Ho finito il libro e per me è stata una lettura molto gradevole, a tratti divertente perché la Powell era una che non le mandava a dire, ma è stata anche una lettura molto istruttiva.
Nel corso dei suoi anni a servizio, Margaret cresce e impara che non tutti i datori di lavoro sono infami (per fortuna) e, a poco a poco, assiste ai miglioramenti delle condizioni lavorative e, infatti, anche noi lettori ci accorgiamo, leggendo, che per i "piani alti" diventava sempre più difficile trovare persone a servizio perché i lavoratori volevano paghe più alte, giorni di riposo e altre cose più che legittime.
Inoltre, l'autrice si rende conto che quel poco che lei ha avuto da bambina è stato comunque di più e meglio di ciò che materialmente hanno avuto le persone che vivono in campagna (emblematico il cap. 18 quando Margaret va a casa di Olive, la sua collega a servizio). In pratica c'è sempre qualcuno che è messo peggio di te...
Mi ha fatto ridere la scena del finto francese, ma questo ci fa capire che i tempi fossero duri per tutti e quindi si cercava di sbarcare il lunario con tutti i mezzi! Altra scena che mi ha fatto sorridere è stata la descrizione del maggiordomo dei Downall, praticamente è Charles Carson di Downton Abbey
Sono rimasta colpita dal fatto che si cercasse in lungo e in largo un marito anche a metà del 900. Il matrimonio era ancora indispensabile come apparenza sociale perché le zitelle erano viste malissimo, ma era altresì necessario anche per non lavorare più a servizio e farsi mantenere. Il mantenimento, l'autrice lo spiega nel finale, era un atto sociale dovuto: una moglie lavoratrice era un'offesa per il marito perché significava ammettere che l'uomo di casa non era in grado di provvedere da solo alla famiglia e questo, ovviamente, era fonte di derisione da parte della società... a meno che il marito fosse disoccupato, ovviamente. E Margaret è costretta a sprofondare nuovamente nella povertà anche grazie alla guerra, fino a quando sperimenta nuovamente la cucina per la gente più ricca ed entra nel giro dei lavoratori part-time super richiesti.
La cosa bella di questa donna è che nonostante tutto, nonostante non abbia potuto studiare perché non c'erano i soldi in famiglia, nonostante non abbia mai navigato nell'oro neanche durante/dopo il lavoro, non si è mai data per vinta e ha cercato sempre di migliorarsi, talvolta avvalendosi anche di una buona dose di faccia tosta. Anche quando poteva non importarle più, decide di andare alla scuola serale, poi diventa scrittrice e viene ospitata nei vari talkshow. A Hove, la sua cittadina, c'è un autobus con il suo nome e la
targa blu
sulla sua casa... dopo tanti anni passati come un essere invisibile o non considerata, mi sembra una bella rivincita!