A me Beatrice il finale del libro è apparso positivo
Sì, anche a me il finale del libro è apparso positivo anche se un po' aperto! Sicuramente passa il messaggio della sicurezza di avere finalmente l'altro/a accanto, sempre. Quando vedi la serie tv torna qui a commentare e dimmi un po' se son io che invece ho interpretato troppo negativamente il finale televisivo
Nautilus post=55054
Non trovi Beatrice che anche in questo libro, come nel primo, la Rooney ripresenti il tema del dilemma giovanile tra ciò che si è e quello che si desidera diventare? Nel primo era Frances a porsi questo interrogativo, qui è Connell che di tanto in tanto pensa a che tipo di uomo vorrebbe diventare, mentre mi pare che Marianne non si ponga dubbi in tal senso, lei è concentrata sul fatto di avere qualcosa di rotto e sul perché non riesce a farsi amare.
Il chiedersi in giovane età che persona si diventerà da grandi lo trovo un interrogativo interessante e positivo. Mi fa pensare ad un giovane proiettato verso il futuro che lavora sulla sua persona. Questo non lo vedo in Marianne, ragazza che appare agli occhi di Connell estremamente sicura e capace di stare al mondo, ma in realtà estremamente problematica, che mi dà la sensazione di implodere da un momento all'altro (proprio nel significato di cedere dall'interno).
Assolutamente sì, secondo me è uno degli aspetti più positivi della narrazione della Rooney, ovvero quello di descrivere in modo diretto le contraddizioni di quell'età, date dall'insicurezza di non sapere chi si è, cosa si vuole, chi si vuole essere, chi si vuole avere accanto. Per arrivare a poter rispondere a queste domande bisogna fare esperienze, sbagliare, e solo cosi capire cosa è che ci fa stare bene. Ma finchè non si prova e finchè si hanno solo una miriade di strade aperte e oscure, si può provare solo che paura. E mi sembra che Connell, ma anche un po' Marianne, viva nella paura di sbagliare a scegliere e preferisca lasciarsi un po' trascinare, perchè non riesce a capirsi. Io ho 31 anni e comincio ad avere da poco alcuni punti fermi di cui son sicura, in realtà la maggior parte del tempo lo passo ancora a buttarmi in qualcosa nella speranza che mi faccia capire che sia quella cosa la cosa che mi farà stare in pace con me stessa
E per raggiungere i punti fermi che ho, ho dovuto passare anni a vivere situazioni diverse, che mi hanno portato la consapevolezza di distinguere cosa in quel contesto mi faceva stare bene e cosa no.
A questo proposito trovo abbastanza significativa una frase delle ultime pagine, durante la festa di capodanno, dove si ritrovano insieme agli amici del liceo, che li vedono per la prima volta insieme come coppia e Marianne si sente osservata:
"
Forse erano solo curiosi di osservare la chimica tra due persone che con ogni evidenza, nel corso degli anni, non erano riuscite a stare lontane l'una dall'altra".
Sembra una frase sdolcinata, ma in realtà ai mie occhi esprime più maturità di quel che sembra. A volte già da giovani si rinuncia a capire chi si vuole essere per paura di perdere la persona che si ha accanto e quindi ci si "sacrifica" o magari neanche ci si interroga molto su che altre possibilità si hanno. Invece Connell e Marianne devono prima capire chi sono loro come individui, e se il tempo ha dimostrato che nonostante i vari percorsi non riescono a stare lontani l'uno dall'altra, vuol dire che la persona che vogliono essere deve avere accanto l'altra. Ma questa è una consapevolezza che deve essere raggiunta, mentre penso che spesso nella "vita reale" ci si trova ad essere una persona senza essersi chiesti perchè la si è diventati.