SINOSSI

"Sarò un medico" è per Jean Nérac una certezza da quando era un liceale. Ecco perché questo ragazzo, proveniente dalla provincia di Tolosa, si ritrova a Parigi una mattina di novembre, tra la Cité universitaire, L’école de Médicine e l’ospedale, tra malati e colleghi, alla scoperta dei grands patrons, dei medici-professori universitari, uomini da cui apprendere il mestiere piu bello del mondo ma che incutono rispetto e timore. Assisteremo ai primi tirocini, le prime dissezioni, nuove amicizie e amori nascono. Sarà un anno ricco di emozioni, a volte rude ed esaltante, spesso anche caratterizzato dal dubbio: la vocazione che prova resisterà al lavoro inflessibile di una "bestia" che lavora solo per superare il concorso?
Appartenente al ciclo "Uomini in bianco", che si apre proprio con questo primo volume dall'omonimo titolo, questo romanzo è stato bestseller dalla sua prima apparizione dopo la seconda guerra mondiale e rimane uno dei migliori quadri romantici, ma al tempo stesso realistico e vivace, di tutte le istanze morali e umane della medicina.

RECENSIONE

Questo romanzo è stato proprio una bella scoperta. Non sapevo cosa aspettarmi da Uomini in bianco, sembra quasi sconosciuto senza nessuna nota sull'autore o una piccola trama. Ho iniziato a leggerlo senza avere nessuna idea né sul periodo storico in cui si poteva collocare, né sul tema centrale. Nonostante questo, mi ha tenuta legata alle sue pagine. Il romanzo è ambientato nella prima metà del '900 e il protagonista è un aspirante medico, un giovane che ha un obiettivo in testa e cioè indossare il camice bianco, così si trasferisce a Parigi, meta allora tanto ambita come oggi. Mi sono ritrovata a ripercorrere, insieme al protagonista, i miei anni universitari e anche a fare dei parallelismi tra la vita universitaria e personale di allora e quella degli studenti di fine '900 o di inizio nuovo millennio. Per esempio, cosa significa per uno studente fuori sede ricostruirsi una vita e un quotidiano fuori dal proprio villaggio di origine e lontano dalla propria famiglia, proprio come fa il protagonista del romanzo; l'importanza di imparare a gestire i soldi per arrivare a fine mese e altre cose del genere. Sono tante le domande che mi sono posta lungo la lettura del romanzo ma, probabilmente, quella che mi ritornava più volte in mente riguardava il metodo universitario: possibile che il metodo di allora fosse migliore di quello di oggi? La mia risposta in parte è sì. Oggi la scuola e l'università sono troppo lontane dalla realtà lavorativa, che poi è ciò spinge uno studente a scegliere una particolare facoltà al posto di un'altra. I piani di studio che si è costretti a seguire sono troppo nozionistici e a me danno l’impressione di allontanare lo studente dalla realtà e dal mercato lavorativo di oggi, sia in termini di offerta che di domanda. Il romanzo, comunque, risulta abbastanza scorrevole e lo consiglio molto a tutti.

[RECENSIONE A CURA DI CARNEMOLLA]

Autore André Soubiran
Editore Ugo Mursia Editore
Pagine 468
Anno edizione 1962
Collana La ruota
Categoria Contemporaneo - Attualità - Sociale - Psicologico