Mercoledì, 05 Novembre 2025

"La vergogna" di Annie Ernaux

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15/02/2023 09:03 #62344 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "La vergogna" di Annie Ernaux
Ho letto le prime 40 pagine, la lettura scorre veloce, tuttavia le frasi brevi sono troppo didascaliche e per me rendono lo stile poco fluido e decisamente poco coinvolgente, ma d'altronde credo sia uno dei motivi per cui le abbiano assegnato il nobel, la capacità di narrare con distacco di eventi che ha vissuto. Per adesso il concetto di vergogna non c'è, ma c'è molta riflessione sulla memoria, sul distacco che proviamo guardando ai noi di anni prima, l´incapacità di riconoscerci in periodi vissuti. Anche se trovo lo stile troppo asciutto, queste riflessioni mi hanno comunque abbastanza depresso, vediamo come procede.

"Il solo mezzo di sopportare l'esistenza è di stordirsi di letteratura" Gustave Flaubert

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15/02/2023 16:02 - 15/02/2023 16:05 #62351 da Anna96
Risposta da Anna96 al topic "La vergogna" di Annie Ernaux
Ho iniziato anche io la lettura! Ho già letto in passato due suoi libri, l'evento, da cui è stato tratto recentemente un film molto bello e il posto, in cui racconta di suo padre, ed in entrambi i casi mi ha colpito il distacco così netto della scrittura rispetto ai fatti narrati, che, come dice giustamente Beatrice, si traduce in uno stile di scrittura ridotto alle parole essenziali, spesso lapidario.

Credo che per l'autrice questo modo di scrivere sia l'unico possibile per riuscire ad essere obiettiva nel ricostruire e raccontare fatti estremamente personali e dolorosi. Ciò che apprezzo maggiormente nei suoi testi è infatti proprio questo: la sua totale dedizione al tentativo di fare riemergere un mondo che non esiste più da 50 anni (il mondo della sua infanzia o adolescenza ma anche il mondo inteso come la società in cui ha vissuto) e restituirlo al lettore senza alcun fronzolo, ma semplicemente scegliendo parole che siano in grado di evocare nella mente del lettore un immaginario ben preciso.

Spesso racconta esperienze estremamente traumatiche senza mai cambiare registro, mantenendo questa prosa così scarna ma facendo una ricerca quasi ossessiva per ogni singola parola. Più che di fronte ad un memoir nei suoi testi mi sembra di aver davanti una scrittrice che cerca di psicanalizzare sé stessa, di ricostruire il proprio passato e capire dove sono le radici di certi atteggiamenti, pensieri, automatismi che si porta dietro ancora in età avanzata ("Credo di cercare sempre di scrivere in quella lingua materiale di allora e non con delle parole e una sintassi che non sento venirmi alle labbra, che non avrei sentito venirmi alle labbra all'epoca. Non conoscerò mai l'incanto delle metafore, l'esultanza dello stile")

Mi sembra di essere di fronte ad una scrittrice che vuole esorcizzare i fantasmi del suo passato cercando di rendere universali esperienze che, fino a quando non diventano di dominio pubblico, restano limitate alla vita di una bambina in una piccola provincia francese negli anni '50 del '900 ("scrivere è una cosa pubblica").

Leggendo i suoi libri mi chiedo quanto coraggio ci debba volere per mettersi così in pubblica piazza, per cercare di non nascondere nulla del proprio vissuto e delle proprie emozioni, per individuare, accettare e tradurre in parole chiare e cariche di significato certe esperienze che a molte persone non basta una vita per elaborare (e non parlo di esperienze eccezionali, ma di piccole cose quotidiane che formano il nostro vissuto e segnano in maniera indelebile le nostre vite)
Ultima Modifica 15/02/2023 16:05 da Anna96.
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16/02/2023 17:37 - 16/02/2023 17:46 #62371 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "La vergogna" di Annie Ernaux
Sono a pagina 90 di 120 quindi penso oggi di finirlo. Curioso che i commenti di Anna e Giorgia, seppur concordi nella freddezza dello stile, diano un'interpretazione opposta dell'effetto causato: per Giorgia distacco dell'autrice da quello che racconta, per Anna invece la sensazione di profonda psicoanalisi per conoscersi e capirsi meglio.
Io non so per adesso dove pormi, volevo commentare dicendo che a me sembra un vero e proprio memoir, con particolari di dettagli di cose e fatti piuttosto che la storia della sua vita, ma leggendo il commento di Anna non son più sicura se in effetti memoir sia la definizione giusta. Sicuramente leggendo i vari elenchi mi son chiesta se io sarei in grado di fare una cosa simile, e nonostante rispetto a Ernaux siano passati molti meno anni, non credo che riuscirei  a ricostruire tanti dettagli. Quindi forse mi chiedo se alcune cose lei le ricorda più che altro con il distacco del tempo, e quindi enfatizzandole un po', è più quello che la lei adulta crede di aver vissuto, mentre per me il passaggio é ancora troppo "fluido", troppo coerente con la mia realtà, anche se ovviamente son cambiate molte cose. Perchè altrimenti bo, forse sono io che a 12 anni mi son soffermata troppo poco sulla realtà che mi circondava xD Voi che dite, avete anche voi cosí tanti ricordi di dettagli precisi? Io sinceramente non ci avrei molto da scrivere manco sul mio quartiere, ed è lo stessa casa che la mia famiglia ha da 60 anni, quindi potrei utilizzare la mia attuale percezione per provare  a descrivere come potesse risultarmi a 12 anni, ma bo, avrei veramente poco da dire rispetto a come descrive le le zone del suo paese.

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Ultima Modifica 16/02/2023 17:46 da bibbagood.

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16/02/2023 18:12 #62372 da mulaky
Risposta da mulaky al topic "La vergogna" di Annie Ernaux
Neanche io saprei ricostruire ma perché, in effetti, non c'è stato un evento tale da "cristallizzare" il momento nella memoria e renderlo imperituro. Credo che la Ernaux abbia rivissuto quell'episodio mille volte nella sua testa, non sono nemmeno sicura che i dettagli siano tutti reali e non frutto di una sua rielaborazione delle cose. Non vi è mai capitato di pensare di ricordare un episodio di vita in un certo modo e poi scoprire, dopo una rilettura del proprio diario, che le cose erano un po' diverse? A me è capitato
Non so se la Ernaux si stesse psicanalizzando come dice Anna, forse l'ha fatto ma tenendo per sé una considerazione finale (una sorta di responso dalla psicanalisi), a noi ha fornito una cronaca fredda e distaccata o almeno questo è quello che mi è arrivato.

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17/02/2023 19:48 #62391 da elis_
Risposta da elis_ al topic Re:"La vergogna" di Annie Ernaux
Ho appena iniziato la lettura e sono già alla terza parte, praticamente a metà. Non assomiglia a nulla di tutto quello che io abbia letto fin'ora, è una scrittura telegrafica, asciutta, non la mia preferita ma devo dire che non mi dispiace, anche la narrazione inizialmente mi sembrava poco emozionale, però pian piano traspare l'amarezza dell'autrice, quella sensazione di estraniamento e smarrimento, il forte impatto che quella vicenda di tanti anni fa ha avuto sulla sua vita da adulta. Al momento, se devo essere sincera, la cosa che più mi ha colpito è la descrizione dell'ambiente sociale e dello stile di vita nella Seconda parte: è antico, parliamo del 1952, ma mi è talmente familiare da mettermi i brividi, ho vissuto quasi tutto quello che l'autrice descrive della sua infanzia (le abitudini del paesino, la messa la domenica, i vestiti buoni, la differenza con la grande città, etc) però io sono stata una bambina nella Sicilia degli anni 90, ci sono 40 anni e diversi km di differenza, assurdo che sia tutto praticamente identico! Mi ha davvero riportata indietro con la mente, con i ricordi.. Voi avete rivisto qualche aspetto della vostra infanzia in questa parte?

Rispondendo ai vostri commenti, mi ritrovo di più in quello che ha scritto Anna: questo non è lo stile di narrazione che preferisco, però lo trovo a suo modo coinvolgente, proprio come se l'autrice si aprisse completamente col lettore, in modo analitico e forse un po' distaccato, ma sicuramente personale e profondo.
Per quanto riguarda l'evento che "cambia tutto", come diceva Giorgia, credo anch'io che l'autrice lo ricordi bene perché ha continuato a rivederlo nella sua mente (dice espressamente, per esempio, che si ricorda com'era vestita perché quel vestito, ogni volta che lo vedeva, lo ricordava come "il vestito di quel giorno") ma credo anche che la mente e i ricordi siano modificabili. Tempo fa avevo questa conversazione con degli amici, un gruppetto di loro sono amici d'infanzia e raccontano di eventi vissuti all'asilo o comunque in età scolare così distintamente che è come se fosse successo ieri, mi domandavo come fosse possibile dato che io, invece, appartengo a quel gruppo di persone che a stento ricordano gli eventi importanti della propria vita, al che un amico mi rispose dicendo che la risposta sta sia nella memoria collettiva (ognuno di loro ricorda un pezzettino diverso e tutti i loro ricordi, insieme, formano il ricordo completo dell'evento) sia nel continuare a ripetere e rivivere quel ricordo.
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17/02/2023 23:44 #62393 da mulaky
Risposta da mulaky al topic Re:"La vergogna" di Annie Ernaux
Ma dai Alice, non sapevo fossi mia conterranea! Io ho sempre abitato in città, ma, proprio come te, ho riscontrato come alcune cose fossero simili (io e te siamo anche coetanee, abbiamo vissuto lo stesso periodo).

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18/02/2023 09:22 #62396 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "La vergogna" di Annie Ernaux
Nonostante il libro e le riflessioni interessanti, sicuramente la cosa che mi rimarrà più impressa della condivisione di questa lettura è l´ aver scoperto cosí che Alice è siciliana

Comunque, ho terminato la lettura, non mi ha entusiasmato, ma l'ho trovata sicuramente molto interessante. Come avete detto voi, e interessante la ricostruzione storico-sociale-culturale di quel periodo e di quella ambientazione, ad esempio io non avevo mai sentito parlare del rinnovo delle promesse battesimali. Però no, io son vostra coetanea ma le situazioni descritte mi risultano completamente estranee, non importava a nessuno come io andassi vestita e di certo non mi soffermavo a pensare a come fossero vestiti gli altri Mai rivolto la parola ai commercianti della mia vita, non mi è mai capitato di pensare manco un secondo a cosa facessero. Il quartiere dove sono cresciuta è famoso per le scuole private (è quello dove si svolge Tre metri sopra il cielo, Baby, ecc) ma io sono andata alla pubblica e non c'era alcuna differenza. Bo, probabilmente è il vantaggio-svantaggio delle grandi città, più anonimato, che ti fa vivere meno intensamente l'ambiente in cui sei inserito, ma che ti fa sentire più libero, non c'é nessuno che sta là a guardarti o a  parlare di te.

Non so se ho capito bene il libro. Mi spiego: capisco che quell'evento abbia rappresentato una sorta di rottura, una specie di trauma, di punto di non ritorno. Tuttavia, per come racconta i successivi episodi di "vergogna" mi sembra che essi siano sia un po'le occasioni di vergogna che potrebbe provare chiunque di noi in certe situazioni (penso al fatto di non potersi permettere le gite a pagamento durante il viaggio a lourdes o il farsi pulire le scarpe), quindi indipendenti da quel che le è successo e che invece in questo modo l´ autrice ingigantisce come se lei provasse vergona per queste cose a causa di quel che è successo; sia perchè quella è l'estate dei suoi 12 anni, quindi secondo me è in ogni caso una fase in cui si cambia, in cui rispetto all´ infanzia si comincia a confrontarsi con gli altri, a vergognarsi se i genitori fanno qualcosa di strano, o se non si hanno le disponibilità economiche, ecc, mi sembra fisiologico, e quindi anche qua non so,se forse quella scena l'avesse vissuta quando aveva 5 anni o 18 probabilmente avrebbe avuto un impatto meno significativo, ma la vergogna per le altre cose secondo me l'avrebbe provata lo stesso.
 Quindi non so, il libro è interessante per il modo in cui racconta i vari dettagli e per come analizza il concetto di vergogna, ma come invece raccontod i un' esperienza personale non mi ha convinto molto.

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18/02/2023 12:56 #62405 da elis_
Risposta da elis_ al topic Re:"La vergogna" di Annie Ernaux

mulaky post=62393 userid=3998Ma dai Alice, non sapevo fossi mia conterranea! Io ho sempre abitato in città, ma, proprio come te, ho riscontrato come alcune cose fossero simili (io e te siamo anche coetanee, abbiamo vissuto lo stesso periodo).


Giuro di aver accennato alle mie origini sicule altre volte qui sul forum, non pensavo di sconvolgervi così!   tra l'altro, Giorgia, tu sei di Catania (giusto?) e per me era proprio Catania la "grande città" dove mi recavo, quella che aveva l'aeroporto, i centri commerciali, quella che aveva tutto, e bisognava prepararsi bene ogni qual volta si andava a Catania, anche solo per il viaggio, ci dividevano circa 100 km e sembravano un abisso! 
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18/02/2023 23:00 #62410 da elis_
Risposta da elis_ al topic Re:"La vergogna" di Annie Ernaux
Lettura terminata, con bilancio positivo direi. Non sarà sicuramente tra i miei libri preferiti ma l'ho trovato piacevole, peculiare, un po' fine a sé stesso nel senso che non è una lettura che ti lascia qualcosa e che ricordi nel tempo, però trovo che sia incisivo a suo modo. Ho sentito solo nell'ultima parte il concetto di vergogna seppur l'abbia trovato, concordando con voi, un tantino esagerato, è evidente che quel giorno di giugno del '52 sia stato solo l'evento scatenante che ha fatto crescere l'autrice, che le ha fatto aprire gli occhi sul mondo, forse il senso di questa storia è raccontare una vicenda e, soprattutto, delle emozioni in cui ogni persona può ritrovarsi. Mi piace che sia schietta, obiettiva e razionale, ma forse un po' troppo distaccata per i miei gusti, non so se leggerò altro di suo.
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22/02/2023 10:08 #62470 da bibbagood
Risposta da bibbagood al topic "La vergogna" di Annie Ernaux
Tornando a pensarci dopo qualche giorno, penso il libro sia un ottimo esempio di "stile", nel senso che sia in 100 pagine riesce a parlarci di tante cose, del rapporto con ii genitori, con il territorio, della sua infanzia e adolescenza, dei suoi valori, e tutto questo semplicemente facendo liste, utilizzando praticamente zero descrizioni, quindi dandoci un quadro molto diretto; sia come esercizio di stile per forse imparare a scrivere o soprattutto per autoanalizzarsi tramite la scrittura. Mentre leggevo ho avuto proprio la sensazione che dovrei provarci anche io, ritagliarmi dei momenti di calma, in cui ho la testa libera, e provare a scrivere di alcuni dettagli della mia vita. Insomma, un tipo di scrittura e di narrazione particolare, che anche se non coinvolge, rimane impresso per la particolarità.

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