SINOSSI
Tirar mattina racconta di Aldino che all'alba dei suoi trentatré anni ha deciso di mettere la testa a posto trovando finalmente un lavoro, proprio lui che finora si è arrabattato con mille lavori diversi, il più delle volte discutibili, riuscendo a scampare la vita da operaio come suo padre. Ma prima di cominciare la sua nuova vita da uomo adulto e responsabile, vuole festeggiare e decide di farsi un ultimo bicchiere e poi a nanna, o meglio a slòffen. Ma quei bicchieri diventeranno parecchi e Aldino, che è un animale notturno, non ce la farà a sottrarsi agli incontri che Milano, bella come non mai in questo romanzo, gli offrirà, finendo immancabilmente per tirar mattina. È Aldino stesso a raccontarci di questa ultima notte e lo fa con uno slang a metà tra il dialetto meneghino e il gergo della strada fondendo tutto in un flusso di coscienza miscelando passato e presente con superba maestria in quello che, a oltre cinquant’anni di distanza, ha ancora tutta la freschezza di un classico modernissimo e senza tempo. Aldino si trova a vivere un’epoca di passaggio, esattamente come di passaggio si sente lui, in bilico tra giovinezza ed età adulta, testimone consapevole di una Milano che fu, con i suoi bar in cui era possibile rifugiarsi a ogni ora del giorno e della notte. L’ultima notte di libertà è una notte sfrenata, in cui si intuisce che la società sta cambiando, che il boom sta arrivando, che le illusioni ubriacano e che le disillusioni sono lì pronte dietro la porta, a mordere l’esistenza.
RECENSIONE
Aldo, o Aldino, protagonista e narratore interno del romanzo, ha tutte le carte in regola per ottenere un lavoro che gli permetta di passare, dalla classe popolare a cui appartiene, a quella della piccola borghesia: vive infatti nella Milano del boom economico, città capitale dell'industria e dell'economia nei primi anni '60. C'è solo un problema: Aldino, nonostante i suoi trentatrè anni suonati, non vuole assumersi delle responsabilità. La sua è una personalità molto complessa: ha una grandissima concezione di sé, si crede un uomo bello, affascinante, esperto di motori e in grado di far innamorare di sé uomini e donne; tuttavia questo suo narcisismo si realizza dentro di lui e non trova il modo di declinarsi nella vita reale. Aldino infatti ha paura di mettersi in gioco perché inconsciamente sa che questa grandiosità da lui tanto millantata non ha un riscontro effettivo nella realtà. Aldino dunque, girovagando per le strade di Milano, con un continuo flusso di coscienza che si dispiega per tutto il romanzo, racconta la sua ultima nottata folle prima di cominciare il nuovo lavoro come garagista: i suoi pensieri continuano a fluire vorticosamente e alternano agli eventi presenti fatti avvenuti anni prima, all’epoca in cui aveva diciotto anni. È un libro molto piacevole e scorrevole, da leggere tutto d'un fiato, che propone alcuni spunti comici necessari per far scaturire quell'ironia mordace che fa riflettere il lettore.
[RECENSIONE A CURA DI PATTYY]
Autore | Umberto Simonetta |
Editore | Baldini & Castoldi |
Pagine | 208 |
Anno edizione | 2018 |
Collana | Romanzi e racconti |
ISBN-10(13) | 9788893880978 |
Prezzo di copertina | 16,00 € |
Prezzo e-book | 9,99 € |
Categoria | Contemporaneo - Attualità - Sociale - Psicologico |