Apro questo topic in questa sezione perchè lo avevamo messo nella lista di possibili titoli per approfodire il tema dell'anno del 2018, ma in realtà ne avevamo parlato in questo topic e nel relativo articolo sulla libroterapia:
www.ilclubdellibro.it/forum/9-rubrica-le...e-bindi.html?start=0
Il titolo completo è "Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno" e volevo chiedere se qualcuno di voi lo ha letto e sa darmi qualche consiglio su come approcciarmi alla lettura. Mi è stato regalato nella nuova edizione Sellerio, bellissima, e penso sia un libro da leggere ogni tanto, ma non so ancora bene con che criterio: semplicemente partendo dall'inizio, oppure a caso, oppure cercando dei "malanni" che trovo più interessanti o vicini a me ?
Ho letto l'introduzione di Fabio Stassi, curatore dell'edizione italiana, e mi è piaciuta molto. Chiarisce subito un dubbio che avevo all'inizio, ovvero che essendo le autrici anglofone, i libri consigliati magari non sono per forza adatti a un pubblico italiano (sono veramente tanti libri e suppongo che molti libri italiani potrebbero fare di più al caso nostro) e infatti lui dice subito che ha integrato l'edizione italiana con alcuni titoli italiani, anche perchè alcuni titoli di cui parlano le autrici in Italia non sono mai arrivati; tra questi ultimi però ne ha lasciato qualcuno,nella speranza che qualche editore si incuriosisca

A parte ciò, Stassi parla del rapporto tra malattia e letteratura e dice:
"La malattia, dal generico disagio di stare al mondo fino alla patologia più esotica e definita, è di sicuro uno dei principali temi di narrazione e dialettica degli esseri umani. La stessa scrittura è a sua volta una forma di ossessione e di nevrosi, e il romanzo il sintomo di un malessere, di una debolezza, di qualche incompatibilità dolorosa di un individuo con la società o con se stesso."
Bè, impossibile non pensare a Virginia Woolf e al percorso che stiamo facendo su di lei!
Continua Stassi.
"è ancor più difficile tracciare una linea di confine e viene persino il dubbio che malattia e letteratura siano la medesima cosa. Seguendo questo sospetto, si potrebbe definire la biblioterapia un tentativo di vaccinazione al male di vivere. Cu curiamo inoculando delle dosi controllate di situazioni e possibilità. [...] Per tutto questo la più fortunata malattia cronica che ci si possa augurre di contrarre sin da bambini è la lettura. Come ogni affezione, si trasmette per contagio e il suo principale veicolo di contaminazione sono l'entusiasmo e l'amicizia. Chi parla con passione di un romanzo che gli è piaciuto è un monatto di questa follia. Chi consiglia un titolo particolare a un amico per aiutarlo a uscire da una crisi privata ha già espresso una diagnosi e indicato un farmaco, ne conosce gli effetti collaterali, sa che possono variare dalle vertigini alle lacrime, ma è consapevole che la lettura è una febbre che ci fa guarire dal resto.[..]"
Mi ricorda il motto di una libraia che apprezzo molto, I libri di Eppi di Torino: "La libraia è un mestiere che comporta grandi responsabilità. Certo, non quanto un chirurgo o il ministro degli Interni, ma più o meno quanto un pizzaiolo."
Perchè come una cosa piccola come mangiare bene può farci sentire meglio, allo stesso modo il libro giusto al momento giusto può rappresentare un aiuto più grande di quel che pensiamo.
Se avete letto questo libro o avete considerazioni sul tema, fatemi sapere!