Un romanzo del 1967, da cui è stato tratto un film nel 1975, e divenuti entrambi presto un cult.
Tutto accade il 14 febbraio del 1900, nel sole cocente dell’estate australiana. Le alunne del severissimo Appleyard College si recano in gita ad Hanging Rock, un rilievo roccioso d’origine vulcanica di modeste dimensioni, affascinante per la sua conformazione. Subito dopo pranzo, nella quiete sonnolenta del primo pomeriggio, alcune ragazze s’avviano in direzione della Roccia: dovrebbero tornare di lì a poco, e invece scompaiono per sempre, senza lasciare traccia. L’episodio - forse ispirato a fatti realmente avvenuti, o forse no - è descritto nel terzo capitolo, e i successivi non forniranno alcun elemento utile a sciogliere il mistero: cos’è successo dunque ad Hanging Rock?
Per anni i fans hanno cercato di dare una risposta, ipotizzando ogni possibile scenario: tranne uno, quello giusto.
Perché un finale, in realtà, esiste. L’ho scoperto per caso, girovagando in internet. Il fatto è che l’editore del romanzo – in accordo con l’autrice, Joan Lindsay - ebbe la brillante idea di rimuovere il diciottesimo ed ultimo capitolo, contribuendo così – forse senza neppure immaginarlo - alla nascita d’un mito. Rafforzato dalla pubblicazione - a vent’anni di distanza, nel 1987 – d’un libricino d’una cinquantina di pagine - “The Secret of Hanging Rock” - mai apparso in Italia ed attualmente fuori commercio, contenente appunto quel famoso capitolo. Ma la versione "tagliata" conserva ancora un fascino immortale, tanto che le ristampe oggi disponibili del romanzo nemmeno accennano all’esistenza di un seguito.
D’altra parte, il libro in questione non è propriamente un giallo. Tra le righe, infatti, Picnic ad Hanging Rock tratta del rapporto tra uomo e natura, e dell’appartenenza dell’uno all’altra, in fondo refrattaria ai tentativi di civilizzazione. E non è facile esprimere questo concetto attraverso le parole: riescono meglio le immagini, i suoni, le atmosfere. E in questo riesce forse ancor meglio il film, rispetto al libro.
C’è da dire però ch’io non appartengo alla suddetta schiera di fans. Il film lo ricordo poco; il libro in parte mi ha deluso. Perché questo mistero mi ha catturato solo in parte, diluito com’è in un racconto che procede lentamente e a tratti stancamente, frammentandosi in tanti rivoli, nessuno dei quali conduce ad alcunché. Sicché alla fine mi son ritrovato a girar l'ultima pagina senza troppa emozione, rimanendo sostanzialmente indifferente - come il massiccio montuoso in questione - alle tragedie altrui.