SINOSSI
Equivoci, menzogne, amori, sonnellini e talvolta anche litigi. Nello studio di un analista può accadere di tutto, ma i piccoli e grandi segreti tra terapeuta e pazienti spesso restano tra le mura dello studio così come i pensieri dei due protagonisti, che legano i propri destini l'uno all'altro molto più di quanto accada normalmente tra un medico e un suo paziente. Le "trappole" e le possibilità inesplorate di una seduta sono tante e in questo "manuale" per pazienti l'autore viaggia con i racconti e con le suggestioni nelle stanze dove si consumano le sedute di psicoanalisi e psicoterapia svelando aspetti umani, debolezze e retroscena del rapporto a due e scavando anche nelle diverse tipologie di approccio degli analisti, osservati e "diagnosticati" dal paziente stesso. Con quale domanda si apre una seduta? Al terapista interessa davvero il paziente? E da lui cosa impara di sé? Cosa c'è dietro il boom della psicoterapia in Italia? L'autore propone la sua risposta a queste e molte altre domande, indagando anche sui messaggi subliminali che i professionisti della mente mettono in campo nella comunicazione e su come sia cambiato l'approccio con i pazienti nell'era dei social in un settore oggi normalizzato ma che un tempo era visto con sospetto dalla società. Questo "manuale" è un atto d'amore verso i terapeuti e tutti i "Cari pazienti, colleghi, fratelli..." che affidano la propria vita a uno sconosciuto "che vuol sapere i fatti loro".
RECENSIONE
Dopo una vera e propria carriera da paziente di terapeuti e strizzacervelli, una sorta di doppia vita rispetto a quella di giornalista e scrittore, Luca Maurelli sforna un saggio a metà tra il pamphlet, l'autobiografia romanzata e un trattato scientifico semi-serio di diagnosi sulle patologie che affliggono coloro che sono abituati a diagnosticarle agli altri. Nonostante gli sforzi per farsi espellere da tutti gli studi di "mentalist" del Regno, il libro è un'interessante riflessione sul rapporto terapista-paziente, sull'evoluzione degli approcci terapeutici e sull'insondabile gioco di vasi comunicanti che si crea nella stanza del "setting". Uno sguardo umanissimo su questo mondo, ma anche su quello cui si torna una volta finita la seduta. Ad accenderlo è il desiderio di indagare l'enigma indecifrabile dell'essere umano. Il viaggio, attraverso le proprie ed altrui fragilità - sardonico ed esilarante senza mai essere beffardo, considerata la delicatezza della materia - è un atto d'amore che Maurelli compie per mettersi in ascolto dell'altro e instaurare un dialogo lungo una vita. Un libro affettuoso, partecipe, mosso da una sincera curiosità per chi sta al di qua e al di là del limine dove si squadernano i misteri della mente, con frequente e salvifico ribaltamento dei ruoli. Perché, poi, qualsiasi postura professionale è costretta, al pari di quella del paziente, a far i conti con la propria umanità. Questo libro è molte cose. Innanzitutto, uno specchio. I libri lo sono sempre, ma qui la dimensione "riflessiva" è ontologica, per cui ci si può predisporre, senza troppi patemi, a farsi restituire dallo specchio un'ansia, una fobia, un panico che non riuscivamo a nominare o neppure sapevamo di avere. Certo, all'inizio si procede con un certo timore, ma quando l'autore precisa che il testo non affronta patologie gravi, ci si può rilassare e rimandare l'autodiagnosi della propria follia a un altro momento. Qui si maneggiano fragilità più blande, ma di grande interesse poiché fotografano il nostro tempo, la nostra vita veloce, un po' alienata e, soprattutto, ricolma di false rappresentazioni indotte anche dai social. C'è, poi, tutto un campionario di sindromi sconosciute e spassosissime, di cui credo pochi conoscano l'esistenza. Tra i temi affrontati nel libro c'è l'annosa questione dell'accettare sé stessi o dell'inseguire il cambiamento ed è proprio qui che l'autore, da paziente, ingaggia una piccola battaglia contro una radicata scolastica. Al di là di come la si pensi, l'elemento sorprendente e vitale, almeno per i neofiti della materia, è constatare che stendersi sul lettino di uno psicanalista non equivale a mettersi supini. E, forse, proprio perché dissentendo qui dall'autore che troppo frettolosamente si è autogiudicato, a volte il segreto dell'equilibrio non è impiccarsi all'essere "umili ma non modesti", bensì optare per i famosi 50 giorni da orsacchiotto di troisiana memoria: un po' umili e un po' modesti, che si accorda più verosimilmente alla nostra, vulnerabile, umanità. Ma, come dicevo, il libro è tante cose: anche un'occasione per imparare e per riflettere. Perché, al di là dell'ironia, alcune frasi lapidarie e crude nella loro nudità che sembrano boutade, al contrario aprono mondi. C'è poi la lunga carrellata di tipi umani, i guru del lettino, della poltrona o della scrivania, durante la quale vediamo il paziente-autore progredire, regredire, tornare a progredire, forse anche per effetto dei diversi tipi di approccio terapeutico, senza tuttavia mai perdere la fascinazione per il setting e chi lo imbastisce. Al punto che viene il sospetto che le sue ansie e piccole fragilità siano guarite molto prima del pensionamento da paziente e che abbia continuato solo per il gusto di sfrocoliare il malcapitato terapista. Gli anni con l'ultimo mentalist uomo sono puro divertimento, belluino sganasciamento di risate e il lettore finisce per affezionarsi e quasi solidarizzare con questo bizzarro personaggio. Il finale, ovviamente, non si può rivelare. Ma se un giorno, che non sia Natale o il vostro compleanno, Maurelli vi fa recapitare un regalo da vecchia zia, leggete il libro prima di tirarglielo dietro.
[RECENSIONE A CURA DI MARINAP]
Autore | Luca Maurelli |
Editore | Jack Edizioni |
Pagine | 195 |
Anno edizione | 2023 |
ISBN-10(13) | 9798390247013 |
Prezzo di copertina | 12,00 € |
Prezzo e-book | 4,00 € |
Categoria | Altri generi |