Apro questo topic non per proporvi di leggere il libro, ma perché avrei piacere a porvi alcune riflessioni che vi sono riportate, sempre per conoscerci meglio sul tema viaggi. Tra l'altro la prefazione è di Marco Aime!
L'autrice si interroga sui motivi del partire o non partire, proponendoci una citazione, suppongo ironica (?) di Cesare Pavese:
Viaggiare è una brutalità.
Obbliga ad avere fiducia negli stranieri e a perdere di vista il comfort familiare della casa e degli amici.
Ci si sente costantemente fuori equilibrio.
Nulla è vostro, tranne le cose essenziali.
Allora ci propone delle opzioni, per chi decide di partire e per chi invece preferisce non farlo.
Scegliete le vostre. Ognuna di esse è una parte di verità, ma scorrendole ciascuno sarà catturato da alcune, che probabilmente rappresentano la sua verità preponderante.
Io resto...
...perché il viaggio è anche noia, fatica, rischio...non per niente in inglese riposarsi si dice
to rest, mentre la parola
travel, "viaggio", in origine significava "travaglio", "lavoro".
...perché le avventure che raccontiamo al ritorno sono quelle che durante il viaggio chiamiamo sfighe.
...perché quel che si trova viaggiando spesso delude le aspettative.
...perché alla fine si scopre che "tutto il mondo è paese" e che il diverso è sotto casa.
...perché il vero viaggio di scoperta è finito ed è sempre più raro provare straniamento e stupore.
...perché sul web si trova tutto ciò che un tempo si poteva conoscere solo spostandosi fisicamente.
...perché partire è un po' fuggire.
...perché a furia di viaggiare si diventa stranieri a casa propria e "nessuno" a casa d'altri.
...perché il viaggio è un'evasione solo apparente e si è sempre in libertà vigilata.
Io parto...
...perché viene naturale farlo.
...perché, anche se non è indispensabile, aiuta a vivere.
...per fuggire dalla routine.
...per godere del piacere della lontananza.
...per prendersi una vacanza dal sé di sempre. E, forse, per andare incontro al sé più vero.
...per capire ciò che siamo, se si è giovani.
...per fregare il tempo, se si è più vecchi.
...per curiosità.
...per nostalgia.
...per fare silenzio.
...per aprire gli occhi e il cuore.
...per lasciare il superfluo e riassaporare il gusto delle cose semplici.
...per ritrovare il piacere dell'incontro e dello scambio.
...per desiderio di avventura e anche di correre qualche azzardo.
...per recuperare la dimensione del gioco e della scoperta.
...per sentirci vivi e vivere il momento.
...per mettere in moto tutti i sensi.
...per emozionarci, per appassionarci, per riuscire ancora a provare stupore.
...per ritrovare luoghi familiari e persone conosciute.
...per lasciare luoghi familiari e persone conosciute.
...per avvicinare il diverso. E "contaminarci".
...per capire se c'è un sentire comune che appartiene all'uomo, a qualsiasi latitudine.
...per guardarci da una certa distanza e comprendere che le nostre verità sono relative.
...per riorientarci nella vita.
...perché è una piacevole dipendenza che non fa male.
...perché è una promessa.
...perché è bello perdersi e poi ritrovarsi, partire e poi tornare.
...perché, se non ora, quando?