Ho terminato anch’io - finalmente! - la lettura. Una lettura che, nel susseguirsi delle pagine, ha in me suscitato impressioni e pareri altalenanti e discordanti, almeno fino a quelle ultime righe, che mi hanno infine convinto della validità e della bellezza complessiva dell’opera.
Una bellezza che, come i muri di villa Tallis, mostra apertamente le sue crepe, o imperfezioni: una prosa estremamente nitida, curata e raffinata, ma talmente carica di dettagli, da risultare spesso anche prolissa e sfiancante; una tecnica narrativa sorprendente e innovativa, ma allo stesso tempo confondente e destabilizzante; una trama, infine, intrigante ed avvincente, ma diluita e stemperata in mille rivoli e digressioni che finiscono in più punti per ostacolarne il flusso.
Personalmente, ho apprezzato moltissimo la prima parte - statica nelle scene, ma viva nelle emozioni provate dai vari personaggi - , assai meno la seconda, che pure avrebbe dovuto imprimere maggior dinamismo all’azione, per ritrovare poi slancio nella terza ed ultima parte, al di là d’una certa insistenza su macabri dettagli, della cui necessità non sempre sono stato così convinto.
Ma come ho appunto detto, Espiazione per me rimane fondamentalmente un gran bel romanzo, incentrato sul concetto esplicitato già nel titolo, ma anche in quelli ad esso connessi, di colpa e condanna. Concetti tutt’altro che astratti e che finiscono per coinvolgerci direttamente: inevitabile è infatti chiedersi alla fine se sia possibile assolvere la protagonista. Perché è vero, Briony ha commesso un crimine: è lei stessa, a confessarlo. Dunque, Briony è colpevole: ma il pubblico dei lettori - quel supremo tribunale cui una scrittrice, in cerca di espiazione, potrebbe rivolgersi - sarebbe davvero in grado di giudicare in piena equità ed imparzialità?
Non credo. Come i personaggi descritti nel libro, ognuno di noi ha infatti il proprio punto di vista, nonché le proprie simpatie ed antipatie. Quale potrà essere dunque l’unanime ed inappellabile verdetto di chi ha assistito alle stesse scene, ascoltato le medesime testimonianze e seguito il medesimo racconto? "Alla fine, io ho perdonato Briony", dirà uno; "io, invece, non la perdonerò mai!", risponderà l’altro. Per conto mio, io non saprei proprio da che parte stare, consapevole del fatto che qualunque decisione prendessi, sarebbe sbagliata.
Sì, Briony ha commesso un crimine ed è certamente colpevole. Ma che qualcuno possa essere in grado di stabilire con certezza se sia degna di perdono o meno lo possiamo escludere categoricamente. Non resta davvero dunque che espiare, fino alla fine.