SINOSSI
«Tra me e il mondo» è una lettera che l'autore scrive al figlio Samori nel giorno del suo quindicesimo compleanno. Coates racconta: la storia della sua infanzia nella parte sbagliata di Baltimora, della paura delle strade e delle gang, della scuola, della violenza, della polizia. Vincere questa paura, la paura di perdere il proprio corpo, diventerà lo scopo della sua vita. Per la prima volta la ricostruzione della storia americana riparte da zero; e riparte proprio da Ground Zero - dove ben prima del crollo delle torri gemelle c'era la sede del mercato degli schiavi della città di New York - per arrivare alle continue uccisioni ingiustificate di neri da parte della polizia, una violenza che diventa in questo racconto la storia universale del razzismo. Questo è un libro da cui nessuno uscirà indenne.
RECENSIONE
È la lettera di un padre al figlio, una finestra spalancata sulla vita dell’autore, un gesto d’amore con intento salvifico rispetto ai pericoli di un mondo profondamente ingiusto. Questa visione impregna tutta la narrazione, è un’angoscia permanente, a volte sembra autosuggestione, vittimismo, ma i fatti che Coates cita e le notizie di cui tutti noi siamo a conoscenza, anche se vorremmo dimenticarcene, dicono che no, non è suggestione ma pura realtà. Il suo corpo nero, così parla della propria vita, memore della schiavitù, è in balia di circostanze su cui non ha alcun controllo e che la società, in nome del Sogno, giustifica e subdolamente promuove, dal quotidiano sopruso all’assassinio: è come se una persona di colore avesse un bersaglio disegnato addosso per cui rischia la vita ogni qualvolta mette il naso fuori casa, e ringrazia, non si sa bene chi o che cosa, se a fine giornata la sua esistenza è sana e salva.
Coates riesce a salvarsi dalla strada, dove la paura si trasforma in rabbia, grazie a un inconsueto abbinamento di comportamenti dei suoi genitori: la madre che lo spinge verso l’introspezione e il padre estremamente severo ("meglio che le prenda da me che dalla polizia"). Il titolo originale in inglese è “Between the World and Me” e vien da pensare che quello che si trova tra il mondo e l’autore è proprio una viscerale insicurezza, un’inestinguibile paura che in qualunque momento qualcuno possa disporre a proprio piacimento del suo corpo o di quello dei suoi cari.
È un libro che obbliga il lettore, con durezza ed efficacia, a prendere contezza di una realtà solo in apparenza lontana ma presente, ricordando che il benessere di cui godiamo oggi è stato costruito, direttamente o indirettamente, anche sul furto della vita, del corpo, di una moltitudine di persone per svariate generazioni. Il testo è anche una vibrante denuncia della malvagità applicata da una parte della popolazione su un’altra, di delitti che spesso non vengono nemmeno perseguiti, e se sì, sembra solo per pura formalità, quasi un invito a continuare con la medesima convinzione: "…te la stai prendendo con la tua stessa umanità, furioso contro la criminalità che dilaga nel tuo ghetto, ma impotente di fronte al grande crimine della storia che ha fatto sì che i ghetti sorgessero."; proprio come i capponi di Renzo.
Coates è oggi uno scrittore e giornalista più che affermato e pluripremiato, come questo libro; a lui addirittura si è ispirata la Marvel per la creazione del primo supereroe nero. Sembrerebbe che oggi Coates sia parte del Sogno e il Sogno parte integrante della vita sua e della sua famiglia e, non per sottoporlo a un ulteriore esame, ma verrebbe da chiedersi fino a che punto arrivi la sua coerenza.
[RECENSIONE A CURA DI MACS]
| Autore | Ta-Nehisi Coates |
| Editore | Codice |
| Pagine | 208 |
| Anno edizione | 2018 |
| ISBN-10(13) | 9788875787585 |
| Prezzo di copertina | 10,00 € |
| Prezzo e-book | 10,99 € |
| Categoria | Realistico - Cronaca - Saggi - Biografia |

