SINOSSI
San Francisco 1992. La Terra è un pianeta desolato, devastato dalle guerre nucleari; gli esseri umani sono in gran parte emigrati nelle colonie esterne e numerose specie animali si sono estinte, tanto che possedere un animale domestico vivente è diventato un ambito status symbol . Per chi non può permettersi un cucciolo "vero", come il cacciatore di taglie Rick Deckard, ci sono le pecore elettriche… L'umanità vive infatti affiancata da diversi modelli di robot, dalle semplici macchine-utensili ai vicini di casa artificiali, fino a sofisticati modelli di androidi assolutamente indistinguibili dagli esseri umani, anzi persino più intelligenti, come i Nexus-6. Quando alcuni esemplari di questi replicanti perfetti fuggono da una colonia marziana per vivere liberi, Rick è incaricato di "congedarli". Prima, però, dovrà riuscire a individuarli… Cos'è reale e cosa no? Cos'è umano e cosa no? E poi le droghe, i difficili rapporti tra i sessi, la repressione dello Stato: i grandi temi della narrativa di Philip K. Dick animano questo celebre romanzo di fantascienza, tragico e grottesco, un capolavoro che esce dai confini del genere letterario, «un trattato di teologia cibernetica assolutamente vertiginoso, di una ricchezza narrativa impressionante» (Carrère).
RECENSIONE
Gli androidi sognano pecore elettriche? è un libro molto impegnativo, che suscita riflessioni anche nuove e su cui magari non capita di soffermarsi. Sotteso a tutta la storia in cui si avvicendano situazioni e colpi di scena, c'è un tema etico: l'esistenza di un sentimento che accomuna tutti gli esseri viventi, di qualsiasi forma e natura, cioè il bisogno di empatia. È quello che spinge i pochi umani superstiti a cercare di possedere un animale, accettano quello elettrico ma non ne sono soddisfatti, rimpiangono quelli veri perché ricordano la risposta spontanea che davano alla loro presenza tanto da avere compassione anche del modestissimo ragno "vero" e, quindi, diffidano dalla risposta data dagli animali elettrici, anche se sapientemente programmati per risultare credibili. Sì, c'è la ricerca dello status symbol e, nella cività consumistica attuale, mi sembra più una denuncia metaforica del dipendere dalla consacrazione di elevatezza sociale mediante oggetti con alto valore economico. Sono altri i piani che meritano una attenta riflessione. Se credo sia inevitabile un rifiuto spontaneo dei dispositivi modulatori di umore, che prefigurano una ineluttabile dipendenza dalla intelligenza artificiale, ad una riflessione più approfondita si deve riconoscere che i superstiti umani, narrati da Dick, hanno sviluppato un'acutissima capacità di misurare e diagnosticare il proprio stato emozionale, in modo da attivare la procedura giusta per ricondizionarsi. Dunque, questa abilità sovraintende la capacità di programmazione dell'intelligenza artificiale, alla fine è l'uomo che decide. Se, però, sbagli rischi di ottenere effetti deleteri come accade a Iran, la moglie di Rick; certo, si può sbagliare, ma quanti tra noi umani oggi sarebbero capaci di definire precisamente il proprio stato emotivo? Magari! Anche senza modulatori saremmo in grado di avere comportamenti molto più adeguati in ogni momento della nostra vita.
Altra penosa situazione che ci fa vivere Dick è l'esistenza della categoria degli "speciali", classificati con etichette umilianti. Chi decide? Che cosa misurano i test a cui vengono sottoposti? Non possono non venirci in mente i modi in cui oggi vengono selezionati frequentemente gli "umani", non solo sul lavoro ma anche nella vita: sono tantissime le persone di cui si rifiuta di riconoscere qualità, magari elevate, perché non funzionali all'obiettivo spesso minimo o addirittura esecrabile e tutto ciò, come ben sappiamo, genera naturalmente emarginazione. Questa situazione, vissuta da Isidore, dovrebbe portarlo a uno stato di infelicità, ma così non è per diversi motivi: accetta senza discussione la sua etichettatura, è convinto della sua inferiorità e ha una sconfinata fiducia nel Merceriarismo, un chiarissimo credo imbonitore che aggrega moltitudini, reso sempre più solido da rituali collettivi condivisi, ma che alla fine si rivela un colossale bluff economico. È inquietante la difficoltà di distinguere i momenti reali e non di questo romanzo: quando leggiamo della scalata sulla neve, colpiti da pseudo sassi che però provocano vere ferite, c'è quel vagare tra reale e fantasia così affascinante e credibile come nei libri di Murakami. Questo di Dick non è solo un libro di fantascienza. Alla fine, quando le androidi Pris e Rachel provano gelosia e desiderio per gli umani o altri androidi e Rick empatia per l'androide, il lettore si chiederà se si arriverà al punto in cui sarà impossibile distinguere un umano da un androide. Subito dopo, però, Dick ci suggerisce un'altra domanda: quanti androidi ci sono, in realtà, sotto le spoglie di esseri umani genuini, ma nell'intimo alieni?
[RECENSIONE A CURA DI ROSAMIRELLA]
Autore | Philip K. Dick |
Editore | Mondadori |
Pagine | 250 |
Anno edizione | 2022 |
Collana | Oscar moderni. Cult |
ISBN-10(13) | 9788804731474 |
Prezzo di copertina | 13,50 € |
Prezzo e-book | 7,99 € |
Categoria | Fantascienza - Fantastico - Fantasy |
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