Sono circa al 65% del romanzo e non mi dispiace. Non trovo Coraline una lagna, ma è una bambina piuttosto annoiata come è normale che sia se sta solo con gli adulti. I genitori hanno momenti in cui sono assenti, le rispondono male o con sufficienza perché devono lavorare, le vecchiette la trattano un po' da scemotta e il vecchietto che sta sopra mi sembra adeguatamente fuori di testa. Anche sulla questione cibo, i genitori non mi sembrano il top perché la madre usa solo cose surgelate e il padre fa ricette troppo complesse per i gusti di una bambina, il fatto che la bimba si nutra di pizzette non è il massimo e qui, per quanto mi riguarda, credo manchi un po' la genitorialità perché i bambini vanno educati anche ai sapori diversi, le cose vanno spiegate, ecc. mentre la madre e il padre le fanno fare ciò che vuole purché non crei problemi. Emblematica la frase della madre
"A essere sincera non mi interessa quello che fai purché tu non metta in disordine".
La mancanza di fiducia che questa bambina ha negli adulti, mi fa pensare...
Coraline si domandò come mai fossero così pochi gli adulti di sua conoscenza che riuscivano a dire cose sensate.
Coraline lo sapeva bene: quando i grandi ti dicono che non sentirai nessun dolore, quasi sempre succede il contrario.
Ho trovato interessanti le risposte del gatto
"Io non sono l'altro di nessuno. Io sono io." e
"Voi persone avete il nome. E questo perché non sapete chi siete. Noi sappiamo chi siamo, perciò il nome non ci serve." Una bella affermazione della propria individualità, di accettazione e conoscenza di sé, queste cose noi ce le sogniamo per davvero... impieghiamo una vita (e forse anche di più) a capire chi siamo e cosa vogliamo!
Inquietantissima l'altra madre, ammetto che la scena delle blatte mi ha fatto parecchio schifo