SINOSSI
Burtonbury, un ex collegio maschile per i figli dei diplomatici, è una scuola privata con una discreta reputazione e la vana ambizione di poter essere un giorno all'altezza di Eton o di Harrow. Quando vi mette piede per la prima volta, dopo aver vinto una borsa di studio, Martin Gilmour è un ragazzo con i maglioni scoloriti, i calzoncini per la ginnastica mai abbastanza bianchi e le camicie con macchie gialle indelebili. L'odore della tristezza di sua madre, rimasta prematuramente vedova, aleggia tra i suoi vestiti. Un giorno, però, alla Burtonbury School, il suo destino di adolescente imbronciato, con una costante sensazione di disagio e l'accento sbagliato, muta radicalmente. Martin incontra Ben Fitzmaurice, un ragazzo ricco, bello, ammirato da tutti, e ne diventa amico. Partite di tennis, cacce all'uovo tra prati curatissimi e aiuole sontuosamente fiorite, la tenuta dei Fitzmaurice spalanca le sue porte al giovane Gilmour. Ben diventa il fratello mai avuto, l'anima gemella da venerare, la ragione di vita da proteggere e custodire. Al punto che Martin si trasforma nella sua piccola ombra. Una piccola ombra capace di salvare l'amico dalle incresciose conseguenze della sua condotta, cosí sconsiderata e tipica di chi è stato troppo favorito dalla sorte. Durante i successivi venticinque anni, Martin serba nel suo cuore «il segreto» di quell'amicizia, un segreto che, piú di un patto di sangue, lo lega indissolubilmente al rampollo dei Fitzmaurice, come soltanto un debito impagabile, una gratitudine eterna possono fare. Quando Ben organizza un party per il suo quarantesimo compleanno in un edificio del diciassettesimo secolo acquistato insieme con la moglie Serena, Martin, divenuto un noto, disincantato critico d'arte, e sua moglie Lucy, una donna perfettamente consapevole di essere sempre seconda, nella scala degli affetti del marito, alla sacra amicizia con Ben, si mescolano volentieri alla variopinta folla di invitati: politici, celebrità, vecchi e nuovi ricchi col volto lucido e ritoccato ed energiche strette di mano. La sensazione di un inusuale, sgradevole impaccio nell'accoglienza che Ben gli riserva, si fa, tuttavia, subito strada nella mente di Martin. Gesti, parole, apprezzamenti di Fitzmaurice rivelano una strana inquietudine. Che la gratitudine che l'amico gli deve non sia eterna? Che «il segreto» custodito cosí a lungo sia stato del tutto inutile? Che, soprattutto, quell'amicizia, che per Martin è la sua unica ragione di vita, stia inaspettatamente per finire? Accolto al suo apparire in Inghilterra da uno strepitoso successo di pubblico e di critica, «Il party» è uno dei piú riusciti romanzi sul lato oscuro e morboso delle relazioni umane, oltre che una magistrale descrizione del cinismo, della fatuità e dell'impudicizia con cui il privilegio e il potere si offrono oggi allo sguardo.
RECENSIONE
Il party di Elizabeth Day era per me un libro sconosciuto, anonimo. Leggendo la sinossi mi sono lasciata ispirare e così sono "salpata" per questa avventura nell'ignoto. Devo dire che inizialmente si presenta abbastanza bene e ha un buon potenziale per lo sviluppo della vicenda. Purtroppo però, via via che si procede con la lettura, si ha come l'impressione che si vada perdendo. Innanzitutto la suddivisione dei capitoli è ora dal punto di vista del protagonista, Martin Gilmour, che racconta in prima persona, ora da quello della moglie, Lucy Gilmour, che affida il suo racconto ad un taccuino. Poi, ci sono una serie di salti temporali: la giornata/serata del party, la vita di Martin, e l'interrogatorio. La scrittura della Day, nella traduzione italiana per lo meno, risulta piacevole e scorrevole. Il problema è la grande aspettativa che crea e che monta nel lettore per arrivare alla fatidica sera del party. Martin è totalmente subordinato al suo migliore amico Ben Fitzmaurice, il classico ragazzo bello, ricco e invidiato da tutti. Ne subisce il fascino durante la loro permanenza alla Burtonbury School, una scuola prestigiosa piena di cosiddetti "figli di papà". Martin, che si sente eternamente diverso, con la sua provenienza semplice, sogna di poter essere come loro. Sogna la disinvoltura e l'aura di perfezione che emana Ben. Ne diventa amico intimo, e lo salva da una situazione in particolare. Grazie a questo "salvataggio" Martin si guadagna un posto nella famiglia Fitzmaurice. Ecco che tutto ciò che Martin desiderava, si sta avverando. Però col passare degli anni e man mano che i due crescono, si inizia a percepire come uno "scollamento" tra quello che è il racconto di Martin e le reali intenzioni dell'amico. È sempre più chiaro che Martin è infatuato dell'amico. Lo vorrebbe possedere. Quasi come fosse un oggetto. Ma la realtà, purtroppo per lui, è un'altra. Martin scopre cosa vuol dire "cinismo" e "opportunismo". E lo scopre proprio dall'unica persona che adora. Non è un caso se fino ad ora non menziono Lucy in questa recensione. Perché purtroppo lei è un po' un'appendice nel romanzo. La Day la usa per far comprendere meglio il personaggio del marito, quale persona fredda, chiusa e poco interessata a lei. In buona sostanza, a distanza di varie settimane dalla fine di questa lettura, ciò che mi rimane è sostanzialmente una malinconia e una tristezza di fondo, per una vicenda non del tutto riuscita.
[RECENSIONE A CURA DI GISELLA]
Autore | Elizabeth Day |
Editore | Neri Pozza |
Pagine | 350 |
Anno edizione | 2019 |
Collana | Bloom |
ISBN-10(13) | 9788854518124 |
Prezzo di copertina | 18,00 € |
Prezzo e-book | 9,99 € |
Categoria | Contemporaneo - Attualità - Sociale - Psicologico |