L'ho finito ieri sera
ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER
A me è piaciuto molto (anche se non ai livelli di
Amleto) e trovo che il terzo atto sia proprio meraviglioso! Iago si conferma un farabutto di infima categoria, ha una mente a dir poco diabolica e anche putrida, se mi passate il termine. E' un personaggio davvero particolare, adoro questo genere di
villain macchinosi. E' mosso da invidia perché Cassio è stato promosso da Otello ma, soprattutto, è mosso dalla gelosia per il sospetto che il Moro abbia avuto un flirt con la sua Emilia, rendendolo quindi cornuto.
Shakespeare sfrutta la gelosia per un dramma e non per una commedia e, quindi, l'esito non potrà che essere tragico.
Tutta l'opera si sviluppa fra opposti: Otello e Iago in primis, ma anche amore e odio, fedeltà e infedeltà, onestà e slealtà, detto e non detto, verità e falsità, bianco e nero (inteso a livello razziale).
Iago dissimula le proprie intenzioni traendo in inganno proprio tutti, neanche la moglie riesce a vedere le sue macchinazioni. Il suo linguaggio, terra terra e spesso volgare (in aperta contrapposizione rispetto a quello di Otello e del "cortese" Cassio), è all'inizio sfuggente e infarcito di pause, mezze insinuazioni, negazioni su ciò che vuole affermare e affermazioni su ciò che vuole negare; diventa poi veloce, pieno di menzogne e bugie, salvo poi arrestarsi alla fine quando non c'è più niente da dire dal momento che tutte le falsità sono crollate. E' serpentino, si insinua in Otello e, man mano, le sue parole false assumono corpo, alimentano dubbi e sospetti che altrimenti il Moro non avrebbe affatto. Fa così anche con Roderigo e con Cassio, riuscendo perfettamente nel suo obiettivo. Iago è un abilissimo manipolatore, un intelligente bugiardo che sa recitare perfettamente la sua parte, non a caso fino alla fine viene sempre etichettato dagli altri come "onesto".
Nel corso del dramma, assistiamo a una sorta di imbarbarimento di Otello: all'inizio viene presentato come nobile, senza macchia e senza paura, con idee e linguaggio "alti"; poi, invece, diventa corrotto sia nella mente e sia nella parola (c'è una scena in cui parla a Emilia e a Desdemona usando parole volgari e insinuazioni che ci aspetteremmo da Iago e non dal Moro), inizia a fare discorsi senza capo né coda perché la gelosia gli ha mandato in tilt il cervello e, alla fine, si mostra indegno di poter essere reputato un uomo civilizzato.
L'involuzione è anche in Desdemona: riesce a difendersi e a far valere le sue idee di fronte al padre all'inizio del dramma, mentre poi si trasforma in una bambina incapace di fare alcunché quando Otello la accusa di tradimento.
Tutti gli altri personaggi minori esistono solo perché "servono" ai fini della trama, ma vorrei spendere due parole su Emilia. La moglie di Iago, come ho già scritto, non si accorge né pensa che il marito possa arrivare a tanto perché non conosce la sua vera natura e, infatti, non capisce perché le chieda ripetutamente il fazzoletto di Desdemona. Tuttavia, è il primo personaggio che intuisce rapidamente che c'è un intrigo ai danni della sua padrona, cerca di salvarla in più modi e spetterà poi a lei svelare l'imbroglio. Shakespeare riesce perfettamente a farci immedesimare in Emilia nella scena in cui domanda di continuo al Moro "Mio marito?": è il momento in cui le cade il velo e si rende conto di tutto, ma allo stesso tempo è talmente incredula che fa più volte la domanda perché deve metabolizzare la risposta. Infine, Emilia è anche l'unico personaggio che ha una visione normale della donna: né angelo né meretrice.
Otello è senz'altro il dramma della gelosia, ma quella instillata senza alcuna base, solo tramite sospetti ed insinuazioni che danno voce alle paure rendendole letali.
Due citazioni, prese dall'atto terzo, scena terza.
IAGO: Il buon nome, signore,
è caro sia all'uomo che alla donna;
è la gemma più preziosa dell'anima.
Chi mi ruba la borsa, ruba robaccia,
qualcosa che vale poco o anche nulla,
che era mia, ora è sua, è appartenuta
a migliaia. Ma chi mi toglie il buon nome
mi ruba ciò che altrui non arricchisce
e rende me ben povero.
e poi, ovviamente...
IAGO: Ah, guardatevi dalla gelosia,
il mostro dagli occhi verdi che irride
il cibo di cui si nutre.