Dopo aver conosciuto Sherlock Holmes ed il Dott. Watson con il caso raccontato dal dottore (voce narrante) in "
Uno studio in rosso", primo libro in cui Doyle ci fa conoscere i due personaggi che hanno deciso di dividersi la casa di Baker Street, è impossibile resistere alla tentazione di affrontare con loro un nuovo misterioso caso.
Il modo migliore per farlo è leggere "
Il segno dei quattro", il secondo libro scritto da Doyle in cui compare il celebre investigatore.
Ho ascoltato l'audiolibro e anche in questo caso, come per il precedente, l'attenzione è rimasta alta e non sono riuscito a staccarmi dalla storia fino a quando non l'ho completata.
In generale, questo libro mi è piaciuto più del precedente, sotto vari punti di vista.
La storia è molto ben congegnata e secondo me mette maggiormente in risalto le abilità e la personalità di Sherlock. Anche la sua particolare ironia traspare finalmente dalle pagine del libro che in alcuni tratti fa sorridere.
Emergono anche i suoi lati oscuri.
Il racconto inizia infatti con Sherlock che si sta drogando con la cocaina a causa della noia (dovuta alla mancanza di casi stimolanti da risolvere) e con il dottore che interviene perché non comprende come mai il suo nuovo amico si comporti così.
Poco dopo, finalmente arriva un caso che lo terrà impegnato.
Conosciamo Mary, inizialmente una cliente di Holmes (di cui Watson si innamora e che diverrà poi sua moglie) che si rivolge all'investigatore su consiglio di un'amica per risolvere un caso che la riguarda.
Senza entrare nei particolari della storia (con i gialli gli spoiler sono sempre in agguato), posso dire che risulta a mio parere molto più intricata e coinvolgente rispetto a quella precedente.
C'è anche un inseguimento con un cane per le vie di Londra di notte fino all'alba, uno in barca sul Tamigi con tanto di sparatoria, insomma c'è azione, non solo analisi del caso e deduzione.
Holmes fa uso degli irregolari di Baker Street anche per questo caso, seppur senza ricavarne particolari benefici, così scende in campo personalmente addirittura travestendosi (dice che è stato costretto a farlo perché il libro che ha scritto Watson sul caso precedente gli ha dato una visibilità che prima non aveva e adesso è costretto a travestirsi per non farsi riconoscere).
Insomma, troviamo uno Sherlock molto più dinamico e questo mi è piaciuto molto.
Anche in questo libro c'è il momento flashback ma credo che sia normale perché "il cattivo" possa confermare quanto Sherlock ha dedotto. E anche in questo caso c'è il funzionario di Scotland Yard che si prende i meriti della soluzione delle indagini e sul quale Watson e Sherlock scherzano.
Omicidi, tesori, inseguimenti, ironia e anche un po' di sentimenti, a cui Sherlock è allergico preferendo nettamente la razionalità.
Non posso fare altro che consigliare la lettura di questo libro che mi è piaciuto davvero molto.
Inutile dire che il mio ascolto proseguirà con i 12 racconti successivi raccolti ne "
Le avventure di Sherlock Holmes"