SINOSSI

Un professore di fisica del liceo, Aldo Colombo, scompare a Brescia in un sabato d'autunno del 1971. Nessun biglietto, nessuna spiegazione. Il professore sembra svanito nel nulla come se non fosse mai esistito. Teo, un brillante giovane matematico ed ex studente prediletto del professore, non si dà pace: la scomparsa di Colombo non può essere volontaria, qualcuno deve averlo fatto sparire, ma perché? Perché rapire un innocuo professore di fisica di un liceo di provincia? L'unico indizio sembra essere un plico di formule su neutroni e fissione nucleare lasciato da Colombo. Teo conosce solo una persona che potrebbe aiutarlo a ritrovare il professore, è Deianira, una giovane insegnante precaria di origini ungheresi che sta facendo i conti con un lontano dolore: una mente affilata, acuta, dall'ironia spiazzante e un'ostinazione feroce. È Deianira a condurre il gioco, a fiutare le piste, a interrogare possibili testimoni, a cercare delle chiavi per decifrare l'enigma. E così, i due si trovano travolti in una storia più grande di loro fatta di lettere anonime, agenti in incognito, vecchi dossier e ricerche sperimentali sulle particelle subatomiche che collegano la scomparsa del professor Colombo a un passato oscuro: Roma, anni Trenta, via Panisperna, il laboratorio di Enrico Fermi ed Ettore Majorana. Tutto sembra ruotare proprio intorno a Majorana. E se non fosse morto e si nascondesse da trent'anni? L'atomo sfuggente è un giallo brillante in costante equilibrio tra noir e storia della fisica, divulgazione scientifica e mistero.

RECENSIONE

L’atomo sfuggente non è il solito giallo da spiaggia, è un romanzo che ti accompagna come un amico in un viaggio fatto di intrighi, storia e mistero, spingendo il lettore a interrogarsi sul confine tra ciò che sappiamo e ciò che non possiamo sapere. Inizia con una scena da film noir: una caduta, il mondo che ruota, il nero che arriva e una melodia che non avrà mai risposta. Zamboni ti prende per mano e ti porta nella Brescia del 1971, tra bici che sfrecciano, bar di quartiere e una luce autunnale che sembra tenere insieme tutto. Su questo sfondo si muovono Deianira e Teo: lui è razionale, un po’ impacciato, con la testa nei numeri; lei, magnetica e ironica, corre da una parte all’altra, facendoti desiderare di starle sempre dietro, anche quando cambia strada all’ultimo. Vorresti entrarle nella testa per capire a cosa sta pensando, e la sua ostinazione a comprendere, pagina dopo pagina, diventa contagiosa. Il libro accende la scienza senza oscurare la storia. Zamboni non ti spiega la fisica nucleare, ma la fa indossare direttamente ai personaggi. La trama apre una porta su via Panisperna, su Enrico Fermi e sull’ombra di Ettore Majorana. Zamboni alterna corse e soste, con dettagli che profumano di vita reale. Puoi andare a Brescia e ripercorrere le stesse strade dei protagonisti, scoprire particolari che esistono davvero… e le piccole scene quotidiane ti fanno affezionare ai luoghi oltre che alle persone. C’è un gusto quasi cinematografico nel costruire le sequenze, senza mai appesantire.
Se ami i romanzi intelligenti, che ti insegnano qualcosa senza dirtelo in faccia, questo libro è per te. È per chi cerca personaggi con cui fare un pezzo di strada, per chi crede che tra verità e ipotesi valga la pena tenere aperta la domanda. L’atomo sfuggente mi ha ricordato che cercare risposte è importante, ma restare curiosi lo è ancora di più, perché è così che restiamo vivi. Se ti piacciono i gialli con un tocco di scienza, questo è un viaggio da fare.

 [RECENSIONE A CURA DI BETTYWILD]

Autore Alan Zamboni
Editore Mondadori
Pagine 368
Anno edizione 2025
Collana Novel
ISBN-10(13) 9788804800439
Prezzo di copertina 19,50 €
Prezzo e-book 10,99 €
Categoria Giallo - Poliziesco - Noir