rand ha scritto: Ero sicuro che Giorgia avrebbe dato soddisfazioni 
modestamente, va...
rand ha scritto: Non ho detto questo. Voglio dire che in un giallo il fulcro della storia è capire la causa dell'omicidio, che si risolve sempre nelle suddette cause, e non è una cosa che mi incuriosisce. In un fantasy c'è letteralmente un intero mondo da scoprire. Ma di nuovo, non voglio muovere una critica contro la categoria. Semplicemente non fa per me, perlomeno in base a quello che ho visto finora. Al prossimo giro magari ne riparliamo.
Il fulcro della storia è CAPIRE, che in certi casi è anche scoprire. Che sia il movente o l'assassino o il come o, più genericamente, come sono andate le cose.
Il fantasy è un altro mondo ma proprio in senso letterale, non puoi paragonare né mettere sullo stesso livello i due generi perché uno è irreale (purtroppo), l'altro invece è reale e per giunta anche contemporaneo.
Come ti avevo già detto altrove, ci sono degli schemi da rispettare nei vari generi, fermo restando che poi ogni storia può avere risvolti diversi dalla macro-storia (cioè un fantasy può avere allo stesso tempo la liason d'amore, l'avventura, l'horror, il mistero, così come anche tutti gli altri generi), però lo schema generale conta quell'ABC imprescindibile che caratterizza il genere.
Comunque, tornando a prima, prova altri gialli a prova di bomba (finiscili, eh) e vedi un po' se non ti viene voglia di arrivare alla fine. Secondo me cambierai idea.
rand ha scritto: A me no
E comunque, secondo la mia altrettanto personale e fallibile statistica, non c'è una correlazione tra la lunghezza del libro e il tempo che l'autore ci mette a caratterizzare un personaggio. Semplicemente, o uno è bravo a farlo, o non lo è. Non capisco il senso di voler caratterizzare un personaggio piano. E, si noti, per me "caratterizzare" non vuol dire sapere la sua storia. Quella posso anche scoprirla all'inizio o alla fine, è irrilevante. "Caratterizzare" vuol dire farti conoscere il personaggio, fartici immedesimare, fartelo comprendere, fartelo odiare, farti provare QUALUNQUE emozione nei suoi confronti.
Però anche la noia è una emozione, no?

A parte gli scherzi, comprendo il tuo discorso ma per me ci può essere la caratterizzazione a puntate, purché abbia un senso (velocità trama, pagine, ecc.). Nel caso di Dicker diciamo che è iniziato male, si è ripreso strada facendo, poi vabbé non è stato all'altezza e fine.
rand ha scritto: Ti ho già detto che non sono d'accordo con questa cosa
Per me il senso di un club di lettura è confrontarmi con altre persone su libri letti. Il fatto di avere nuovi spunti di lettura oltre alle cose che leggo sempre è interessante ed è un plus, ma la mia motivazione principale è parlare e discutere
(Come si nota
)
Appunto, su libri letti! Se si parlasse di una cosa letta integralmente sarebbe meglio perché avresti un quadro più completo, si potrebbe parlare più compiutamente del genere, come deve essere strutturato, cosa non ha funzionato per quella definizione di genere, si potrebbe conversare meglio sulla famosa caratterizzazione dei personaggi a puntate e via discorrendo. Si può discutere anche come stiamo facendo, non c'è mica problema, però devi considerare che hai tra le mani un puzzle dove mancano un sacco di pezzi.
Comunque confido che non accadrà più un abbandono all'8%, secondo me ti è presa male per la lunghezza... fosse stato più breve, forse avresti continuato