Iniziato a leggere i primi capitoli e già son rimasta perplessa per come da adulta recipisco la condizione della famiglia di Charlie e soprattutto dei nonni come drammatica, mentre ne conservavo un ricordo molto dolce
Non tanto per la povertà, quanto per la solitudine delle quattro coppie di anziani, che passano tutto il giorno a letto a sonnecchiare, aspettando che arrivi la sera per parlare con il nipotino.
Io ho iniziato ieri sera! Anche a me ha fatto più impressione leggere delle condizioni di vita dei Bucket, soprattutto per i morsi della fame, che pena! Mentre dei nonni non ho avuto un'impressione deprimente. Sono particolarmente affezionata a quell'immagine dei "quattro in un letto", due di qua e due di là, è buffa e tenera.
da adulto salta subito all´occhio l´attenzione che viene data alla lingua. Forse perchè il linguaggio stuzzica la fantasia, di cui si nutrono i bambini? O semplicemente perchè i bambini devono "imparare"?
Con esattezza non ti so rispondere. Di sicuro i bambini hanno una fervida immaginazione, un linguaggio così variopinto è stimolante, e anche i giochi di parole hanno una loro componente visiva. Se provo a rievocare le mie letture infantili, devo dire che provavo a immaginarmi veramente tutto quello che veniva descritto, anche le cose più assurde, e mi divertivo.
Quel che non mi è molto chiaro è perchè Willy Wonka ignori Mike Tivù....è l´unico a cui dice sempre di stare zitto e che non riesce a capirlo....bo, forse è tradotto male dall´inglese e il personaggio di Mike dovrebbe avere dei secondi significati? Forse perchè stando incollato alla tivu, rappresenta un costante brusio di sottofondo? Voi come lo interpretate?
Mike Tivù in inglese è Mike Teevee, quindi resta lo stesso "gioco di suono". Non avevo assolutamente pensato alla tua interpretazione, ma è molto intuitiva: la tv come brusio di sottofondo che distrae dalle cose importanti... chissà? Mike comunque non fa domande stupide: sembra un ragazzino perspicace, ma in quanto rappresentante dei "bambini viziati" ha un altro vizio, la dipendenza e l'aggressività.
Nemmeno Willy Wonka, comunque, è un personaggio del tutto positivo, e da queste interazioni si vede: fa certamente da contraltare ai genitori, tutti seriosi, nella sua esuberanza, ma ha anche dei lati oscuri. Per esempio, si rifiuta di prendere in considerazione le domande che gli sembrano noiose o le preoccupazioni legittime dei genitori riguardo la sicurezza. Proprio da queste conversazioni dove "liquida" alla bell'e meglio i suoi interlocutori io sin da bambina l'avevo inquadrato come megalomane.
Il suo vizio credo sia l'orgoglio (e poi, diciamocelo, è un capitalista sfrenato... si è approfittato di un'intera tribù di indigeni!).
I romanzi di Dahl per bambini non sono privi dell'elemento perturbante: possono esserci alleati dai tratti ambigui, e finali non confortanti. Però a me già da bambina piacevano molto proprio per questo. Chi si ricorda "Le streghe"?