Sabato, 06 Settembre 2025

Febbraio 2011 - Bartleby lo scrivano

Di più
18/12/2012 13:10 #8303 da Roby
Risposta da Roby al topic Febbraio 2011 - Bartleby lo scrivano

un modo per valorizzare l'abilità dell'autore come scrittore?


probabile...perché no?! :)

Accedi o Crea un account per partecipare alla conversazione.

  • bibbagood
  • Avatar di bibbagood
  • Offline
  • Staff
  • Staff
  • Responsabile del Forum e dei GdL tradizionali
Di più
08/11/2021 09:08 - 08/11/2021 19:51 #55427 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Febbraio 2011 - Bartleby lo scrivano
Buongiorno! La mia edizione Bompiani ha alla fine una cronologia di tre pagine chiamata "Nel frattempo", in cui indica gli altri eventi letterari e politici che sono avvenuti nel mondo nell´anno della nascita di Melville, nell´anno dell´uscita di Bartleby e nell´anno della morte di Melville, molto interessante per dare un´ idea del quadro storico!
Le note autobiografiche sull´ autore fanno già pensare a quanto possa essere autobiografico il racconto di Melville....magari non proprio un´autobiografia, ma credo sarà possibile ritrovare molto delle sue idee e delle sue frustrazioni: un artista che ha dovuto cedere a diventare un impiegato perchè non capito dal pubblico e dalla critica :-( è infatti morto povero, la fama è arrivata solo anni dopo.

Ho letto anche due brevissimi racconti, Il violinista (10 pagine) e Jimmy Rose (16 pagine), e nonostante io sia tutt´altro che appassionata di raccolte di racconti, ne son rimasta colpita! son veramente brevi, eppure passa subito il messaggio! Mentre in tanti romanzi lunghi non si riesce a capire cosa voleva dimostrare l´autore....Sicuramente ci son temi ricorrenti e cari a Melville, per questo vi consiglio di recuperare anche questi racconti perchè credo permettano di dare ancora più contesto a Bartleby...Ne il violinista si parla di un tema anche piuttosto moderno, ovvero di come la comicità sguaiata, spicciola e non per forza arguta abbia molto più successo di opere impegnate (pensiamo a tutti i cinepanettoni....). C´è anche qui un riferimento a Bartleby, dal momento che si accenna a come nella fretta delle strade di Broadway i grandi artisti subiscono le gomitate degli impiegatucci che passano senza rendersi di conto di chi hanno intorno. In Jimmy Rose invece si parla di come la ricchezza sia uno sttaus simbolo che permetta la sopravvivenza sociale, appena la si perde si viene condannati proprio da coloro che son stati seduti alla tua tavola tutti i giorni, non facendosi problemi; insomma, credo anche qui si possa vedere una sottile vena autobiografica....

E ora, passiamo a Bartleby :-)

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
Ultima Modifica 08/11/2021 19:51 da bibbagood.
Ringraziano per il messaggio: mulaky

Accedi o Crea un account per partecipare alla conversazione.

  • mulaky
  • Avatar di mulaky
  • Offline
  • Staff
  • Staff
  • Gattara e sostenitrice entusiasta del GdL Catania
Di più
08/11/2021 19:20 - 08/11/2021 19:33 #55448 da mulaky
Risposta da mulaky al topic Febbraio 2011 - Bartleby lo scrivano
* CONTIENE SPOILER *

Ho finito di leggere questo racconto e sono combattuta perché mi sembra difficile da poter trattare adeguatamente e con i mezzi a mia disposizione. Forse il suo grande successo è proprio questo: ognuno di noi può interpretarlo a modo suo, visto che l'autore non è chiaro sulla figura di Bartleby e questo influenza il finale. Melville non è chiaro, secondo me, non perché se ne sia lavato le mani (come fanno alcuni autori) ma per spingerci a riflettere. Del resto è un racconto che ha varie interpretazioni, come ha accennato Emanuele Trevi nell'edizione Garzanti che ho letto (cita un altro curatore, forse Celati per la Feltrinelli, che in una prefazione o saggio aveva trovato circa un centinaio di interpretazioni altrui).

E' un racconto che mi ha fatto provare tre emozioni diverse: all'inizio mi ha suscitato qualche risata, poi mi ha fatto innervosire e, alla fine, mi ha reso triste. Ovviamente fa ridere la descrizione dei tre impiegati e il modo di fare degli stessi, c'è una comicità contagiosa che ho trovato irresistibile e molto educata. La comicità fa posto a una sorta di nervosismo nel lettore (almeno in me!) perché questo impiegato, Bartleby, non vuole fare nulla e il suo lavoro deve essere fatto da altri (da lavoratrice questa cosa mi urta assai), ma il nervoso viene anche per il datore di lavoro, l'avvocato, che si dimostra troppo pacato, troppo accondiscendente, ben poco risoluto e incisivo. Infine, subentra una sorta di senso di colpa, forse voluta dallo stesso Melville, perché iniziamo a capire che abbiamo pensato male dello scrivano e che Bartleby "preferisce di no" non perché voglia vivere alle spalle degli altri, ma perché ha dei problemi psicologici di una certa entità... o almeno così si può supporre visto che non abbiamo la certezza di nulla. E si palesano pietà e drammaticità della vicenda perché questo povero disgraziato di Bartleby non riesce a stare al mondo, nel mondo, si isola, non vuole avere contatti, guarda dalla finestra per vedere il nulla visto che non c'è panorama, insomma è talmente indifferente alla vita da non nutrirsi e lasciarsi morire. La prigione, se da un lato ci sembra giusta perché Bartleby doveva essere cacciato in qualche modo dallo stabile e quindi bisognava chiamare la polizia, diventa moralmente inaccettabile perché persone con disagi psichici vanno curate in luoghi a loro dedicati e con personale adatto. E' un racconto difficile perché non c'è neanche un personaggio che possiamo considerare cattivo, lo stesso proprietario dello stabile chiama la polizia perché non può fare diversamente e non conosce Bartleby; il nostro avvocato le prova tutte e alla fine decide di trasferirsi altrove, ma continua a provarci e riprovarci fino alla fine. Non abbiamo né un cattivo né un eroe.
A leggere il titolo originale "Bartleby: the Scrivener. A story of Wall Street" posso ipotizzare che la soluzione sia da ricercare nella seconda parte del titolo e cioè "Una storia di Wall Street". Forse mi ricollego alla prefazione di Trevi (dovrei rileggerla perché ero un po' distratta ieri), ma può darsi che Melville abbia voluto raccontare la storia di una persona qualunque, uno che a Wall Street neanche notano, il classico impiegatuccio di cui non ricordi la faccia né il nome. Bartleby esiste solo in funzione del suo datore di lavoro (che infatti ci racconta la storia), non esiste un passato dello scrivano e non esiste neanche un futuro. Egli si palesa agli occhi degli altri perché con i suoi rifiuti e i suoi silenzi risulta "eccentrico" ma, se fosse un impiegato classico, sarebbe un invisibile e non esisterebbe perché nessuno ci racconterebbe la sua storia.
Inoltre Bartleby chi è? Che cosa rappresenta? E' solo un povero uomo con dei disturbi o, piuttosto, rappresenta la difficoltà di adattamento che penso tutti nella vita sperimentiamo in merito a qualcosa o, ancora, rappresenta è proprio la chiusura totale di fronte al cambiamento? Lui stesso, alla fine, dice che gli piace stare fermo in un posto.

Tante domande e ben poche risposte, anzi nessuna! Comunque mi è piaciuto moltissimo questo racconto e mi è piaciuto anche lo stile di Melville, conto di leggere con il nuovo anno Moby Dick per cercare di scoprire qualcosa di più di questo autore.

Una della tante frasi che ho sottolineato:

E' così vero, e anche così terribile, che fino a un certo punto il pensiero o la vista dell'infelicità impegnano i nostri migliori sentimenti, ma, in certi casi speciali, oltre a un certo punto, non succede più. [...] E quando alla fine si intuisce che tale pietà non si traduce in un efficace soccorso, il senso comune impone all'animo di sbarazzarsene.


Un uomo dovrebbe essere ciò che sembra
e chi uomo non è, uomo non dovrebbe sembrare.

Otello - William Shakespeare
Ultima Modifica 08/11/2021 19:33 da mulaky.
Ringraziano per il messaggio: bibbagood

Accedi o Crea un account per partecipare alla conversazione.

  • bibbagood
  • Avatar di bibbagood
  • Offline
  • Staff
  • Staff
  • Responsabile del Forum e dei GdL tradizionali
Di più
09/11/2021 09:41 #55456 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Febbraio 2011 - Bartleby lo scrivano
Terminato anche io Bartelby ed è stata una lettura soddisfacente anche per me! Confermo il finale aperto, ma questa mancanza di chiarezza non mi è risultata strana, come invece chi aveva letto il libro del mese nel 2011 ha rilevato....secondo me l'autore distribuisce nelle 50 pagine vari elementi, che permettono al lettore di trovare l'interpretazione che più preferisce.

Trovo la combinazione narrativa tra comicità e serietà molto ben riuscita! Come dice Giorgia, il contesto descritto con i tre impiegati è comicamente caricaturale e fa sì che il presentare gli altri temi non renda la narrazione pesante.

Io vedo in Bartleby il simbolo dell'alienazione cui portano certi lavori ripetitivi, richiesti dalla società senza pensare a quanto un'attività simile possa svilire l'uomo. Mi sono ritrovata molto nella mia esperienza personale: sono responsabile dell'automatizzazione di alcuni processi e invece di fare veramente il mio lavoro, passo le giornate a discutere con le persone di cui devo automatizzare il lavoro cercando loro di spiegare che loro hanno un cervello, hanno studiato e se permettono che io automatizzo loro alcune cose, loro possono impiegare il tempo facendo attività ben più stimolanti. Ma ormai, dopo anni che fanno questo lavoro, loro si sentono perse, non sono in grado di fare più niente di diverso dal lavoro che può compiere tranquillamente un software. Io in contrario mi lamento in continuazione e dico spesso di no quando mi dicono di fare cose che per me non hanno senso, e sono comunque molto frustrata, perchè un ambiente simile non ti permette di usare il cervello, ti impone di adeguarti a determinati processi "perchè è sempre stato così" e non c'è quindi necessità di cambiamento. Ho sentito la presentazione di Dorfles a Bartleby e lui sostiene che le fotocopiatrici siano state inventate nel momento in cui le persone hanno cominciato a dire "preferirei di no", rifiutandosi di fare un lavoro svilente. 

Secondo me c'è anche una sorta di identificazione inconscia tra l'avvocato e Bartleby. L'avvocato forse prende a cuore Bartleby proprio perchè si rende conto lui stesso del lavoro sterile che anche lui, come avvocato, conduce; ed è combattuto dal suo sentimento religioso di umanità e il sentimento nato da una società che cambia, in cui la reputazione dello studio e gli affari son più importanti dell'umanità.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
Ringraziano per il messaggio: mulaky

Accedi o Crea un account per partecipare alla conversazione.

  • bibbagood
  • Avatar di bibbagood
  • Offline
  • Staff
  • Staff
  • Responsabile del Forum e dei GdL tradizionali
Di più
11/11/2021 09:40 #55501 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic Febbraio 2011 - Bartleby lo scrivano
Nella sorta di postfazione fatta dal traduttore nella mia edizione vengono date alcune interpretazioni al racconto, o per meglio direi, più contestualizzazioni, anche in riferimento agli altri racconti presenti nella raccolta. Oltre alle cose che abbiamo già detto, ho trovato molto interessante l´approfodimento che il traduttore fa riguardo al problema della comunicazione presente in Bartleby, a suo parere uno dei temi portanti, se non il tema centrale, del racconto e chiave del finale. La simbologia spaziale data dal muro che si vede guardando fuori dalla finestra, che Bartelby fissa per ore, cosí come la descrizione della parete divisoria tra la parte della stanza dell´avvocato e quella dei suoi copisti, per finire con il paravento, rimandano ancora una volta a una dimensione alienante, un voler porre confini tra sé e l´altro, invece che cercae, anche in termini di spazio materiale, un contatto.

Un altro racconto è "Io e il mio camino", in cui il protagonista si rifiuta stoicamente, in modo caricaturale, esagerato, di far demolire un enorme camino che si trova nel centro della loro abitazione, nonostante non ci sia alcun senso e solo svantaggi nel mantenerlo. Bè, anche qui si vede un rifiuto netto da parte del protagonista a non volersi adeguare, leggendo quelle pagine sembrerebbe di vedere un Bartleby un po´ cresciuto, un po´ più logorroico, ma sempre fermo nella sua posizione a rifiutarsi di fare qualcosa che non vuole.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert
Ringraziano per il messaggio: mulaky

Accedi o Crea un account per partecipare alla conversazione.

Di più
11/11/2021 18:31 #55505 da Ariel
Risposta da Ariel al topic Febbraio 2011 - Bartleby lo scrivano
Eccomi!!! :) Avevo già sentito parlare di questo racconto, anche io come Bea ho ascoltato le parole di Piero Dorfless ricordo che aveva presentato questo e curioso libro nel programma TV di rai3 Per un pugno di libri. Non so se sia stato Dorfless che racconta i libri sempre con entusiasmo e curiosità, ma mi ero ripromessa di recuperare questa lettura, volevo assolutamente conoscere Bartleby,ma si sa le letture dei desideri sono sempre così tante che alcune le dimentichi, perciò grazie Club.Se non si fosse ancora capito, ho adorato questo libro, cosa in particolare?? Tutto, atmosfere, personaggi, possibilità di varie interpretazioni, stile narrativo e anche la sua brevità, infatti spesso mi capita di leggere grandi tomi, bellissimi, ma alla fine di esse penso <certo che alcune parti si potevano evitare, sembrano messe solo per allungare il brodo >...Ecco in questo racconto c'è il giusto spazio per ogni cosa, inizi la lettura, te la godi arrivo alla fine e sei soddisfatto.Innanzitutto mi è piaciuto molto molto lo stratagemma narrativo usato per raccontare la storia di Bartleby, l'avvocato che in prima persona sceglie di raccontarci la vita di un personaggio e già dalle premesse ci dice che si tratta di una vita ordinaria,perciò sappiamo già che non accadrà nulla di avvincente,ma nonostante ciò veniamo trascinati nella lettura.La narrazione come avete già detto ha anche dei risvolti comici, specie quando presenta gli altri impiegati che fanno da sfondo e che stempero un po' il clima emotivo del racconto. Infatti sebbene all'inizio Bartleby con il suo Preferirei di no, sorprenda e faccia quasi sorridere , mam mano che questo rifiuto diventa un tormentone, il sorriso scompare e lascia il posto a una sensazione sgradevole e di fastidio. Inizialmente "preferirei di no" è un rifiuto che spiazza, non è un NO secco a cui puoi contrapporti in maniera decisa e anche aggressiva, e un No gentile.... è un po' come quando ti capita di arrabbiarti con qualcuno vorresti sfogarti e dirgliene di ogni, ma quel qualcuno ti risponde: "hai ragione, o mi dispiace" o qualcosa che ti impedisce di dare sfogo alla tua rabbia.
AVete già scritto anche voi del tema dell'alienazione, Bartleby  un copiata, una specie di fotocopiatrice umana, la società era nel pieno del suo cambiamento, tutto corre e va in fretta, Bartleby si sente inadeguato, al margine di tutto e vi si oppone con il suo rifiuto a tutto, anche alla vita. 

"...Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita,
io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima." William Ernest Henley
Ringraziano per il messaggio: bibbagood, mulaky

Accedi o Crea un account per partecipare alla conversazione.

Newsletter

Shoutbox

Avatar di mulaky mulaky - 24/08/2025 - 14:02

Votate la foto più bella per Scatti del mese di Agosto? Tema: La pietra di Luna! Venghino siori

Avatar di callmeesara callmeesara - 12/08/2025 - 14:16

Avete votato per il libro del mese di Settembre? Avete tempo fino al 16, vi aspetto qui!

Avatar di mulaky mulaky - 08/08/2025 - 15:43

Ciao Marigiò, ti linko il gruppo di Palermo: QUI :)

Avatar di Marigió Marigió - 08/08/2025 - 00:43

Palermo a Settembre?

Avatar di guidocx84 guidocx84 - 26/07/2025 - 10:53

Non tutti insieme è... buahahahah! :P :D lol

Avatar di mulaky mulaky - 21/07/2025 - 16:25

Qualcuno vorrebbe leggere il romanzo "Lady Macbeth" di Isabelle Schuller? :D

Avatar di mulaky mulaky - 17/07/2025 - 08:32

Ciao Yuman, ho visto che hai già scritto nella sezione del gruppo di Torino. Speriamo di vederti anche sul forum ;)

Avatar di Yuman4 Yuman4 - 15/07/2025 - 22:02

Buonasera, mi sono appena trasferito a Torino. Mi piacerebbe partecipare. Dove e a che ora si tiene l’appuntamento di luglio/agosto e che libro verrà discusso. Grazie

Avatar di mulaky mulaky - 13/07/2025 - 17:10

Ciao Ludofrog, per contattare il gruppo di Lecce, scrivi in questo TOPIC

Avatar di ludofrog95 ludofrog95 - 13/07/2025 - 15:06

Ciao a tutti! Chi posso contattare per avere delle info sui prossimi incontri dei Pasticciotti Letterari? Grazie ✨

Accedi per utilizzare la Shoutbox.

Ultimi commenti

  • Post office
    GigiMala GigiMala Mercoledì, 03 Settembre 2025 13:06
    Aggiungo un'ulteriore considerazione. Bisogna riconoscere una certa genialità perversa in Bukowski. Si ...
     
  • Post office
    GigiMala GigiMala Mercoledì, 03 Settembre 2025 07:35
    La genialità di Bukowski emerge da questo romanzo che a me pare abbia il sapore della sfida. L'autore ...
     
  • I viaggi di Gulliver
    GigiMala GigiMala Domenica, 31 Agosto 2025 19:32
    Ho terminato ieri sera questo romanzo davvero incredibile. Mi hanno colpito in particolare due aspetti ...
     
  • Gruppo di lettura di Catania (La marcia degli Elefanti) - Incontro di Settembre 2025
    Sabrienza Domenica, 31 Agosto 2025 18:21
    Salve! Mi piacerebbe partecipare al prossimo incontro a Catania con alcuni amici che come me hanno ...
     
  • Dentro il libro - La paura secondo John Williams
    Ornitorinco Ornitorinco Sabato, 02 Agosto 2025 23:29
    Grande John Williams, omaggiato anche da Morricone in sede di ritiro dell'oscar. Di lui ha adorato ...

audible adv