SINOSSI
Mistici e poeti, filosofi e scienziati hanno esplorato nei secoli l'oscuro padrone delle nostre vite: l'inconscio. Per primo ne scrisse sant'Agostino; poi fu oggetto di una disputa tra Leibniz e Locke; quindi vennero le esperienze di Coleridge e Baudelaire con l'oppio e i primi esperimenti con l'ipnosi. All'inizio del Novecento Freud lo mise al centro di ogni attività psichica, ma sul finire del secolo diventò cruciale anche per i modelli della mente proposti dalle neuroscienze cognitive. L'inconscio appartiene a ogni concezione dell'essere umano e abita in forme infinite il nostro immaginario. Ha ispirato l'arte, la letteratura, la musica, il cinema: da Breton a Bacon, da Bataille a Burroughs, da Stravinsky ai Judas Priest, da Hitchcock a Kubrick. Non solo. La ricerca di modelli della mente non dominati dalla coscienza segna la nascita dell'informatica e le neuroscienze contemporeanee. Come insegna Damasio, il nostro cervello conserva una quantità infinita di informazioni e continua a processarle inconsciamente. La tesi di Frank Tallis è che, pur da prospettive diverse, psicoanalisti, cognitivisti e neuro-scienziati sono uniti nel sostenere che eventi che accadono al di fuori della nostra consapevolezza (compresi gli auto-inganni, le prime impressioni e le influenze subliminali) sono tra le principali determinanti del comportamento umano. Tallis si spinge ancora più in là, sostenendo che una certa idea di inconscio può unificare tradizione occidentale e sensibilità orientale, l'illusorietà della coscienza smascherata dalle neuroscienze e l'irrealtà del Sé predicata dal buddhismo. "Breve storia dell'inconscio" attraversa secoli di storia facendo vivere al lettore l'avventura dell'uomo che impara a conoscere la sua «mente nascosta». Tallis racconta il sorprendente viaggio delle nostre convinzioni: se i contemporanei di Freud non potevano concepire che gran parte della vita umana fosse condizionata da qualcosa di nascosto, oggi fatichiamo a credere il contrario. Perché, come scriveva lo psicoanalista viennese, «lo psichico è inconscio, e l'inconscio è il vero psichico».
RECENSIONE
Questo saggio rappresenta un'importante storia della considerazione che la società ha avuto dell'inconscio come parte essenziale della mente umana. Dal momento in cui ne è stata ipotizzata la presenza, con Leibniz, l'inconscio è stato sempre trattato con un certo distacco. All'inconscio si rifacevano santoni e imbonitori nel XVIII secolo, così come nel XX lo hanno sfruttato i pubblicitari e i politici per i messaggi subliminali. Un punto fermo nella storia dell'inconscio è stato messo con la teorizzazione della psicoanalisi ad opera di Sigmund Freud, ma grazie al saggio di Tallis possiamo anche scoprire come, nel corso degli anni, è stato recepito l'insegnamento del grande medico viennese. Oppure quanto gli sia costato ammettere che le sue teorie in primis si siano diffuse proprio negli Stati Uniti, che egli considerava un "grande errore" storico. Il saggio si pone l'obiettivo di aprire una finestra sull'Inconscio, di farlo conoscere e di fare un punto sugli studi fatti fino alla fine del Novecento sull'argomento.
[RECENSIONE A CURA DI FRANCIS]
Autore | Frank Tallis |
Editore | Il Saggiatore |
Pagine | 342 |
Anno edizione | 2019 |
Collana | La Cultura |
ISBN-10(13) | 9788842825388 |
Prezzo di copertina | € 22,00 € |
Prezzo e-book | 9,99 € |
Categoria | Realistico - Cronaca - Saggi - Biografia |