Martedì, 04 Novembre 2025

Edizione I - Manche I

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03/06/2016 13:20 #24989 da BRUNY79
Risposta da BRUNY79 al topic Edizione I - Manche I
Molto carina Claudia! Bravissima.

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03/06/2016 13:22 #24990 da BRUNY79
Risposta da BRUNY79 al topic Edizione I - Manche I
Brava anche Novel! Deliziosa! :)
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03/06/2016 14:37 #24996 da Katya
Risposta da Katya al topic Edizione I - Manche I
Novel mi fai un ebook del tuo racconto per favore? Non trovo un attimo di tempo per leggerlo tutto :laugh:
Non so quante volte ho provato a leggerlo senza poter finire. Non sono nemmeno a metà...
Lo finirò, stanne sicuro! B)

Un libro dev'essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.

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03/06/2016 16:51 #25005 da EmilyJane
Risposta da EmilyJane al topic Edizione I - Manche I
Complimenti anche a Novel: una fiaba gotica con spunti classici e una scrittura elegante. ;)

"Tutto ciò che possiamo decidere è come disporre del tempo che ci è dato" (Il signore degli anelli - Tolkien)
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04/06/2016 14:26 #25052 da BRUNY79
Risposta da BRUNY79 al topic Edizione I - Manche I
Lei sapeva perfettamente che stava sfidando la sorte rimanendo in quella casa di campagna isolata dal resto del mondo. Un tempo le aveva regalato momenti di pace, di tranquillità e di gioia. Ormai da sei anni non era più così, le trasmetteva solo paura! Quando la mattina usciva per andare al lavoro era come un uccellino che cinguettava allegramente, ma la sera era come un coniglio in gabbia. Perché non fuggiva con tutte le sue cose?
Lei era testarda, orgogliosa e sapeva che scappare non risolveva il problema. Era estremamente buona, non voleva far del male, preferiva riceverlo piuttosto che scatenare l'ira! Però una notte, solamente una, le cambiò il modo di vedere le cose.
Si quella bruttissima notte comprese che non poteva continuare così, che non sarebbe cambiato il suo carnefice.
Lei si svegliò con un dolore forte al collo, senza respirare; in un istante elaborò cosa stava succedendo. Prese la lampada sul comodino e ....boom....una volta ...e poi boom.... e Lui cadde in terra. Lei riprese fiato e si sentì libera, si alzò. Sapeva che l'avrebbe ammazzata. Lui si alzò.
L'ha prese per i capelli e la scaraventò a terra..e in quel momento Lei lo guardò e vide la pazzia nei suoi occhi, l'ira. Sembrava il Diavolo! Mentre Lui la stava colpendo di nuovo si sentì un Urlo acuto, forte! Allora lui si bloccò, rimase in mobile; la voce continuava a gridare e piangere, Lui scappò. Aveva fatto un'altra vittima, aveva terrorizzato un piccolo cucciolo che chiedeva aiuto. Lucifero si rese conto che aveva un testimone.
Lei era scampata alla morte, e finalmente aveva capito tante cose, per Lei e per il piccolo che aveva messo al mondo. Ora doveva chiedere aiuto, perché nessuno cambia....
Si era diventata più forte...era rinata..... Così....

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04/06/2016 15:16 #25055 da pierbusa
Risposta da pierbusa al topic Edizione I - Manche I
Questo racconto non è autobiografico, i protagonisti non sono persone reali né esistenti né mai esistite. Di sicuro ho attinto alla mia personale esperienza ma ogni coincidenza è da considerarsi del tutto casuale. Tranne quando non sia apertamente voluta.

A Stephen King che mi ha aiutato ad affrontare i miei demoni.
All’amicizia.
A mio fratello Manilo e a Leo.



PRIMA PARTE

Maggio, giornata calda di una primavera precocemente estiva, una leggera brezza viene dal mare e porta l’odore denso delle alghe sbattute sulla battigia. Fuori dalla finestra dell’aula si percepisce il ribollire delle onde che si infrangono sulla spiaggia sabbiosa. Tutto quello che le divide dalla scuola è qualche metro di sabbia, un parapetto in mattoni cementati, una strada e un marciapiede. Poi l’edificio scolastico.
Giornata di interrogazioni, Stefano era pronto ad andare di sua volontà e per questo motivo si era preparato con molta cura, ci teneva a fare bella figura e se possibile avere anche un bel voto, un bel regalo di compleanno per sua madre che proprio quel giorno compiva gli anni.
«Qualcuno che si offra volontario oggi?» il maestro Giorgio Amore guarda con un ghigno appena celato dietro i folti baffi verso la classe.
Tutti a guardarsi le scarpe, i bottoncini del grembiule, la punta della penna.
Poi, una mano si leva dalla seconda fila. Un ragazzetto occhialuto, magro, capelli corvini quasi slogandosi una spalla sembra indicare il cielo.
«Stefano!» il maestro si ripulisce sotto la cattedra il dito indice appena tolto dalla narice sinistra. «Stefano, non è che tu ne abbia proprio bisogno, vorresti avere otto in pagella anziché sette?»
«S-ssss-se f-fosse p-p-possibile, s-s-sì!» il voltò gli si imporporò sia per lo sforzo sia per il timore, quasi terrore che gli incuteva il maestro Amore. Anzi il “professore Amore”. Anche se insegnava in una terza, quarta e quinta elementare lui voleva essere chiamato “professore” e non “maestro”.
Il professore, ci adeguiamo in questa breve storia all’appellativo da lui richiesto, non aveva proprio voglia di interrogare Stefano quel giorno, sapeva al cento per cento che era preparato e sapeva che sarebbe stata una fatica immane ascoltarlo per via di quel dannatissimo tartagliamento che lo caratterizzava. E, inoltre, non aveva proprio voglia di dargli un otto visto che quel voto l’aveva promesso a Claudia Scurdati la cui madre era stata così carina a portargli per tutto l’anno ortaggi e frutta. Tanto è vero che un po’ di roba l’aveva dovuta regalare anche a sua sorella che peraltro l’aveva molto gradita. Certo non poteva far torto alla signora Scurdati di due otto in geografia nella stessa classe. In effetti, ripensandoci, la madre di Stefano Palmeri non gli aveva regalato un bel niente con la scusa che suo figlio andava benino pur avendogli chiesto se per caso il marito che navigava all’estero non avesse per caso trovato un bell’accendino a Singapore. Certo Stefano studiava, si impegnava e non era il peggiore della classe, ma vogliamo mettere tutta la fatica che gli costava ogni sua interrogazione?
«Palmeri vieni qua vicino alla cattedra.»
Stefano si alzò, allontanò pian pianino la seggiola per non far tropo rumore, si distese in due rapidi movimenti il grembiule e rischio di cadere a faccia in giù inciampando in una delle stringhe della sua cartella che nel frattempo Lorenzo Cannata aveva spostato. Risate generali.
«Basta adesso! Il primo che ride ancora gli metto due in condotta!» urlò il professor Amore, lui per primo era riuscito a stento a reprimere una risata.
Stefano nel frattempo aveva guadagnato la posizione a sinistra del maestro, di fronte a lui l’ampia finestra col panorama marino.
«Dimmi i capoluoghi regionale siciliano e i capoluoghi di provincia.» estrasse un fazzoletto vi soffio potentemente, guardò compiaciuto la materia risultante da quell’operazione e se lo rimise in tasca.
«Dunque il ca-ca-ca…» risatine di sottofondo.
«Capoluogo, su avanti Stefano!» il professore Amore era paziente come un affamato davanti a una tavola imbandita.
«Si pro-pro-fe-s-s-ore, il ca-ca-poluogho re-gi-gi-onale si-si-si-ciliano è Pa-pa-pa-p…» risate a stento trattenute con le mani davanti alla bocca dai suoi compagni.
«Pa-pa-lermo!»
«Bravo! Giusto. E i capoluoghi provinciali? Partendo dalla nostra provincia?»
«L-la-la-la…»
«Si trullallero trullalà» fece eco Lorenzo Cannata ridendo fragorosamente e mostrando una bocca con qualche dente storto.
«LORENZOOOO!!!» il nostro professore se c’era una cosa che sopportava meno del tartagliamento di Stefano erano le battute di Lorenzo Cannata ragazzo tanto spiritoso quanto poco incline ad impegnarsi in qualcosa di diverso dal raccontare barzellette sconce. Quel ragazzo stava ai libri come i cavoli a merenda. Dovette sforzarsi proprio per non ridere appresso a lui!
«Scusi professore!» fece lui sbiancando in volto dopo l’urlo del maestro con fare fintamente imbarazzato.
«Dunque Stefano, dicevi?» ritirò fuori il fazzoletto di prima asciugandosi la fronte.
Stefano a quel punto sapeva che doveva ricorrere ai suoi soliti trucchi per cercare di dire qualcosa di intellegibile e in tempi che il suo professore Amore poteva ritenere accettabili. Doveva prima di tutto evitare come la peste che all’inizio della frase da pronunciare vi fossero certe sillabe come “La” o “Ca” o “Pa”.
«Ragu-s-s-a è il nostro ca-ca-po-po-poluogo.»
«Bravo, adesso dimmi tutti gli altri nell’ordine che vuoi tu”.
Stefano, attese, cerco di concentrare le sue forze e soprattutto guardò negli occhi Caterina Laguardia che lo stava guardando tremante e ansiosa dal folto dei suoi nerissimi riccioli. Sapeva che gliela poteva fare se si estraniava da quell’aula se solo non pensava al professore Amore a quello stronzo di Lorenzo e si concentrata solo su Caterina sui suoi begli occhi neri, i suoi capelli ricci, il suo sorriso e alla passeggiata lungo la spiaggia che facevano quasi ogni giorno ritornando a casa da scuola.
«Stefano, non le sai?»
«S-s-si pro-pro-fes-s-sore l-le s-so»
«E allora concentrati e dimmele!»
«Ragusa, Siracusa, Catania, Messina, Enna, Agrigento, Trapani, Palermo»
Nell’aula vi fu un attimo di incredulo silenzio, il professore Amore lo guardava a bocca spalancata, prima che Caterina vincendo la sua grande timidezza applaudisse: «Bravo Stefano, bravissimo!!!», pochi istanti e a quell’applauso si unirono tutti gli altri compagni di classe eccetto Lorenzo che faceva finta di scarabocchiare sul quaderno. Stefano dal canto suo era orgoglioso e felice dell’approvazione di Caterina.
«Ragazzi basta!!! Non siamo allo stadio, è così strano che Stefano conosca i capoluoghi di provincia siciliani?»
Caterina alzò la mano.
«Cosa c’è adesso?»
«Vo-volevo dire che ho…abbiamo, applaudito perché Stefano ha detto tutti quei nomi senza balbettare per niente, a parte che li sapeva tutti.»
«Ohhhh ha parlato miss amorino-cuoricino-smack.smack!» bisbigliò Lorenzo provocando un mormorio ridanciano che rimbombò nella grande aula. Il professor Amore preferì sorvolare sulle solite scemenze di Lorenzo anche se le aveva sentite benissimo e già stanco di quell’interrogazione, del tartagliamento e di quello spiritosone, non rispose nemmeno a Caterina e mandò a posto un raggiante Stefano. Certo non gli avrebbe messo otto. La signora Scurdati poteva stare tranquilla e magari portargli un po’ di zucchine palermitane con cui sua moglie Andreina, sposata in seconde nozze, era tanto brava a fargli la pasta.
Stefano sedendosi in seconda fila al suo posto accanto a Caterina, ancora congestionato in volto e con le ascelle infracidate le fece un sorriso. «Gr-grazie Ca-ca-terina».
A Caterina a cui veniva la pelle d’oca quando Stefano tartagliava sul suo nome, sempre poi sulla prima sillaba, come al solito non disse nulla, aggrottò solo un po’ fronte e spalancò gli occhi. «Ma sei stato veramente bravo!»
«S-s-solo pe-pe-perché pe-per una v-v-olta non ho ta-ta-tartagliato?» disse lui ravviandosi un ciuffo inesistente.
Caterina ci pensò un momento.
«No, anche, soprattutto, perché hai saputo dire tutti quei nomi in fila, io non li avrei saputi dire così bene e veloce come te!»
Era una palese bugia, ma a Stefano non interessava. Caterina avrebbe potuto anche insultarlo e prenderlo in giro o schiaffeggiarlo a lui importava solo dei suoi riccioli neri e del suo sorriso.

FINE PRIMA PARTE DI TRE
(La seconda parte - forse - il prossimo mese)

(Su Anna Karenina) È un'opera d'arte perfetta, che arriva assai a proposito; un libro assolutamente diverso da ciò che si pubblica in Europa: la sua idea è completamente russa.Fëdor Dostoevskij
Tanti anni nel Club e nemmeno una medaglia!
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04/06/2016 19:55 #25061 da Ariel
Risposta da Ariel al topic Edizione I - Manche I
Complimenti! qui siete tutti bravissimi, ma la prima parte del tuo racconto mi ha rapita...attendo con ansia la seconda parte! ;)

"...Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita,
io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima." William Ernest Henley
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04/06/2016 19:57 #25062 da Ariel
Risposta da Ariel al topic Edizione I - Manche I
Breve e toccante! BRAVA! ;)

"...Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita,
io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima." William Ernest Henley
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04/06/2016 20:06 #25064 da Bibi
Risposta da Bibi al topic Edizione I - Manche I
A SUD-EST CI SARA' DI CERTO IL MARE

Doveva scrivere una storia per un gioco da fare insieme ad alcuni suoi amici. Non aveva nessuna idea. Decise di mettersi in gioco ugualmente.
Aprì il quaderno dalla copertina tempestata di fiori, sembravano lillà e non ti scordar di me. A lei però piacevano i papaveri, perché crescevano ovunque ed erano rossi, come la stragrande maggioranza delle cose che nel mondo ci fanno bene e male allo stesso tempo. Prendi l’amore, che non sia per forza quello degli innamorati, no,l’amore in generale: è mai esistito un amore che non ha mai sanguinato? No, di certo.
Decise di mettersi in gioco, aprì il quaderno fiorato e guardò i quadretti.
La penna non la prese, non era ancora il suo momento. Sapeva che l'avrebbe fatta aspettare. Quello era il momento dei quadretti: fissarli, studiarli, cercarci dentro una storia. Li scrutava silenziosa allo stesso modo in cui i gatti studiano il nulla, perché sanno che è proprio lì che andrà a cascare la preda. Gli occhi fissi, acquosi, attenti.
«Niente» sussurrò a se stessa.

Si rese presto conto che erano quadretti ostili, egoisti.
Erano muti, attenti a stare ben in ordine, schierati uno accanto all'altro. Immobili.
Lei però, di ostilità, egoismo, silenzi, ne aveva la testa piena, tanto che pensava che ormai la sua mente si fosse trasformata in una nuvola.
C’erano stati giorni in cui ogni movimento percettibile intorno alla sua persona diventava protagonista indiscusso di un foglio bianco. Adesso no. Lei, era circondata dai fogli bianchi. Tutto era bianco.
Anche la sua mente era bianca.
Una nuvola; la stessa consistenza, la stessa forma, la stessa andatura.
Tutto era bianco e sterile.
Si alzò, chiuse con forza il quaderno, s'immagino i quadretti strillare per lo spavento, lo chiuse bene nell'ultimo cassetto, ci mise sopra altre riviste, cartacce, pagine vecchie piene di parole che, lettera dopo lettere, come una dolce catenella avevano formato mille storie.
Fece sparire il quaderno, il più lontano possibile dagli occhi e guardò la penna, voleva prenderla, provare a fissare anche lei, provare ad ascoltarla. Non lo fece. La lascio lì; chiusa, col tappo a puntare il sud-est, come l'ago di una bussola che lei di certo non avrebbe saputo utilizzare.
Decise che non avrebbe scritto nessuna storia se prima non ne avrebbe vissuto una vera.

«Sud-est» continuava a ripetere a se stessa. «A sud-est ci sarà di certo il mare». Lei non ne aveva la certezza assoluta, ma decise che quel giorno a sud-est ci sarebbe stato il mare. Decise, in tutta fretta, che la sua storia l’avrebbe trovata lì.
Acqua, panino. Basta. No aspetta, prendo anche questo e prendo anche il quaderno. Parlava alla sua mente con la voce sottilissima del pensiero. Infilò tutto velocemente nel suo zaino blu e parti in direzione sud-est in sella alla sua bicicletta.
Non aveva pensato alla distanza, se ne preoccupò quando già pedalava da un pezzo. Non sapeva con esattezza quanti chilometri separavano la sua abitazione dal mare. Si ricordava solo che era facile raggiungerlo e che la strada non era troppa.

Era l'inizio dell'autunno, la giornata era tiepida e soffiava un venticello che a tratti pungeva la pelle. A lei piaceva l'autunno. I suoi colori, la metamorfosi lenta della natura. Pensava che quella giornata era perfetta per andare a caccia della sua storia.
La corsa in bicicletta fu bellissima, le piaceva l’adrenalina che le aveva procurato, pedalava e sorrideva, sorrideva e pedalava e nel frattempo si sentiva un po’ matta.
Vedere il mare la fece urlare di gioia, era eccitatissima, non per il mare, quello lo vedeva spesso, ma per quello che aveva fatto. Aveva preso quattro cose ed era patita così, senza progetti.

Mentre prendeva fiato, col naso puntato verso l’azzurro infinito, la debole voce del suo pensiero cominciò a farsi un discorso tutto da sola.
Mi fanno paura le persone che si prendono troppo sul serio. Diceva.
Si precludono l’occasione di sbagliare per poi imparare, o si prendono la briga di credere davvero che così
facendo riusciranno nella loro mitica impresa.
Stesso discorso per i programmatori di avventure.
Aboliscono le cause dei capitomboli all’anima: la sorpresa, l’ignoto, l’incerto, lo stupore.
La follia di un imprevisto.
Se l’hanno chiamata vita e non programmazione, un motivo ci sarà.
E sono certa sia qualcosa da non sottovalutare.
Diceva.

E adesso? A sud-est c’era andata, il mare l’aveva trovato. E la sua storia?
Prese il quaderno che aveva portato con lei, si mise ad osservare le onde che, leggere, generavano una schiuma bianchissima. Decise che non c’era fretta, che poteva prendersi tutto il tempo di cui aveva bisogno.
Restò immobile finché le giunture delle gambe glielo permisero.
«Niente» si disse ancora una volta.
La storia che cercava non era nelle onde del mare, né nell’orizzonte e nemmeno nella schiuma bianca, negli uccelli che dipingevano il cielo.
La storia che cercava si stava dirigendo verso di lei, e lei, occupata a cercarla nei minimi dettagli di quella giornata autunnale non se ne era ancora accorta.

CONTINUA
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04/06/2016 20:30 - 04/06/2016 20:32 #25065 da Katya
Risposta da Katya al topic Edizione I - Manche I
Ogni storia lascia qui un pezzo di voi, questo gioco è più di un gioco!!

Claudia il tuo mi ha dato una bella emozione, hai racchiuso una piccola parte di questo Club e mi ha commossa!!

Lorenzo con quest'aria dark che hai messo dentro la tua storia hai creato un mondo fantastico fatto di sogni senza tempo lasciandoci con i piedi ben saldati a terra però.

Bruny storia breve ma che attanaglia. Lascia quell'amaro in bocca come tutti questi avvenimenti orrendi che siamo costretti a vedere e e spesso a vivere...

Pier leggendo il tuo racconto è stato troppo facile trovarmi nelle scene da te descritte, ne sentivo gli odori e i suoni. Vedevo scorrere come un film stile all'italiana le scene e di te ho visto molto lì dentro...

Bibi troppo bella la parte iniziale, mi piace questo "doppio gioco"!! Mi sono trovata a cavallo in bici con te e sentivo l'aria che mi scombinava i capelli...chissà dove porterà l'avventura!!

Complimenti a tutti ragazzi!!

Un libro dev'essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.
Ultima Modifica 04/06/2016 20:32 da Katya.
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Avatar di mulaky mulaky - 29/10/2025 - 10:03

Buongiorno! Se qualcuno avesse ancora problemi di login, dovete prima cancellare la cache del pc/smartphone, ricaricare la pagina, riaccettare i cookies e poi fare il login ;)

Avatar di bibbagood bibbagood - 27/10/2025 - 19:21

Ciao Cristina, in che senso? Oggi sei riuscita a scrivere sul forum :-/ scrivimi una mail (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) con l'errore che ti esce quando provi a fare cosa ;)

Avatar di Cri_cos Cri_cos - 27/10/2025 - 15:37

Ciao a tutti non riesco ad accedere al forum ne con pc ne con il cellulare :(

Avatar di mulaky mulaky - 27/10/2025 - 09:21

Siamo di nuovo ONLINEEEEEEE!!! :D

Avatar di guidocx84 guidocx84 - 20/10/2025 - 16:44

Ciao Marialuisa! Sezione "News & Eventi" del sito: ;)

Avatar di bibbagood bibbagood - 16/10/2025 - 21:24

Ciao!Sìsì lo abbiamo già pubblicato, trovi il link nell'ultimo numero della newsletter :) buona lettura!

Avatar di Marialuisa Marialuisa - 16/10/2025 - 17:22

Ciao! Ma mi sono persa il resoconto dell'ultimo raduno di Bologna?? Mi piacerebbe molto leggere il seguito della "saga" !! Dove posso trovarlo??

Avatar di monteverdi monteverdi - 14/10/2025 - 12:55

Buongiorno, sono un appassionato di cinema e romanzi di vario genere. Il mio autore preferito è John Fante, ultimamnete leggo molto i gialli di Manzini. Mi piace scrivere.

Avatar di Nonna Iaia Nonna Iaia - 10/10/2025 - 10:14

Ciao a tutti!Amo i libri da sempre ma solo ora, in pensione, riesco finalmente a leggere!Mi appassionano le storie vere, le biografie ed i romanzi storici perché mi consentono di conoscere i fatti da diverse prospettive arricchendo, spero, il mio senso critico. Integro i romanzi con saggi di geopolitica e di storia. È la prima volta che mi iscrivo ad un Gruppo di Lettura e sono molto curiosa e contenta di poter condividere i miei pensieri ed emozioni con voi.Grazie

Avatar di Manuela Zennaro Manuela Zennaro - 01/10/2025 - 18:14

Buon pomeriggio sono Manuela e scrivo da Roma. Ho 59 anni (quasi 60, in realtà), sono una giornalista enogastronomica di professione, lettrice onnivora per passione. un saluto a tutti!

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