Non so come fosse l’amore ai tempi del colera, ma la nostra reazione ai bollettini del coronavirus è davvero preoccupante.
A volte mi chiedo se il pericolo non stia nel sopravvalutare certi fenomeni, più che nel sottovalutarli. Vivo in Lombardia, provincia di Varese: ma Lodi e provincia (ove alcuni comuni sono stati isolati) sono vicine. Nelle farmacie sono già sparite amuchina e mascherine; scuole e strade sono deserte; nei supermercati cominciano a svuotarsi gli scaffali; Tizio sospetta di Caio e anche Sempronio ha paura ad uscire di casa: tutto questo nel giro d'un weekend, dopo il martellamento di radio, televisioni e giornali e la chiusura degli spazi ludici e ricreativi. Non è esagerato?
Pare che qui nel Nord Italia si muoia ormai come le mosche, ma i decessi (6) riguardano finora soggetti di 68, 75,78, 80, 84 e 88 anni: non sarà che il virus uccide là dove il fisico è già minato da altre patologie e quindi in concomitanza con altri fattori?
"In Italia i virus influenzali causano direttamente all’incirca 300-400 morti ogni anno, con circa 200 morti per polmonite virale primaria", ha spiegato a Pagella Politica Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore all’Università degli Studi di Milano. "A seconda delle stime dei diversi studi, vanno poi aggiunti tra le 4 mila e le 10 mila morti “indirette”, dovute a complicanze polmonari o cardiovascolari, legate all’influenza". (
www.agi.it/f...ionale-7136419/)
Ora, io non nego che il virus possa essere potenzialmente pericoloso e addirittura letale, in alcuni casi. E il fatto che i pochi casi accertati riguardino finora solo ultrasessantacinquenni non significa che questi "meritassero" di morire. Ma se ognuno ha diritto di vivere, è comunque fisiologico che qualcuno ogni tanto muoia. In ogni caso, come detto sopra, il problema più rilevante mi sembra soprattutto questa psicosi collettiva.
So che esistono varie teorie su possibili complotti (non di chi, non so a che scopo): ma il dato certo è che siamo davvero facilmente manipolabili e "influenzabili”.
Sarò cinico, ma sotto alcuni aspetti questo clima da fine del mondo mi sembra stia assumendo i contorni di una vera carnevalata: il periodo, d'altronde, è proprio quello.