SINOSSI
In quella piovosa sera d'ottobre, nella cittadina di provincia, tutto sembrava tranquillo. Dopo aver cenato con la figlia Hector Loursat si era chiuso nel suo studio, come al solito, e si era sprofondato nella lettura. Erano ormai 18 anni che viveva in questo modo, senza vedere nessuno, senza uscire di casa. Il brillante rampollo dei Loursat de Saint-Marc, era diventato un orso, un inutile ubriacone. Ma quella sera, uno sparo nel buio, un'ombra che si dilegua, uno sconosciuto che muore nella sua casa. Qualcosa costringerà Loursat a uscire dalla sua solitudine, a scrollarsi di dosso la paglia della sua tana per assumere la difesa del giovane amante di sua figlia, insomma a "calarsi nuovamente nella vita", almeno per un po'.
RECENSIONE
Scritto nel 1940, romanzo a sfondo giallo di questo grande maestro di scrittura e di vicende con uno sfondo di mistero. Le atmosfere sono sempre cupe, il tempo è piovoso, il cielo grigio e fa freddo. È la Francia del Nord. L'avvocato Loursat abita con la figlia in un'enorme casa decadente, alcuni piani sono disabitati. Il proprietario, seppur ricco, abita una minima parte della casa: il suo studio e la sua camera da letto. Di tutto il resto della casa si disinteressa. Così come non partecipa alla vita sociale e all'educazione della figlia Nicole, la quale si mette a capo di una banda di suoi coetanei che si occupano di rubare, si ubriacano e si danno ai bagordi, fino a entrare indisturbati nella stessa casa del padre. Ma una sera le cose cambiano. Loursat sente degli strani rumori, esce dal suo studio e mentre cerca di capire che cosa ci sia di diverso, mentre sale al piano secondo, sento uno sparo e vede un uomo che uscito dalla camera da letto di sua figlia si dilegua verso le scale per raggiungere l'uscita dalla casa. L'uomo Loursat, quello che per diciotto anni aveva vissuto rintanato nel suo studio, bevendo tre bottiglie di Bordeaux al giorno, si incuriosisce e chiede spiegazione alla figlia, la quale non risponde e non dà chiarimenti su un cadavere che viene rinvenuto dall'avvocato, in una stanza. A chi appartiene? Chi lo ha ucciso? Scattano le indagini, l'avvocato è il cugino del procuratore e nonostante sia conosciuto come un ubriacone e un originale, gode di un certo rispetto presso la popolazione del paesino. Come al solito Simenon ci offre un'accurata narrazione psicologica dei fatti. Ogni personaggio ha il suo posto d'onore nella descrizione delle sue motivazioni, del suo carattere e anche del suo aspetto. Io amo molto questo modi di scrivere di Simenon che ritengo, a mio gusto, uno dei più grandi scrittori di gialli e non solo del novecento.
Le situazioni da lui descritte sono sempre immerse nell'ombra, mai tutto è chiaro, mai è bianco o nero, tutto è nascosto dall'ombra e dal buio, dalla pioggia che scende impietosa impregnando i capotti dei protagonisti di umidità difficile di asciugare. Le strade sono sempre buie: lampioni fiochi e rare luci alle finestre delle case occhieggiano nel nero delle tenebre che comunque arrivano già nel tardo pomeriggio perché il periodo è quello invernale. Romanzi mai scontati. Simenon sembra avere una creatività enorme che mette a frutto nei suoi sempre avvincenti romanzi che hanno la particolarità di portarti in mezzo a dove avvengono i fatti.
[RECENSIONE A CURA DI GRAZIELLA]
| Autore | Georges Simenon |
| Editore | Adelphi |
| Pagine | 198 |
| Anno edizione | 2015 |
| Collana | Gli Adelphi |
| ISBN-10(13) | 9788845929663 |
| Prezzo di copertina | 12,00 € |
| Prezzo e-book | 6,99 € |
| Categoria | Giallo - Poliziesco - Noir |

