Cesare Pavese:
Viaggiare è una brutalità.
Obbliga ad avere fiducia negli stranieri e a perdere di vista il comfort familiare della casa e degli amici.
Ci si sente costantemente fuori equilibrio.
Nulla è vostro, tranne le cose essenziali.

Allora ci propone delle opzioni, per chi decide di partire e per chi invece preferisce non farlo. Scegliete le vostre. Ognuna di esse è una parte di verità, ma scorrendole ciascuno sarà catturato da alcune, che probabilmente rappresentano la sua verità preponderante.

Io resto...
...perché il viaggio è anche noia, fatica, rischio...non per niente in inglese riposarsi si dice to rest, mentre la parola travel, "viaggio", in origine significava "travaglio", "lavoro".
...perché le avventure che raccontiamo al ritorno sono quelle che durante il viaggio chiamiamo sfighe.
...perché quel che si trova viaggiando spesso delude le aspettative.
...perché alla fine si scopre che "tutto il mondo è paese" e che il diverso è sotto casa.
...perché il vero viaggio di scoperta è finito ed è sempre più raro provare straniamento e stupore.
...perché sul web si trova tutto ciò che un tempo si poteva conoscere solo spostandosi fisicamente.
...perché partire è un po' fuggire.
...perché a furia di viaggiare si diventa stranieri a casa propria e "nessuno" a casa d'altri.
...perché il viaggio è un'evasione solo apparente e si è sempre in libertà vigilata.

Io parto...
...perché viene naturale farlo.
...perché, anche se non è indispensabile, aiuta a vivere.
...per fuggire dalla routine.
...per godere del piacere della lontananza.
...per prendersi una vacanza dal sé di sempre. E, forse, per andare incontro al sé più vero.
...per capire ciò che siamo, se si è giovani.
...per fregare il tempo, se si è più vecchi.
...per curiosità.
...per nostalgia.
...per fare silenzio.
...per aprire gli occhi e il cuore.
...per lasciare il superfluo e riassaporare il gusto delle cose semplici.
...per ritrovare il piacere dell'incontro e dello scambio.
...per desiderio di avventura e anche di correre qualche azzardo.
...per recuperare la dimensione del gioco e della scoperta.
...per sentirci vivi e vivere il momento.
...per mettere in moto tutti i sensi.
...per emozionarci, per appassionarci, per riuscire ancora a provare stupore.
...per ritrovare luoghi familiari e persone conosciute.
...per lasciare luoghi familiari e persone conosciute.
...per avvicinare il diverso. E "contaminarci".
...per capire se c'è un sentire comune che appartiene all'uomo, a qualsiasi latitudine.
...per guardarci da una certa distanza e comprendere che le nostre verità sono relative.
...per riorientarci nella vita.
...perché è una piacevole dipendenza che non fa male.
...perché è una promessa.
...perché è bello perdersi e poi ritrovarsi, partire e poi tornare.
...perché, se non ora, quando?

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

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07/02/2021 23:19 #50704 da Margarethe
Personalmente un'opzione che mi ha attirata subito è questa: ...per lasciare il superfluo e riassaporare il gusto delle cose semplici.

Quando viaggio porto solo l'essenziale, e questo mi fa sentire così bene! Per settimane sono autorizzata a ruotare sempre gli stessi vestiti, a portare sempre lo stesso paio di scarpe da ginnastica, a non usare prodotti cosmetici. E oltre a questo, tutti gli impegni, le routine e le frequentazioni che impegnano le giornate saltano, e il tempo si libera magicamente, oltre ad avere la scusa per interrompere attività che ormai non entusiasmano più ;)

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

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07/02/2021 23:39 #50705 da Giami23
Io parto...per curiosità...per fare silenzio...per aprire gli occhi e il cuore...per capire se c'è un sentire comune che appartiene all'uomo, a qualsiasi latitudine...per guardarci da una certa distanza e comprendere che le nostre verità sono relative.

Penso che ognuno di noi tra le sue convinzioni possa rimanere come un uccellino in gabbia. Dobbiamo volare per conoscere, sperimentare, comprendere e apprezzare. Il viaggio alimenta la nostra curiosità, apre i nostri orizzonti e ci aiuta a confrontarci con altre realtà, a rinnovare il senso che diamo alla vita riscoprendo i valori essenziali, le cose che ci rendono simili e non badare a ciò che può renderci diversi. Il viaggio avvicina non allontana.
Il viaggio mi rende grata verso Dio, verso madre natura, verso la mia famiglia, verso la parte migliore di questo mondo, per tutto quello che mi offre partendo e per tutto quello che ritroverò tornando a casa.

“Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la
consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso.”

(Francesco Petrarca)
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23/02/2021 19:33 - 23/02/2021 19:35 #51103 da Giami23
In questi giorni ho sperimentato un viaggio diverso, a lungo atteso eppure inaspettato. Quel viaggio che si intraprende in cerca di speranza, alla ricerca affannosa di nuove opportunità, di quelle che possono scrivere un altro capitolo nella propria vita infondendo rinnovata fiducia nel futuro. È un viaggio verso nuove occasioni ma che richiede rinunce e compromessi. Si abbandonano certezze e insicurezze per abbracciarne altre. Si parte combattuti tra la voglia di cambiamento e rinnovati stimoli, lasciando indietro ricordi d'infanzia, gli affetti, un luogo sicuro.
Il rapporto con la mia terra è fatto di odio e amore. È intriso di amarezza e rancore per i frutti che non offre a chi resta, che costringe chi nasce qui a scegliere tra rimanere accontentandosi delle briciole e per quel poco a stringere patti, a piegarsi alla volontà di coloro che comandano arricchendosi sulle spalle degli instancabili muli da soma, o di partire zaino in spalla in cerca di fortuna, sradicando le nostre vite. I genitori qui hanno sacrificato ogni cosa per prometterci un futuro che non ci è concesso e inevitabilmente e forse ci aspetta altrove. È una terra di rara bellezza, ma selvatica e trascurata, che il progresso ha a malapena raggiunto, ma quel poco che è bastato ad arrivare sino a qui è stato causa di ferite che hanno fatto ammalare uomini, campi, bestiame.
È un posto dai paesaggi che recano una storia ricca di silenzi, di boschi e valli disabitate per chilometri che incantano per la loro arcaica bellezza. A vivere qui tutto ti passa addosso lentamente, quasi con indifferenza. Sembra tutto cosi insignificante perché la rabbia imbruttisce i posti che amiamo, ma poi andando via risollevi lo sguardo su ogni cosa e ne ritrovi il suo misterioso splendore, tutta la sua essenza. Raggiungo la prima stazione vicina, in Campania, e partendo guardo dal finestrino emozionata all'idea di vedere tutto ciò che sarà nuovo per me. È vero ogni posto è meraviglioso, ma poi scopri ritornando che niente è bello come casa tua. Quelle montagne che mi apparivano solo tali e tutte uguali le scorgo in lontananza e ora le riconoscerei tra mille. Così come l'aria, i boschi, i rovi, i colori, i profumi, i sapori, le case diroccate, aggrappate alla roccia o adagiate ai pendii. Un paesaggio incerto ma mai sconosciuto e che rievoca ricordi felici misti a malinconia e rammarico. Vogliamo essere cittadini del mondo e come Ulisse disse nel XXVI canto dell'Inferno di Dante "fatti non foste a viver come bruti" ci avventuriamo fuori da questi confini affamati di conoscenza, ambizioni, sogni, progetti. È un frutto dolce da mordere ma dal retrogusto amaro.
Perché la verità è che nessun posto è bello come la propria terra con le sue bellezze e le sue storpiature ed ognuna di esse è scolpita dolorosamente nel nostro cuore. Ovunque siamo prima o poi tutti torneremo a casa, in fondo siamo solo di passaggio.

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Ultima Modifica 23/02/2021 19:35 da Giami23.
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24/02/2021 15:37 #51113 da elis_
Che dibattito affascinante, grazie per averlo proposto :)

Personalmente mi trovo d'accordo in parte con la citazione di Pavese, seppur ironica penso nasconda un fondo di verità, infatti sono le sensazioni che provo poco prima di partire! Adoro viaggiare ma i giorni che precedono la partenza mi mettono sempre un pochino d'ansia, nonostante ciò non mi sono rispecchiata in nessuna della affermazioni che riguardano il "io resto", mi ritrovo invece in molte di quelle del "io parto", in particolar modo:

per curiosità, per aprire gli occhi e il cuore, per lasciare il superfluo e riassaporare il gusto delle cose semplici, per emozionarci, per appassionarci, per riuscire ancora a provare stupore, per avvicinare il diverso. E "contaminarci", per riorientarci nella vita

Queste sono le prime motivazioni che mi spingono a fare un viaggio: la curiosità è la scintilla della vita, personalmente sono molto curiosa e cerco sempre di alimentarla, è quella che poi ci spinge a scoprire cose nuove, ad uscire dalla comfort zone, e ci permette di emozionarci, di stupirci. Conoscere persone, abitudini, lingue e costumi nuovi ci fa allargare l'orizzonte, ci fa capire che il mondo non è per niente fatto dalla nostra piccola dimensione quotidiana, che c'è moltissimo altro, tutto così diverso e così bello a proprio modo, ci ridimensiona e ci fa capire molto di noi stessi.
Si dice che chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita, perchè si torna sempre con un bagaglio di esperienze non indifferenti, se si è disposti ad aprire il cuore, essere curiosi e assaporare ogni minuto di quella nuova esperienza.

Tendenzialmente sono una viaggiatrice mooolto metodica ed organizzata, raramente parto "all'avventura" perchè un po' l'ignoto mi spaventa ma soprattutto perchè, se non organizzo tutto nei minimi dettagli, temo di non vedere abbastanza cose e fare abbastanza esperienze. Quando decido di fare un viaggio, oltre a biglietto aereo e prenotazione d'albergo, porto sempre con me un'agenda e la guida turistica del posto: scrivo tutto quello che potrei fare e vedere, cerco su internet luoghi ed esperienze meno comuni e organizzo nel dettaglio le mie giornate, i miei compagni di viaggio spesso mi criticano per questo metodo ma altrettanto spesso a fine vacanza mi ringraziano per avergli fatto vivere esperienze che non avrebbero mai pensato di fare :laugh:

Nonostante ciò, il mio viaggio dei sogni è l'Africa: sogno di partire solo con uno zaino in spalla e con un biglietto di sola andata, senza dispositivi tecnologici, solo carta e penna, alla scoperta della natura più selvaggia e incontaminata, nella speranza di riallacciare il rapporto con l'essenziale e con la natura che temo ai giorni nostri si stia un po' perdendo..

Sono molto curiosa di leggere le vostre opinioni!
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24/02/2021 16:16 #51116 da elis_

Giami23 ha scritto: In questi giorni ho sperimentato un viaggio diverso, a lungo atteso eppure inaspettato. Quel viaggio che si intraprende in cerca di speranza, alla ricerca affannosa di nuove opportunità, di quelle che possono scrivere un altro capitolo nella propria vita infondendo rinnovata fiducia nel futuro. È un viaggio verso nuove occasioni ma che richiede rinunce e compromessi. Si abbandonano certezze e insicurezze per abbracciarne altre. Si parte combattuti tra la voglia di cambiamento e rinnovati stimoli, lasciando indietro ricordi d'infanzia, gli affetti, un luogo sicuro.
Il rapporto con la mia terra è fatto di odio e amore. È intriso di amarezza e rancore per i frutti che non offre a chi resta, che costringe chi nasce qui a scegliere tra rimanere accontentandosi delle briciole e per quel poco a stringere patti, a piegarsi alla volontà di coloro che comandano arricchendosi sulle spalle degli instancabili muli da soma, o di partire zaino in spalla in cerca di fortuna, sradicando le nostre vite. I genitori qui hanno sacrificato ogni cosa per prometterci un futuro che non ci è concesso e inevitabilmente e forse ci aspetta altrove. È una terra di rara bellezza, ma selvatica e trascurata, che il progresso ha a malapena raggiunto, ma quel poco che è bastato ad arrivare sino a qui è stato causa di ferite che hanno fatto ammalare uomini, campi, bestiame.
È un posto dai paesaggi che recano una storia ricca di silenzi, di boschi e valli disabitate per chilometri che incantano per la loro arcaica bellezza. A vivere qui tutto ti passa addosso lentamente, quasi con indifferenza. Sembra tutto cosi insignificante perché la rabbia imbruttisce i posti che amiamo, ma poi andando via risollevi lo sguardo su ogni cosa e ne ritrovi il suo misterioso splendore, tutta la sua essenza. Raggiungo la prima stazione vicina, in Campania, e partendo guardo dal finestrino emozionata all'idea di vedere tutto ciò che sarà nuovo per me. È vero ogni posto è meraviglioso, ma poi scopri ritornando che niente è bello come casa tua. Quelle montagne che mi apparivano solo tali e tutte uguali le scorgo in lontananza e ora le riconoscerei tra mille. Così come l'aria, i boschi, i rovi, i colori, i profumi, i sapori, le case diroccate, aggrappate alla roccia o adagiate ai pendii. Un paesaggio incerto ma mai sconosciuto e che rievoca ricordi felici misti a malinconia e rammarico. Vogliamo essere cittadini del mondo e come Ulisse disse nel XXVI canto dell'Inferno di Dante "fatti non foste a viver come bruti" ci avventuriamo fuori da questi confini affamati di conoscenza, ambizioni, sogni, progetti. È un frutto dolce da mordere ma dal retrogusto amaro.
Perché la verità è che nessun posto è bello come la propria terra con le sue bellezze e le sue storpiature ed ognuna di esse è scolpita dolorosamente nel nostro cuore. Ovunque siamo prima o poi tutti torneremo a casa, in fondo siamo solo di passaggio.


Bellissima riflessione, mi ha emozionata!
Deduco che sei una fuori sede, anch'io lo sono, vengo dalla Sicilia e tutto quello che hai detto rispecchia perfettamente anche la mia regione, purtroppo.
La differenza però, immagino, è che io ho scelto di andare via dalla mia terra quindi non concordo sull'ultima frase riguardo il "tornare a casa": da diversi anni a questa parte ho sempre pensato di non sentirmi mai veramente a casa in nessun posto, però, invece di vederla in modo negativo, ho preferito scegliere il risvolto positivo della cosa e cioè che non mi sento mai veramente a casa perchè non ho una sola casa, ogni posto in cui ho vissuto è "casa", ho lasciato un pezzettino di me in ogni luogo e non la vedo più come una cosa negativa, anzi, mi sento "cittadina del mondo" e so che questo essere così nomade in realtà non fa che arricchirmi. Sono saldamente legata alle mie origini siciliane, ma non me la prendo più quando vedo che tra una parola e l'altra di dialetto siciliano mi scappa l'accento salentino o un intercalare milanese! :lol:
D'altronde non è forse vero che "home is where the heart is"? :)
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25/02/2021 00:43 #51125 da Margarethe
Giami la tua riflessione è molto poetica, ti ringrazio. Trovo che, anche se ci troviamo nell'altra discussione, i tuoi sentimenti siano simili a quelli di Marco Aime.. Sono di natura duplice e contraddittoria: la gioia del restare con l'amarezza di quello che non va, la gioia del partire con la nostalgia di casa. Hai espresso in modo bellissimo quello che tantissime persone provano o hanno provato in tante epoche.

Grazie anche per la tua risposta Alice.

Elis_ ha scritto: Si dice che chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita, perchè si torna sempre con un bagaglio di esperienze non indifferenti, se si è disposti ad aprire il cuore, essere curiosi e assaporare ogni minuto di quella nuova esperienza.


Sono d'accordo, non si torna mai uguali, mentre gli altri che sono rimasti a casa sono sempre gli stessi, e a volte questo è traumatico!

Elis_ ha scritto: Nonostante ciò, il mio viaggio dei sogni è l'Africa: sogno di partire solo con uno zaino in spalla e con un biglietto di sola andata, senza dispositivi tecnologici, solo carta e penna, alla scoperta della natura più selvaggia e incontaminata, nella speranza di riallacciare il rapporto con l'essenziale e con la natura che temo ai giorni nostri si stia un po' perdendo..


Wow che bello, una vera avventura! Certo che per una metodica come te sarebbe un grande salto :laugh: io sogno di fare questo viaggio in Italia per cominciare, partire senza programmare nulla, andare dove mi va in quel momento.
In merito all'assenza di tecnologia, ho fatto un viaggio di 4 giorni nella natura in un posto dove non c'era rete internet, così mi sono limitata a mandare qualche SMS solo al mio compagno per avvisare che ero viva, è effettivamente un'esperienza che ti fa vivere più appieno il momento, e poi dà più il senso di avventura e di doverti arrangiare senza avere sempre l'ausilio del telefono :)

Elis_ ha scritto: da diversi anni a questa parte ho sempre pensato di non sentirmi mai veramente a casa in nessun posto, però, invece di vederla in modo negativo, ho preferito scegliere il risvolto positivo della cosa e cioè che non mi sento mai veramente a casa perchè non ho una sola casa, ogni posto in cui ho vissuto è "casa", ho lasciato un pezzettino di me in ogni luogo e non la vedo più come una cosa negativa, anzi, mi sento "cittadina del mondo" e so che questo essere così nomade in realtà non fa che arricchirmi. Sono saldamente legata alle mie origini siciliane, ma non me la prendo più quando vedo che tra una parola e l'altra di dialetto siciliano mi scappa l'accento salentino o un intercalare milanese! :lol:


Che bel pensiero positivo! Anch'io mi sento così: più esperienze di viaggio o di vita faccio e più mi sento di non appartenere a nessun luogo (I have no roots), però alla fine mi piace questa sensazione! Inoltre mi rendo conto che apprezzo sempre più le mie origini ma non in senso nostalgico, puramente culturale. Mentre quando ero adolescente incastrata in una piccola cittadina non la potevo soffrire, per me era il peggio della vita :laugh:

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25/02/2021 10:30 #51126 da Giami23
Grazie Margarethe ..si in questa mia riflessione mi sono rivista nelle emozioni contrastanti di Aime e forse per la prima volta ne ho comprese molte.
È complicato spiegare cosa rappresenta questo viaggio che sto sperimentando perché qui è la mia casa, qui le mie radici, ma al contempo in questo paese non mi sono mai davvero sentita al posto giusto. Andare via è doloroso per ciò che lascio e per ciò che avrebbe potuto essere e non è. Andare via è anche una mia scelta perché necessito di nuovi stimoli, nuovi orizzonti, nuove conoscenze. Ma è anche una scelta costretta perché non parto solo per fare esperienze di vita ma perché qui non potrei farle affatto. Restare qui richiede un prezzo alto da pagare, ma anche andando via si paga un prezzo. Alla fine però si sceglie sempre ciò che è più giusto per noi e si tirano le somme. Quindi è probabilmente una partenza senza ritorno come lo è e lo è stato per molti uomini.
Con quello che questo posto offre può sembrare che scegliere sia semplice ma in realtà non lo è mai.
È vero elis ovunque andremo lasceremo sempre un pezzo di noi e per poco o tanto il posto in cui vivremo sarà casa nostra. Ho apprezzato molto le tue riflessioni.
Condivido ciò che dici sull'essere cittadini del mondo ed anche sul valore della partenza, l'arricchimento sul piano personale che ne consegue non ha prezzo.
Nell'ultima frase però credo di averti mandato in confusione. Non mi riferisco a un ritorno a casa che possa essere necessariamente per te in Sicilia e per me in Basilicata. Ogni uomo appartiene al mondo e non solo fisicamente ad un posto. Mettiamo radici vero ma che siamo in grado di travasare se necessario. Ovunque andremo saremo sempre di passaggio e il ritorno a casa sarà ovunque noi scegliamo che sia. Ma probabilmente per noi tutti il ritorno a casa non appartiene a questo mondo. Ecco la mia frase effettivamente può recare un significato che può apparire contorto lo ammetto XD

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25/02/2021 10:35 #51128 da Giami23

Che bel pensiero positivo! Anch'io mi sento così: più esperienze di viaggio o di vita faccio e più mi sento di non appartenere a nessun luogo (I have no roots), però alla fine mi piace questa sensazione! Inoltre mi rendo conto che apprezzo sempre più le mie origini ma non in senso nostalgico, puramente culturale. Mentre quando ero adolescente incastrata in una piccola cittadina non la potevo soffrire, per me era il peggio della vita :laugh:


E proprio questo il punto che alla fine sentiamo di appartenere a tutto e niente..allora non ci resta che abbracciare il bello che il mondo ci offre, correre, volare spingerci oltre pur di non rimanere impantanati e impoveriti nel cuore e nella mente

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25/02/2021 10:39 #51129 da Giami23
Nessun posto è casa mia

A proposito del nostro dibattito vi consiglio di ascoltare questa canzone se già non la conoscete :)

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