SINOSSI
Louis de Lavai, il giovane francese protagonista della storia, dopo aver passato gli anni dell'adolescenza in Inghilterra, dove la sua nobile famiglia aveva trovato scampo alla Rivoluzione, attraversa nottetempo il canale della Manica per tornare in patria. A spingerlo è una lettera dai contorni misteriosi firmata dallo zio rimasto in Francia ed entrato, nel frattempo, nelle grazie di Napoleone. Fin dall'inizio, però, qualcosa va storto. Louis non è l'unica merce sbarcata quella notte, e suo malgrado si ritroverà a ostacolare i piani di un gruppetto di giacobini irriducibili che hanno in mente un piano per sovvertire l'ordine ed eliminare Bonaparte. Attraverso un susseguirsi di colpi di scena e un gioco di camuffamenti e rivelazioni, il giovane incontrerà finalmente lo zio misterioso, primo gradino per arrivare all'imperatore, e conoscerà l'inquietante cugina Sibylle, che lo mette in guardia: c'è qualcuno che ha pianificato tutto e trama contro di lui... Parte così la trama di un romanzo sospeso tra enigma e storia, sullo sfondo delle imprese di Napoleone. Il romanzo fu scritto nel 1897, un anno dopo la nascita fortunatissima dell'alter ego di Sherlock Holmes, vale a dire il brigadiere Gerard, personaggio creato da Conan Doyle proprio per sfuggire alle grinfie del suo celeberrimo detective, la cui fama ossessionava lo scrittore da quasi un decennio.
RECENSIONE
Tutti noi associamo sir Arthur Conan Doyle al suo personaggio più famoso, Sherlock Holmes. Eppure, il noto autore inglese non ha scritto solo gialli ma anche romanzi storici, d'avventura, fantastici e soprannaturali. Lo zio Bernac alla corte di Napoleone si colloca a metà strada tra il romanzo d'avventura e quello d'ambientazione storica. È un romanzo breve o racconto lungo, che dir si voglia. Come si evince dal titolo, la trama si svolge durante il periodo napoleonico e mischia, in modo riuscito, avventura, cappa e spada, intrighi e parte storica. Louis de Laval, il nostro protagonista, vive in Inghilterra ma è di origine francese. La sua famiglia è scappata dalla Francia per motivi politici e anche a causa dello zio Bernac che, schierandosi a tradimento con la fazione opposta, è riuscito a diventare il padrone della tenuta di Grosbois, terra che spettava di diritto al padre di Louis. La faida familiare continuerà fino alla morte del padre e, proprio allora, il nostro Louis riceverà una lettera dallo zio. Bernac, infatti, invita il nipote a riappacificare la famiglia e ritornare in fretta in Francia promettendogli, in virtù dei suoi agganci con Napoleone, di intercedere per lui. Tutto sembra perfetto, anche perché Louis sogna da tempo di ritornare in patria e non essere più un francese in esilio in Inghilterra... ma sul sigillo della lettera c'è un misterioso avvertimento "Non venite". Cosa significherà? Louis deciderà comunque di partire e in quel momento inizierà l'avventura. La seconda parte del romanzo, invece, è più incentrata sulla figura di Napoleone e sulla sua corte, ed è proprio qui che si percepisce chiaramente come Doyle fosse affascinato dalla grandezza del Comandante francese. La lettura del romanzo risulta molto gradevole e fa presa nel lettore. Non mancano le emozioni, gli intrighi e le risate. Per me è stata una piacevole scoperta.
[RECENSIONE A CURA DI MULAKY]
| Autore | Arthur Conan Doyle | 
| Editore | Donzelli | 
| Pagine | 190 | 
| Anno edizione | 2011 | 
| Collana | Fiabe e storie | 
| ISBN-10(13) | 9788860365538 | 
| Prezzo di copertina | 22,00 € | 
| Categoria | Classico - D'ambiente - Storico | 

                        
                        
                        
                        
	