Ringrazio EmilyJane per aver citato la Wollstonecraft

, perché essendo nominata anche nell'introduzione alla mia edizione di
Orgoglio e Pregiudizio, mi offre l'occasione per inserire qui il mio commento al libro, attinente al tema in questione.
“Ho spesso osservato che i libri seri interessano poco le signorine, sebbene siano proprio scritti per loro. Confesso che mi sorprende, perché non potrebbe esserci nulla di più adatto e di più utile per la loro istruzione”.
E’ pregiudizio forse non universalmente riconosciuto, ma largamente diffuso, che quelli di Jane Austen siano da considerarsi romanzi “rosa”, ossia romantici, leggeri e per nulla seri. Insomma, i classici libri per signorine.
Ma pur non facendo parte della categoria, posso affermare con orgoglio che Jane Austen a me piace: la lettura di
Orgoglio e Pregiudizio, infatti, non ha che confermato l’opinione positiva che già m’ero fatta con
Mansfield Park,
Emma e
Persuasione. Noto d’altronde che alla folta schiera degli ammiratori appartengono anche W.Scott, E.M. Forster e R. Kypling (
The Janeites è proprio il titolo di un suo racconto), mentre Pietro Citati (lo dico per Pier

) ne riconosce la grandezza collocandola accanto a Balzac, Tolstoj, Proust, “i creatori di mondi universali”.
Con la definizione non posso che essere d’accordo, perché i romanzi austeniani - a ben guardare - oltrepassano gli angusti limiti geografici, temporali e ideologici dell’epoca di riferimento, per aprirsi verso orizzonti più ampi, tanto da far discutere ancora oggi. Attraverso i suoi personaggi, l’autrice esprime infatti considerazioni - sul ruolo e sulla libertà della donna in relazione alla morale ed alle convenzioni sociali – che parte della critica non ha esitato a definire – forse accentuando le possibili influenze del pensiero della Wollstonecraft - (proto)femministe e “sovversive”: pensiamo ad Elizabeth Bennet, per esempio, che in contrapposizione all’amica Charlotte non s’accontenta di essere scelta, ma vuole essa stessa scegliere l’uomo da sposare, senza lasciarsi condizionare da valutazioni esclusivamente di carattere materiale (la sicurezza economica, l’approvazione sociale).
Non mancano d’altra parte tendenze contrarie, che vedono Austen attestarsi su posizioni conservatrici o “bigotte”, quasi fosse una sostenitrice dello status quo (il matrimonio è pur sempre la meta cui aspirano le sue eroine), mentre proprio oggi ho scoperto che Alt Right, la destra alternativa americana sostenitrice di Trump, l’ha chiamata addirittura in causa - insieme a Taylor Swift

- per inneggiare nientemeno che alla superiorità della razza bianca, alla castità e all’inferiorità della donna!
Da quest'ultima affermazione è forse possibile arguire - contrariamente a quanto spesso si sente ripetere - che non sempre i libri servono a nutrire la mente e ad aprire gli orizzonti. Ma la nostra scrittrice questa cosa l'aveva già intuita, come testimoniano le parole di Mr Collins riportate in apertura di commento: e questa, se non altro, è l’ennesima dimostrazione dell’attualità di Jane Austen