1. L’adolescente - di Fedor Dostoevskij –  Feltrinelli 2021, a cura di Serena Prina
pag. 610CATEGORIA 1 – CLASSICOArkadij Dolgorukij ha diciannove anni, propugna convinzioni assolute e nutre un’ambizione sconfinata, pari solo alla propria ingenuità. Figlio illegittimo di un dissoluto proprietario terriero, è combattuto fra il desiderio di denunciare le malefatte del genitore e i bisogno di esserne amato, ed è sotto la spinta di queste opposte pulsioni che raggiunge il padre a San Pietroburgo per prendere servizio nel posto che questi gli ha procurato. In realtà, però, Akadij ha un piano – un delirio di granezza che ha trovato fertile nell’isolamento in cui il ragazzo è cresciuto – ed è entrato in possesso di un misterioso documento, che dovrebbe assicurargli un infallibile ascendente sui suoi interlocutori, se solo fosse sicuro di come esercitarlo e di quale risultato intenda ottenere.Nato dall’intenzione di scrivere un’opera ideologica sul tema delle “famiglie casuali”, terreno di coltura per una gioventù inquieta e sradicata, 
L’adolescente trascende il progetto iniziale dell’autore riuscendo a toccare corde molto intime, temi che ci hanno sfiorati tutti nel percorso verso l’età adulta.A completare il testo, questo volume presenta 
Vita di un grande peccatore, il primo abbozzo di un’opera da cui sarebbero poi scaturite fra i più importanti romanzi di Dostoevskij: i demoni, l’adolescente e, in parte 
I fratelli Karamazov. 2. Monsieur Proust – Cèleste Albaret, SE 2004
Pag. 345CATEGORIA 3 – BIOGRAFICOQuando Marcel Proust morì, già celebre nel mondo, nel 1922, molti si precipitarono da colei ch’egli chiamava la sua “cara Céleste”, per ottenerne la testimonianza, i ricordi. Molti sapevano che solo lei (per essergli vissuta acconto negli otto anni decisivi della sua esistenza) deteneva verità essenziali sulla persona, sul passato, sugli amori, sullo sguardo sul mondo, sul pensiero, nell’opera di quel grande, geniale infermo. Quelle stesse persone non ignoravano che, per ore e ore, tutte le notti – notti che erano giorno per quell’uomo -, Céleste Albaret aveva avuto l’eccezionale privilegio di sentirlo raccontare  di sé sul filo della memoria, e raccontare le serate da cui tornava, e mimare e ridere come un fanciullo e tracciare già ad alta voce
 questo o quel capitolo dei suoi libri.Céleste era il testimone principe, il centro di tutto. Ma per cinquant’anni rifiutò di parlare. La sua vita, diceva, se ne era andata con Marcel Proust.Se ora a ottantadue anni, ha mutato parere è perché ha ritenuto che altri, meno scrupolosi avrebbero tradito Marcel Proust, sia perché non disponevano delle sue fonti di verità, sia per eccesso di fantasia o per la tentazione di erigere a tesi le loro piccole, “interessanti” (o interessate) ipotesi. (Dall’introduzione di G. Belmont che ha raccolto il testo)Questo è la testimonianza di una cameriera intelligente e fedele. Io l’ho letto dopo i 7 volumi della Ricerca. Mi ha commosso fino alle lacrime. E’  coinvolgente. Sicuramente da leggere. 
3. Macbeth – Jo Nesbo, Rizzoli editore 2018Pag. 605CATEGORIA 6 – THRILLERAnni '70, una città industriale sull'orlo del collasso fatta di fabbriche chiuse, disperazione, piazze di spaccio. Sotto l'eterna pioggia nera che la flagella, il poliziotto migliore che si muove per le sue strade è Macbeth. Un ex tossico, un uomo fragile dal passato turbolento, abbandonato da bambino, uno sbirro incline alla violenza. Ma è lui, con la sua squadra, a gestire con intelligenza una retata nell'area del porto, un'azione in grande stile che, finalmente, gli fa intravedere la possibilità di ottenere una promozione. E quindi guadagnarsi il rispetto degli altri, avere una vita migliore, e molto più potere, che è ciò che conta. Tutto questo è lì, a portata di mano: ma, pensa Macbeth, davvero mi lasceranno arrivare tanto in alto? Tormentato dalle allucinazioni, vittima di paranoie sempre più acute, Macbeth comincia, lentamente, a soccombere a se stesso e al tarlo dell'ambizione.L'autore ha aderito ad un concorso in cui si chiedeva di scrivere qualcosa il cui tema fosse Macbeth. Se vi interessa saperne di più, troverete in rete un'intervista fatta all'autore dal nostro Marcello Simoni: 
    Marcello Simoni dialoga con Jo Nesbo, il mio Macbeth. Corriere della sera
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Uno scrittore deve sforzarsi di mettere a fuoco il punto di vista del personaggio e di capire le sue motivazioni anche se non le condivide. Ma al di là di questo, le emozioni dell'animo umano non mutano nel corso dei secoli. Ecco perché Macbeth, con la sua ambizione, la sua sete di potere, risulterà sempre simile a noi."Fra le recensioni troverete anche questa sotto la lettera M.