Mercoledì, 05 Novembre 2025

TAPPA 4 - L'idillio di rue Plumet e l'epopea di rue Saint-Denis

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30/09/2020 12:54 #45903 da Blache_Francesca

V'è la sommossa e v'è l'insurrezione: sono due collere distinte: l'una ha torto e l'altra ragione. [...] la guerra del tutto contro la frazione è insurrezione, e l'attacco della frazione contro il tutto è sommossa

Grazie per aver riportato questi bei brani che non potevo personalmente condividere, poiché letti in francese.
Insomma, per me, si può sostituire la parola "sommossa"con guerriglia: ottima analisi politica la sua.

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30/09/2020 13:58 #45905 da Margarethe

Blache_Francesca ha scritto: Insomma, per me, si può sostituire la parola "sommossa"con guerriglia: ottima analisi politica la sua.


In francese che termini vengono usati?

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

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30/09/2020 14:04 #45906 da Blache_Francesca

In francese che termini vengono usati?

In francese, si usano: "insurrection" per "insurrezione" e "émeute" per "sommossa".

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03/10/2020 12:23 #45989 da Margarethe
Ho finito questa quarta parte, e come per le altre la parte finale l'ho letta in un soffio, è molto coinvolgente,
Attenzione: Spoiler!

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

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23/10/2020 17:17 #46341 da Graziella

Blache_Francesca ha scritto:

In francese che termini vengono usati?

In francese, si usano: "insurrection" per "insurrezione" e "émeute" per "sommossa".


E visto che siamo finalmente arrivati alla lingua francese e al fatto che qui abbiamo Francesca che è di lingua madre, posto qualcosa che mi interessa molto, circa il nostro "amatissimo e tanto discusso scrittore"
Nel Libro settimo, Il gergo(pag. 913 dell'edizione Einaudi 2014, abbiamo tre sottotitoli, tutti molto interessanti nei quali l'autore affronta il problema della lingua colta e il problema dell'Argot, lingua della "mala" diremmo noi, parigina.
In "In gergo che piange e gergo che ride"tradotto sull'edizione Garzanti in L'Argot che piange e l'Argot che ride. Bisogna chiedere alla nostra @Francesca de Blanche se ha un'idea del perché di questa diversa traduzione, Hugo ci dice che:

quando 34 anni prima della scrittura dei Miserabili scrisse "L'ultimo giorno di un condannato a morte", egli in quell'occasione introdusse l'argot come lingua usata dai suoi personaggi. Hugo si lamenta che non venne ben accolto dal pubblico borghese che leggeva i suoi romanzi, e qui torno sul fatto che i romanzi venivano letti e vengono letti dai borghesi, vedi discorso al Corriere della Sera fatto da Sandro Veronesi, autore del Colibrì.
ciò nonostante egli difende le sue scelte portando i dialetti al posto d'onore. (mi viene in mente tutto quello che si è fatto in varie regioni italiane da anni, per riportare in vita i vari dialetti regionali, vedi i friulani, che la ritengono una vera e propria lingua). E allora quanta modernità linguistica dobbiamo portare a questo autore così spesso vilipeso, anche dalla sottoscritta, chiedo venia, per la sua erudizione e capacità linguistica, che si esplica anche nelle sue composizioni poetiche, che se non mi piacciono, pur tuttavia sono ben fatte.
Sono dell'autore queste righe seguenti:

"L'argot vive sulla lingua. Se ne serve quando ne ha voglia, ci pesca dentro a casaccio, limitandosi, al bisogno, a snaturarla sommariamente e grossolanamente. A volte con le parole comuni, così deformate, complicate di argot puro, compone locuzioni pittoresche nelle quali si sente la mescolanza dei due elementi precedenti, la creazione diretta e la metafora:Le cab Jaspire, je marronneque la roulette de Pantin trime dans le sabri, il cane abbaia, sospetto che la diligenza di Parigi stia passando per il bosco.
Le dab est sinve, la che bruge est merloussière, la fé est bative,il padrone è stupido, la padrona è furba, la figlia è carina."

Nelle pagine seguenti delle quali ho riportato qui sopra solo alcune righe, che interesseranno i lettori francofoni, i quali potranno se interessati andare a rileggere, si trova l'Hugo fine letterato, uomo di profonda cultura, scrittore eccelso e poeta.
Proust in "Sodoma e Gomorra", quarto volume della Recherche, "riprende" questa modalità dell'interesse degli scrittori nei confronti delle lingue antiche, dei dialetti, e delle etimologie.
Si veda per chi sta leggendo (molto lentamente) Proust, i viaggi che i "fedeli" fanno verso la Raspelière, soggiorno estivo dei Verdurin, usando un trenino e Brichiot, accademico alla Sorbonne, intrattiene a lungo il Narratore sulle etimologie dei nomi di luogo della regione.

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)
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23/10/2020 17:38 #46342 da nautilus
Grazielle ha scritto un post estremamente interessante, ancor più per me che proprio ora sto leggendo L'ultimo giorno di un condannato a morte dove l'argot viene usato frequentemente tanto che l'autore che ha tradotto l'edizione italiana che sto leggendo alcune parole le riporta in argot senza tradurle scrivendo in nota che sono intraducibili e ne spiega solo il senso. Il condannato a morte dalla prigione sente il canto di una fanciulla e Hugo trascrive il testo della canzone cantata in argot. E' chiaro che lo scrittore volesse arrivare alla gente comune e che scrivendo di miserabili necessariamente dovesse usare il loro linguaggio.

MEMENTO AUDERE SEMPER
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23/10/2020 23:11 #46346 da Graziella

Nautilus ha scritto: Grazielle ha scritto un post estremamente interessante, ancor più per me che proprio ora sto leggendo L'ultimo giorno di un condannato a morte dove l'argot viene usato frequentemente tanto che l'autore che ha tradotto l'edizione italiana che sto leggendo alcune parole le riporta in argot senza tradurle scrivendo in nota che sono intraducibili e ne spiega solo il senso. Il condannato a morte dalla prigione sente il canto di una fanciulla e Hugo trascrive il testo della canzone cantata in argot. E' chiaro che lo scrittore volesse arrivare alla gente comune e che scrivendo di miserabili necessariamente dovesse usare il loro linguaggio.


Ti ringrazio. Sai, leggendo i Miserabili, non vorrei fare la fine di quel tale venuto da Como, in una bella canzone di Jannacci: "Prete Aliprando":
C'è tanta folla in piazza, è venuta da molti paesi vicino a Milano, per vedere il Giudizio di Dio, fra il prete e il vescovo di Milano. Tra la folla c'è uno che è venuto da Como. Il tipo per tutta la "canzone/ballata/racconto musicato", cerca di vedere quello che sta succedendo, cioè il prete Aliprando che cammina sui carboni ardenti e ne esce sano e salvo. Ma non vede: "non vedo un accidente". Alcune donne fra la folla svengono, una ha anche partorito, tanta è l'emozione. Lui però continua a "non vedo un accidente, son venuto da Come per niente, per nienteeee" !!!!!!:woohoo: :woohoo: :woohoo:

"ESSERE! ESSERE E' NIENTE. ESSERE E' FARSI".
(Da "Come tu mi vuoi" di Pirandello)

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24/10/2020 07:43 #46348 da Blache_Francesca

In "In gergo che piange e gergo che ride"tradotto sull'edizione Garzanti in L'Argot che piange e l'Argot che ride. Bisogna chiedere alla nostra @Francesca de Blanche se ha un'idea del perché di questa diversa traduzione, Hugo ci dice che:

quando 34 anni prima della scrittura dei Miserabili scrisse "L'ultimo giorno di un condannato a morte", egli in quell'occasione introdusse l'argot come lingua usata dai suoi personaggi. Hugo si lamenta che non venne ben accolto dal pubblico borghese che leggeva i suoi romanzi, e qui torno sul fatto che i romanzi venivano letti e vengono letti dai borghesi, vedi discorso al Corriere della Sera fatto da Sandro Veronesi, autore del Colibrì.

Credo che per quanto riguarda le traduzioni, si tratti di scelte da parte del traduttore e della casa editrice. In questo caso, c'è chi decide di tradurre la parola in italiano e chi no.
Per quanto riguarda la cattiva accoglienza di questi capitoli che ne fecero i lettori borghesi, non c'è da stupirsi: Hugo è sempre stato molto avanti sul suo tempo (basta sapere che i Surrealisti lo citarono come un precursore della corrente): credo che la difficoltà che si possa incontrare leggendo quest'opera sia dovuta alla mancanza di preparazione a un testo che si ramifica all'infinito con componente saggistica. E questo spiega, tra l'altro, le reazioni negative relative all'introduzione dell'argot nel libro.
Non trattò l'argomento in modo superficiale, bensì profondamente e come lo potrebbe fare un ricercatore.

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24/10/2020 08:53 #46350 da Mattia P.
Come alcuni di voi, anch'io ho adorato il saggio che Hugo fa sull'Argot.

Spesso trascuriamo la lingua o la diamo per scontata, ma Hugo ci fa notare che si tratta di un aspetto cruciale della nostra vita.

Io sono nato in una regione, la Sardegna, che si vanta di avere una vera è propria lingua facente parte delle lingue neolatine o romaniche. Tra l'altro, la Sardegna viene anche citata nell'opera, anche se non in un contesto di cui vantarsi: Hugo dice che Roma riversò nella sua cloaca Sicilia, Sardegna e Africa :)
Io ho la fortuna di aver avuto una famiglia, in cui includo mia nonna e i miei zii, in cui si parlava la lingua sarda, sono dunque in grado di parlare questa lingua.
Purtroppo, come Graziella ha fatto notare, le lingue e i dialetti si stanno gradualmente perdendo, anche se le scuole stanno cercando, con varie iniziative, di mantenerle vive.
La cosa che mi fa più tristezza e che molte famiglie si vergognano di parlare il dialetto, considerandola la lingua di persone rozze o ignoranti e proibiscono ai figli di usarlo. C'è molta ignoranza.
Solo chi conosce e parla un dialetto sa che ci sono espressioni, stati d'animo, situazioni, eventi (si pensi alle barzellette) che non potranno mai avere lo stesso effetto se tradotte in italiano. La ricchezza che c'è in una lingua è unica e immensa.

Hugo non è solo uno scrittore che travolge per la bellezza con cui usa le parole, per le sue metafore, per la sua poesia, ma come avete fatto giustamente notare, è un ricercatore, uno studioso, un professionista estremamente curioso che si documenta accuratamente su ogni cosa di cui parla. Raramente c'è approssimazione in quello che dice. Si pensi a quando parla delle fogne, al resoconto della battaglia di Waterloo e, appunto, alla lingua Argot. Hugo è anche un osservatore attentissimo che riesce a farci immergere in ciò che racconta proprio anche grazie al livello di dettaglio con cui descrive le più piccole azioni. E' poi, un profondo conoscitore dell'animo umano: capisce e descrive molto bene, anche in questo caso quasi a un livello psicanalitico, ciò che proviamo. E per questo io l'ho adorato.

"Bea sostiene che leggere è un'arte in via di estinzione e che i libri sono specchi in cui troviamo solo ciò che abbiamo dentro di noi, e che la lettura coinvolge mente e cuore, due merci sempre più rare"

Carlos Ruiz Zafon
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24/10/2020 10:15 - 24/10/2020 10:18 #46351 da Margarethe

Mattia P. ha scritto: La cosa che mi fa più tristezza e che molte famiglie si vergognano di parlare il dialetto, considerandola la lingua di persone rozze o ignoranti e proibiscono ai figli di usarlo. C'è molta ignoranza.
Solo chi conosce e parla un dialetto sa che ci sono espressioni, stati d'animo, situazioni, eventi (si pensi alle barzellette) che non potranno mai avere lo stesso effetto se tradotte in italiano. La ricchezza che c'è in una lingua è unica e immensa.

Ahimé faccio parte di una famiglia che ha scelto di parlare italiano alle figlie (la mamma parla dialetto veneto e il papà friulano). Nel loro caso non era assolutamente vergogna, ma paura che non imparassimo bene l'italiano, forse a quel tempo non c'era ancora il problema della perdita dei dialetti, ma quello contrario. Comunque da grande ho avuto la possibilità di imparare un po', anche se non mi vengono spontanei.
@Graziella non sono i friulani che la ritengono una lingua, è proprio riconosciuta :P

Per quanto riguarda I Miserabili anche nella mia edizione le parole in dialetto sono lasciate in francese, e così non conoscendo il francese non ho potuto apprezzare molto, non l'ho trovata una scelta utile per il lettore.

"Sentii un peso intollerabile opprimermi il petto, l'odore della terra umida, la presenza invisibile della corruzione vittoriosa, la tenebra di una notte impenetrabile..."

Joseph Conrad, "Cuore di tenebra"

Ultima Modifica 24/10/2020 10:18 da Margarethe.

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Avatar di mulaky mulaky - 29/10/2025 - 10:03

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Ciao!Sìsì lo abbiamo già pubblicato, trovi il link nell'ultimo numero della newsletter :) buona lettura!

Avatar di Marialuisa Marialuisa - 16/10/2025 - 17:22

Ciao! Ma mi sono persa il resoconto dell'ultimo raduno di Bologna?? Mi piacerebbe molto leggere il seguito della "saga" !! Dove posso trovarlo??

Avatar di monteverdi monteverdi - 14/10/2025 - 12:55

Buongiorno, sono un appassionato di cinema e romanzi di vario genere. Il mio autore preferito è John Fante, ultimamnete leggo molto i gialli di Manzini. Mi piace scrivere.

Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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