Secondo me aveva ragione la recensione che avevo letto prima di iniziare e che iniziare da Occhi blocca la lettura, perchè troppo sperimentale e strano da seguire, difficile immergersi...
Per quanto riguarda le scrittrici, a parte la Rowling ci sono state le sorelle Brontë che avevano pubblicato con nomi maschili, Louisa May Alcott, George Sand (Il libro dello scorso mese), e penso ce ne siano tante altre.
Ho visto un bel film animato, "Sotto il burqa", di cui c'è anche il libro, che racconta di come in Afghanistan sotto il regime talebano molte bambine o ragazzine si vestano da ragazzo per poter uscire di casa e lavorare e aiutare la famiglia, soprattutto dove il padre è anziano o non c'è più.
Penso che per le scrittrici da te citate (o quanto meno Rowling e Bronte, di cui sono certa) il discorso sia diverso: come dici tu, scrivono/scrivevano sotto pseudonimo, creando un'altra persona. Ho letto la scorsa estate la biografia di Charlotte Bronte ed è ben spiegato come lei cercasse in tutti i modi di estraniarsi da Currer Bell(lo pseudonimo sotto cui pubblicava) per poter continuare a mantenere l'anonimato e in pubblico si riferiva a lui come ad un'altra persona. Certo, anche con gli pseudonimi si può correre il pericolo di non saper più quale ruolo si stia interpretando in un determinato momento, però secondo me è diverso rispetto a dover fingere in ogni occasione di essere qualcuno che non si è (come magari invece l'ultimo esempio che hai riportato e che non conoscevo, oppure come appunto Franscescho), come dice Erica proprio "vivere" in un altro modo (in questo caso una donna che vive una vita da uomo), ed abituarsi cosi tanto a quel ruolo da non esser più sicuri di quel che si è veramente.
Interessante, e anche piuttosto inquietante, l'articolo di Erica, ho visto La papessa tempo fa e mi è piaciuto, tutte le altre storie e film invece non li conoscevo, mamma mia