Martedì, 04 Novembre 2025

Luglio 2015 - L'insostenibile leggerezza dell'essere

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16/07/2015 10:21 #17655 da mstesym
Un libro che una volta terminato lascia una tristezza infinita... Molto filosofico... Forse troppo... Ci si perde un po'... Le storie molto simili e storie che non condivido assolutamente... Libro che probabilmente non rileggerò più


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Tutto può essere distante. Ma niente irraggiungibile.

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16/07/2015 15:10 #17659 da susinapedro
Risposta da susinapedro al topic Luglio 2015 - L'insostenibile leggerezza dell'essere
Anch'io sono molto lenta nella lettura, non saprei dire se è la troppa "filosofia" o lo sviluppo della storia come si intreccia... Mi sento sempre più lontana dalla comprensione del libro... Non so se la leggerezza che intendo dal libro mi piace, come Bibbagood vivo nell'eterna fregola del fare o del dover fare e certi comportamenti non mi fanno apprezzare la leggerezza anzi mi sembrano miseri... Buon fine lettura a tutti e riflessione agli altri!

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16/07/2015 20:04 #17672 da mstesym

susinapedro ha scritto: Anch'io sono molto lenta nella lettura, non saprei dire se è la troppa "filosofia" o lo sviluppo della storia come si intreccia... Mi sento sempre più lontana dalla comprensione del libro... Non so se la leggerezza che intendo dal libro mi piace, come Bibbagood vivo nell'eterna fregola del fare o del dover fare e certi comportamenti non mi fanno apprezzare la leggerezza anzi mi sembrano miseri... Buon fine lettura a tutti e riflessione agli altri!

si si legge di una lentezza impressionante...eppure è piccolino ;)

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17/07/2015 08:18 #17681 da EmilyJane
Sono d'accordo anch'io con Bibi che siano tutti e 4 personaggi deboli.
Però a me quella che è piaciuta meno è stata proprio Sabina, troppo irrequieta, mai contenta, è stata quella per cui ho visto meno possibilità di poter cambiare.
Invece ho apprezzato più di tutti Franz: sarà che adoro i sognatori, quelli che vivono tutta la vita attaccati ad un'idea o un ideale, c'è sempre speranza, in fondo penso che ognuno si attacchi a qualcosa per vivere, chi alla fede, chi ad un ricordo, chi a delle battaglie...

"Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato" (Il signore degli anelli - Tolkien)

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17/07/2015 09:23 #17683 da Francis

Anch'io sono molto lenta nella lettura, non saprei dire se è la troppa "filosofia" o lo sviluppo della storia come si intreccia... Mi sento sempre più lontana dalla comprensione del libro... Non so se la leggerezza che intendo dal libro mi piace, come Bibbagood vivo nell'eterna fregola del fare o del dover fare e certi comportamenti non mi fanno apprezzare la leggerezza anzi mi sembrano miseri... Buon fine lettura a tutti e riflessione agli altri!

si si legge di una lentezza impressionante...eppure è piccolino ;)


io l'ho letto con una facilità incredibile e alla fine non mi ha lasciato tristezza, anzi! :blink:
il finale ti fa capire dove sta la felicità nella vita, soprattutto nell'esperienza di Tomas che ha perso tutto (lavoro, amici) ma trova comunque la serenità...

forse dipende da noi, dal nostro modo di relazionarci con un libro: come valutiamo la leggerezza e la pesantezza dell'esperienza di ogni personaggio... :side:

...in medio stat virtus...

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19/07/2015 15:05 #17721 da Librotta
Ho appena finito il libro. Nel complesso mi è piaciuto perché ci ho trovato un concentrato di storia, filosofia, teologia e psicologia. Mi è piaciuto abbastanza il personaggio di Sabine e di Thomas. Teresa mi ha messo tristezza, ossessione e solitudine. Leggendolo ho sottolineato molti pezzi, che mi hanno portato spesso a riflettere. Come specifica trama del romanzo, non mi ha affascinato molto.

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20/07/2015 09:44 #17726 da susinapedro
Risposta da susinapedro al topic Luglio 2015 - L'insostenibile leggerezza dell'essere
Sono alla quinta parte, con fatica continuo la lettura... Tutto l'opposto di Librotta vado avanti per la trama mentre nelle riflessioni sono un po' scarsa... Ad esempio la fase di leggerezza di Tomas (lavoro vetraio) mi è difficile da capire... Continuiamo e vediamo!

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20/07/2015 17:35 #17728 da emmabi
Finito adesso. Confesso di aver dovuto rispolverare la disciplina dei lontani anni di scuola per riuscire a finirlo. Per parlare di questo libro devo parlare prima di un altro, però. Pochi mesi fa ho letto "Viaggio al centro della terra" e "Ventimila leghe sotto i mari". A parte il fatto di essere ben scritti e non essendo io una ragazzina assetata di avventure, mi hanno lasciata lì come mi avevano trovata. Ma a quel punto ho preso in mano il telefono e chiamato mia sorella, la quale ha fatto la tesi di laurea su Jules Verne: senza il minimo imbarazzo le ho candidamente chiesto come avesse fatto a farci una tesi sopra, perché io avevo dei problemi a fare una misera recensione, dato il niente che mi avevano dato quei due libri. Lei mi ha semplicemente spiegato e io ho semplicemente capito. Non sto a raccontarvi cosa, non è il luogo, ma da quel momento ho visto Verne in generale e quei due libri in particolare sotto una luce nuova. Per questo motivo prima di iniziare questo post ho letto tutti i vostri commenti: ero alla ricerca dell'illuminazione, della chiave per interpretare questo libro che mi ha lasciato perplessa, un punto interrogativo stampato in fronte dall'inizio alla fine. I vostri commenti hanno sciolto qualche dubbio e alcuni li ho letti anche ammirata, perché ho trovato interpretazioni che proprio non avevo colto, e vi ringrazio per questo, ma messo insieme tutto posso solo dire di averlo trovato spesso incoerente, come la sabbia: ferma e tutta insieme ha un senso, ma a voler stringere qualcosa scivola via e non trattieni niente. Vero, verissimo, ci sono tantissime frasi degne di essere sottolineate e ricordate...ma troppe, a mio avviso. Cioè: troppe cose, troppi concetti, alcuni lasciati senza un destino, una spiegazione, buttati lì e basta. Altri invece, ma solo per me personalmente, banali: spesso negli atteggiamenti di Tomas e Tereza mi è venuto da pensare: eh,ma va'? senza vederci tutta questa scoperta sensazionale che invece potrebbe sorprendere altri lettori. Quindi Kundera mi sta lasciando come mi ha trovata, esattamente come Verne, prima dell'illuminazione. Mi propongo di rileggere i vostri post che già hanno spinto la notte più in là, e leggerò con interesse quelli a venire sperando possano accendere la luce definitivamente, per il resto posso dire solo di averlo letto, non lo avrei fatto senza la spinta del club, e questo è già positivo.

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20/07/2015 20:13 #17730 da bibbagood
Esatto Elena,è quello che ho scritto anche io. Tanti spunti di riflessione, troppi. Troppe verità trascendentali,che non vengono però approfondite. A mio parere Kundera avrebbe dovuto scrivere o un´opera più complessa, in cui cercava di legare ogni riflessione a quella successiva per poi inserirle in modo naturale nella trama (mentre spesso a me alcuni interventi e collegamenti risultavano un po´ forzati) oppure concentrarsi al 100 % sulla leggerezza/pesantezza della vita,ma relativamente alla storia che lui ha voluto prendere in esempio,e non inserendoci considerazioni filosofiche,magari pertinenti all´argomento di fondo,ma che di fatto sono semplicemente le riflessioni del Kundera-persona che poco hanno a che fare con al storia.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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24/07/2015 09:40 #17754 da pierbusa
Questo libro di Kundera, questo capolavoro di Kundera, è uno di quelli che o lo accetti completamente o lo rifiuti del tutto. Difficile trovare una via di mezzo, almeno questa è l'impressione che ne ho avuto leggendo le tante recensioni che si trovano in giro per la rete.

Avevo letto questo libro parecchi anni fa, probabilmente una trentina o giù di lì e devo dire che la recente rilettura mi ha sorpreso parecchio perché lo ho trovato un libro molto diverso da come me lo ricordavo.

Non è un romanzo facile da leggere perché pregno di idee e spunti filosofici cosa che si avverta specilmente all'inizio del ibro dove viene detto e ripetuto in modo sublime che ogni istante della nostra vita è unico e che non si ripeterà mai più. Questo concetto per quanto banale possa sembrare è "rivoluzionario" in quanto il prenderne coscienza implicherebbe una modifica radicale e profonda del modo di affrontare le vicende della propria vita.

Doveva sviluppare meglio la parte filosofica? E perché mai? Doveva descrivere meglio la parte storica? E perché mai? Un'opera che non vuole essere né realista, né filosofica, né storica ma tutte e tre le cose conpenetrate insieme non può dilungarsi sulle singole pati che la compongono. Bastano i cenni, i continui salti temporali, le anticipazioni sulla vita dei personaggi del romanzo.

E' un libro che si può legere con "leggereza" facendosi trasporate delle meravigliose parole che lo compongono o come un libro "pesante" denso di significati e di rimandi.

Soprattutto è un libro da rileggere, meditare ed approfondire in ogni sua parte.

Tomas, il protagonista, dovrà rinunciare alla sua carriera medica per non perdere la faccia. E a tanti di noi è successo di dover cambiar radicalmente vita per non perdere se stessi e la propria dignità. Non importa ciò che si fa, importa come si affronta il cambiamento e come lo si vive. Perché si vive una sola volta!
Tereza vive per Tomas, lo ama anche quando non comprende la sua necessità di frequentare altre donne. Due vite le loro parallele attraenti e respingenti.
Il loro rapporto è una metafora di ciò che nella vita amiamo e da cui siamo atrratti e respinti nello stesso tempo.

E una metafora di come si può rimanere se stessi anche quando qualcuno pretende che abiuriamo da noi dai nostri principi. Questione di scelte, anche dolorose, anche difficili. E di avere il coraggio di rimettersi in gioco.

Lo rileggerò, poco ma sicuro. :)

(Su Anna Karenina) È un'opera d'arte perfetta, che arriva assai a proposito; un libro assolutamente diverso da ciò che si pubblica in Europa: la sua idea è completamente russa.Fëdor Dostoevskij
Tanti anni nel Club e nemmeno una medaglia!

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Avatar di mulaky mulaky - 29/10/2025 - 10:03

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Avatar di monteverdi monteverdi - 14/10/2025 - 12:55

Buongiorno, sono un appassionato di cinema e romanzi di vario genere. Il mio autore preferito è John Fante, ultimamnete leggo molto i gialli di Manzini. Mi piace scrivere.

Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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