Martedì, 30 Settembre 2025

"Il segno dei quattro" di Arthur Conan Doyle

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30/06/2023 23:52 #63826 da guidocx84
"Il segno dei quattro" di Arthur Conan Doyle è stato creato da guidocx84
Dopo aver conosciuto Sherlock Holmes ed il Dott. Watson con il caso raccontato dal dottore (voce narrante) in "Uno studio in rosso", primo libro in cui Doyle ci fa conoscere i due personaggi che hanno deciso di dividersi la casa di Baker Street, è impossibile resistere alla tentazione di affrontare con loro un nuovo misterioso caso.
Il modo migliore per farlo è leggere "Il segno dei quattro", il secondo libro scritto da Doyle in cui compare il celebre investigatore.
Ho ascoltato l'audiolibro e anche in questo caso, come per il precedente, l'attenzione è rimasta alta e non sono riuscito a staccarmi dalla storia fino a quando non l'ho completata.
In generale, questo libro mi è piaciuto più del precedente, sotto vari punti di vista.
La storia è molto ben congegnata e secondo me mette maggiormente in risalto le abilità e la personalità di Sherlock. Anche la sua particolare ironia traspare finalmente dalle pagine del libro che in alcuni tratti fa sorridere.
Emergono anche i suoi lati oscuri.
Il racconto inizia infatti con Sherlock che si sta drogando con la cocaina a causa della noia (dovuta alla mancanza di casi stimolanti da risolvere) e con il dottore che interviene perché non comprende come mai il suo nuovo amico si comporti così.
Poco dopo, finalmente arriva un caso che lo terrà impegnato.
Conosciamo Mary, inizialmente una cliente di Holmes (di cui Watson si innamora e che diverrà poi sua moglie) che si rivolge all'investigatore su consiglio di un'amica per risolvere un caso che la riguarda.
Senza entrare nei particolari della storia (con i gialli gli spoiler sono sempre in agguato), posso dire che risulta a mio parere molto più intricata e coinvolgente rispetto a quella precedente.
C'è anche un inseguimento con un cane per le vie di Londra di notte fino all'alba, uno in barca sul Tamigi con tanto di sparatoria, insomma c'è azione, non solo analisi del caso e deduzione.
Holmes fa uso degli irregolari di Baker Street anche per questo caso, seppur senza ricavarne particolari benefici, così scende in campo personalmente addirittura travestendosi (dice che è stato costretto a farlo perché il libro che ha scritto Watson sul caso precedente gli ha dato una visibilità che prima non aveva e adesso è costretto a travestirsi per non farsi riconoscere).
Insomma, troviamo uno Sherlock molto più dinamico e questo mi è piaciuto molto.
Anche in questo libro c'è il momento flashback ma credo che sia normale perché "il cattivo" possa confermare quanto Sherlock ha dedotto. E anche in questo caso c'è il funzionario di Scotland Yard che si prende i meriti della soluzione delle indagini e sul quale Watson e Sherlock scherzano.
Omicidi, tesori, inseguimenti, ironia e anche un po' di sentimenti, a cui Sherlock è allergico preferendo nettamente la razionalità.
Non posso fare altro che consigliare la lettura di questo libro che mi è piaciuto davvero molto.
Inutile dire che il mio ascolto proseguirà con i 12 racconti successivi raccolti ne "Le avventure di Sherlock Holmes" ;)

«Heaven goes by favor. If it went by merit, you would stay out and your dog would go in.» Mark Twain

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14/01/2024 22:01 #65504 da mulaky
Risposta da mulaky al topic "Il segno dei quattro" di Arthur Conan Doyle
Tra 7-10 giorni io e Beatrice leggeremo questo secondo volume della saga di Sherlock Holmes. Qualcuno vuole farci compagnia? Vi ricordo che potrete spuntare il punto 18 "personaggio seriale"

Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.

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14/01/2024 23:28 #65510 da guidocx84
Risposta da guidocx84 al topic "Il segno dei quattro" di Arthur Conan Doyle

Tra 7-10 giorni io e Beatrice leggeremo questo secondo volume della saga di Sherlock Holmes. Qualcuno vuole farci compagnia? Vi ricordo che potrete spuntare il punto 18 "personaggio seriale"


Brave! Bella scelta! Un libro molto divertente, che ascoltai quest’estate in macchina viaggiando dall’Inghilterra alla Francia. Ne conservo un bel ricordo. Sarò curioso di sapere cosa ne pensate ;)

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22/01/2024 15:48 #65635 da mulaky
Risposta da mulaky al topic "Il segno dei quattro" di Arthur Conan Doyle
Causa impegni di gruppi di lettura, io e Bea posticipiamo di qualche giorno l'inizio della lettura... ci vediamo giovedì/venerdì di questa settimana

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24/01/2024 22:02 #65716 da mulaky
Risposta da mulaky al topic "Il segno dei quattro" di Arthur Conan Doyle
Domani inizio a leggere il romanzo, confermo la data quindi!

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25/01/2024 12:46 #65731 da mulaky
Risposta da mulaky al topic "Il segno dei quattro" di Arthur Conan Doyle
Ho letto i primi quattro capitoli e, rispetto al romanzo precedente, questo è molto più interessante da subito e tiene alta l'attenzione del lettore. Come primissima cosa, Doyle ci mostra uno Sherlock Holmes che si droga perché ha bisogno di esaltazione mentale, la routine e la monotonia lo uccidono... inoltre, sempre nel primo capitolo, ci mostra cosa significa "metodo deduttivo".
Sulla questione droga c'è da riflettere perché trovo sia una cosa molto comune anche oggi: ci sono svariate persone, giovani e non solo, che pur di non rimanere soli con i propri pensieri, hanno bisogno di sballarsi... ma è un rimedio effimero, dura un tot e poi di nuovo si ripiomba nella vita di tutti i giorni. Bisognerebbe imparare ad apprezzare anche i momenti più semplici, morti, possono essere utili per tante cose, non si può vivere ogni istante della propria vita sempre al top, vivendo una costante esaltazione.
Comunque, successivamente incontriamo per la prima volta Mary Morstan e parte il caso, da lì in poi direi che non ci si stacca più dal romanzo. Holmes ci regala una perla del perfetto investigatore deduttivo "E' estremamente importante non permettere che il nostro giudizio sia influenzato da sentimenti personali. L'emotività è nemica del raziocinio": sul piano teorico potrei essere d'accordo con lui, certe volte l'emotività fa più casini che altro, ma le emozioni non si spengono con un pulsante e penso che, alla fin fine, sia anche giusto avere emozioni quando si valuta qualcosa. Ciò che si deve imparare a fare è non farsi schiacciare dalle emozioni, né condurre una lotta contro, le emozioni sono umane e sono parte integrante di noi stessi. Bisogna riconoscerle, accoglierle e saperle gestire... anche questo è intelligenza, intelligenza emotiva per la precisione.

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25/01/2024 17:19 #65736 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "Il segno dei quattro" di Arthur Conan Doyle
Anche io ho letto i primi quattro capitoli e sono contenta di potermi immergere di nuovo in una delle avventure di Sherlock Holmes e Watson. Non mi ricordo se questo lo avessi già letto, ma sicuramente ho il dvd del film vecchio, ma non mi ricordo praticamente niente.
A me era piaciuto anche come venivano presentati sia Sherlock che Watson nel romanzo precedente, ma confermo anche io che qui avviene un vero e proprio approfondimento del personaggio di Sherlock Holmes, descrivendo la sua dipendenza dalle droghe e il metodo deduttivo. Riguardo alle droghe, nella trasposizione cinematografica Elementary (con Watsnon femmina interpretato da Lucy Lue), Sherlock é proprio un ex tossico. Oltre al fuggire dalla realtá, come dici tu Giorgia, temo che molti si droghino proprio per il motivo opposto, come fa Sherlock, ovvero perchè annoiati e senza stimoli, e almeno con le droghe si sentono più vivi.
Sull'intelligenza emotiva anche ti do ragione, ma è anche vero che in tanti contesti l'istinto porta a compiere decisioni pessime, che bisognerebbe invece prendere soltanto in base alla razionalità (penso anche semplicemente a tutte le relazioni di coppia in cui una parte trova sempre giustificazioni per il comportamento scorretto dell'altra). Nei detective, poliziotti e simili credo sia importante cercare di immedesimarsi nelle persone coinvolte nel caso perchè le si può capire di più e si può quindi capire meglio le dinamiche, ma il confine è labile e si corre il rischio di non valutare più le persone in modo obiettivo ma in base all'impressione che ci hanno fatto a pelle. Un'altra professione sono i medici, ad esempio i chirurghi o medici che hanno a che fare con malati oncologici o terminali. Credo sia necessario che tengano a distanza le emozioni sennò non riuscirebbero a fare un lavoro simile, tuttavia sono anche contesti in cui il paziente ha bisogno di percepire che il medico si sta immedesimando in quello che lui prova e che per lui non é solamente una cartella clinica. Insomma, sarebbe bello come dici tu riuscire a delimitare bene i due campi, trarre profitto da entrambi gli aspetti e decidere semplicemente quale approccio adottare, ma purtroppo è impossibile :-(

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26/01/2024 12:44 #65762 da mulaky
Risposta da mulaky al topic "Il segno dei quattro" di Arthur Conan Doyle
No, io non dico di delimitare i due campi ma di non farsi schiacciare dalla troppa emotività e dalla troppa razionalità, diciamo che sarebbe auspicabile un equilibrio tra le due: un medico oncologico non può farsi sopraffare dall'emotività per ovvi motivi, ma deve comunque dimostrare un minimo di umanità ai suoi pazienti e la stessa cosa dovrebbero fare gli psicologici per instaurare un rapporto di fiducia. I poliziotti dovrebbero indagare ma anche immedesimarsi nella vittima e nel colpevole per capirne di più, cioè è una cosa funzionale al caso.

Secondo me non è impossibile trovare un equilibrio tra le due cose, non sto dicendo di pensare razionalmente all'approccio da adottare e spegnere le emozioni, sto dicendo che bisogna imparare a gestire un po' di più le emozioni perché il più delle volte (e lo dico per esperienza diretta) ci facciamo travolgere tipo tsunami. Personalmente sto cercando di fare pratica nella gestione delle emozioni negative più semplici, accogliendole, contestualizzandole e poi cercando di non farmi rovinare la giornata con il malumore e la negatività che è facile farsi venire con queste emozioni. Insomma, sto cercando di fare con me stessa esattamente quello che farei con un amico (in generale, con noi stessi siamo sempre abbastanza intransigenti e duri). Ovviamente ho ancora difficoltà con le emozioni più forti, ma confido che a poco a poco riuscirò a viverle in modo più equilibrato e meno da montagne russe.

Tornando al discorso del poliziotto: se un poliziotto indagasse e si mettesse TROPPO nei panni della vittima e del colpevole, tanto da esserne sopraffatto, il suo giudizio non sarebbe più lucido. Fin qui siamo tutti d'accordo. Però, secondo Holmes, non deve esserci un briciolo di emotività né sentimenti quando si indaga e io questo lo contesto! Sinceramente non vedo come un essere umano possa agire spegnendo l'emotività e rimanendo lo stesso "umano". Holmes agisce in modo distaccato da tutto e tutti, le persone sono solo "pezzi" di un caso da risolvere: basti vedere la mancanza di empatia che ha dimostrato con Watson a inizio romanzo, quando parlava dell'orologio e del fratello. Una cosa che poteva essere gestita decisamente con più tatto.

Per me le emozioni sono umane ed è fuori da ogni logica pensare di eliminarle in base al contesto, come pensa e fa Holmes. E' un po' come i pensieri, si può mai smettere di pensare? No, i pensieri vanno e vengono e anche per le emozioni è così. Mi risulta molto più credibile e umanamente più perseguibile, imparare a gestire le emozioni, nel senso di non lasciarsi abbattere/vincere da esse quando si presentano... ma si presentano, non c'è un interruttore per spegnerle! Non dico sia semplice gestirle, ma mi pare più fattibile di spegnerle del tutto. Insomma, Holmes è un bravissimo investigatore e ci piace molto, ma il suo lato umane mi pare carente...

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26/01/2024 19:43 #65774 da mulaky
Risposta da mulaky al topic "Il segno dei quattro" di Arthur Conan Doyle
Ho appena concluso la lettura di questo romanzo e per me è stata molto piacevole, sono rimasta attaccata alle pagine e non sono riuscita a fare pause. Il caso è intricato e pure il nostro Sherlock sembra essere in crisi, ma ovviamente lo risolverà alla grande! Secondo me, è tutto molto avvincente, sia il caso, sia lo scoprire pagina dopo pagina la personalità di Holmes (è anche un uomo ironico), sia quella di Watson e il suo
Attenzione: Spoiler!
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Dovessi trovare un difetto forse sarebbe il resoconto di un personaggio nel finale, un po' troppo lungo e che non mi ha colpito più di tanto, ma era necessario ai fini della risoluzione del caso (e per non far imbestialire i lettori XD).

Io e Bea abbiamo intenzione di procedere, tra un po' di tempo, con la lettura degli altri romanzi e dei racconti. Seguendo l'ordine, il prossimo è la raccolta "Le avventure di Sherlock Holmes", spero che ci saranno anche altri lettori a farci compagnia!

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27/01/2024 15:48 #65803 da muchentuchen
Risposta da muchentuchen al topic "Il segno dei quattro" di Arthur Conan Doyle
Eccomi anch'io! Avevo già letto questo libro e mi era piaciuto molto, quindi anche stavolta l'ho finito tutto d'un pezzo 

Concordo che qui la trama è più intrigante di quella di Lo studio in rosso. Infatti il mistero è un po' più fitto, e l'elemento "esotico" di tesori nascosti e terre lontane lo rende più avvincente.

In questo libro viene menzionato l'uso di cocaina di Holmes, che non lo rende necessariamente dipendente, dato che ne fa solo un uso saltuario quando ne sente il bisogno, ma che preoccupa Watson che, essendo un medico, ne conosce bene gli effetti negativi, anche se all'epoca la sostanza era del tutto legale e veniva spesso usata a scopo medicinale, quindi si sente in dovere di avvertire il suo amico.

Riguardo alla mancanza di sentimentalità di Holmes di cui avete parlato, sono del parere che ha ragione a tenersene lontano quando deve seguire un'indagine, perché è vero che le emozioni spesso offuscano la ragione e possono portare a decisioni sbagliate. Infatti menziona come esempio la donna più ammaliante che lui abbia mai visto, che però era stata condannata per avere ucciso dei bambini per denaro. Se nell'indagine qualcuno si fosse fatto ammaliare da quella donna, presumendone l'innocenza solo per il fatto che a parere loro una donna bella non può commettere un crimine così crudele, lei probabilmente, ovviamente solo se in assenza di prove schiaccianti, non sarebbe stata accusata. Però riconosco che Holmes esagera un po' a volersi astenere completamente dai sentimentalismi, rifiutando addirittura l'idea di innamorarsi e quindi un giorno magari sposarsi. E Watson, essendo un sentimentalone, lo accusa di essere una macchina senza cuore. Ma solo perché Holmes dispensa di qualsiasi sentimentalismo, non significa affatto che non provi dei sentimenti. In effetti, il suo impegno feroce nel risolvere un caso non gli fa dimenticare però di essere cortese e riguardoso nel confronto dei suoi clienti in difficoltà. Se non provasse dei sentimenti, non avrebbe chiesto scusa a Watson per aver fatto quella deduzione senza tatto sul suo orologio appartenuto al fratello ubriacone deceduto. Quindi secondo me Holmes possiede la giusta misura di ragione e sentimento, scivolando a volte un po' troppo nell'abitudine di dare giudizi freddi e troppo onesti per la disperazione di Watson. 

Parlando invece della trama, i personaggi secondari mi piacciono molto, vengono sempre descritti nei minimi dettagli, sia nell'aspetto che nel comportamento, rendendoli molto credibili e affascinanti. Secondo me Doyle è molto bravo sia in quello che nella descrizione di scene macabre, come il ritrovamento del cadavere di Bartholomew Sholto. Riuscivo proprio a vedere la sua faccia contorta con quel sorriso raccapricciante. Poi la particolarità di questi libri è che il mistero non viene risolto dal lettore a passo con il detective, perché le soluzioni vengono rivelate quasi solo alla fine, ma ti tiene comunque incollato alle pagine fino all'ultimo. Questo è definitivamente il mio romanzo preferito di Sherlock Holmes dopo Il mastino dei Baskerville.

Quando avrete intenzione di leggere Le avventure di Sherlock Holmes, sarò uno dei vostri 
Ringraziano per il messaggio: mulaky

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