Ok, tutto questo viaggio è stato una goliardata con qualche attimo di serietà. Avevo visto il film quando ero ancora al principio del libro, lì Ernesto è stato dipinto quasi come il bravo ragazzo che cerca di mettere un freno all'amico scapestrato, e invece! Ho trovato la visione di Ernesto abbastanza occidentale, difatti lui era di buona famiglia e descrive come l'Argentina fosse vista da molti come un paese prospero dove emigrare. Questo succede ancora oggi: ho conosciuto diverse donne boliviane che hanno vissuto molti anni in Argentina o Brasile con il marito o sole lavorando nel settore tessile per guadagnare, poi sono tornate in Bolivia con abbastanza soldi per potersi costruire una casetta mattone su mattone. Molti argentini, come Ernesto, sono abbastanza boriosi e convinti di questa superiorità, tanto che lui in una scena spiega a degli indigeni come vengono trattati bene a differenza del Perù.
"Venivamo nientemento che dall'Argentina [...] dove non si sfruttano gli indios, né li si tratta con durezza come avviene in queste terre".
Qui mi sono stupita perché in verità l'Argentina è un paese che ha fatto molto per darsi un'aria europea ed emarginare indigeni e neri, mi sono stupita che lui non ne sapesse nulla.
Mi è piaciuta molto la parte del viaggio in Perù perché mi ha ricordato il mio in Bolivia, a un certo punto quando arrivano a Tarata ho pure esclamato "ci sono stata!" e invece ce n'è una anche in Perù. Posso dire che la situazione degli indigeni è ora differente, si stanno riscattando, stanno riscoprendo il valore delle lingue come quechua e aymara, dei vestiti tipici, delle tradizioni, anche se il razzismo non è certo debellato. Tanto che dopo il presunto colpo di stato in Bolivia del 2019 contro Morales, il presidente di etnia quechua, ci sono stati eventi di violenza e uccisione di indigeni anche da parte della polizia. Più le donne che gli uomini mi sembrano legate alle tradizioni, moltissime, di ogni età e ceto sociale, vestono gli abiti da
cholas.
Resta anche il fatto che la maggior parte degli appartenenti a ceti sociali elevati e alla classe dirigente sono bianchi.
Le miniere restano, come sempre e ovunque, con condizioni pessime per i lavoratori e per l'ambiente, che causano divisioni tra le stesse persone che vogliono proteggere la loro terra, l'agricoltura, la salute, l'allevamento, e quelle, a volte anche della stessa famiglia, che ci vedono il progresso e gradiscono un guadagno che gli permetta di non vivere di agricoltura di sussistenza.
Del mio viaggio ho ritrovato il sincretismo religioso, in cui come dice Ernesto il cattolicesimo è solo di facciata, le fatiche e il mal di testa per l'altitudine (pure con l'asma deve essere terribile), il culto della Pachamama e del Padre Sole, Tata Inti, il carattere degli andini, Il saporito mais mote; l'erosione descritta benissimo, la prima cosa che si nota arrivando sulle Ande, e che in certe zone come vicino a La Paz, descritte anche nel romanzo, dà vita a forme particolarissime (in fondo nella foto)
le strade a precipizio da brividi, la comunità nera di discendenti degli schiavi (in Bolivia ancora emarginati), i paesaggi
A leggere nell'ultima parte della situazione tesa in Colombia non ho potuto non pensare alla terribile situazione politica attuale, non solo di Colombia ma anche Venezuela e Nicaragua, e forse anche altre di cui non sono aggiornata. L'illuminazione del Che sulla sua missione di vita non è alla fine così illuminante come mi aspettavo, lui stesso in un punto accenna a come probabilmente sia una visione non molto realistica, di divisione tra il popolo e i potenti, ispirato da qualche personaggio che incontra nel suo viaggio. In certi punti ho provato abbastanza antipatia nei confronti di questi due che approfittano dell'ospitalità dei più poveri non perché non abbiano avuto la possibilità di portarsi dei soldi ma per il gusto del viaggio all'avventura, per ripudiare il tipo di viaggio borghese, però allo stesso tempo rubacchiando, raccontando un sacco di balle e approfittando del titolo di dottori (tra l'altro non posseduto) e delle raccomandazioni. Non so, non li ho percepiti molto fedeli alla causa del popolo, e nemmeno rispettosi per le persone che incontrano, eccetto il caso dei due minatori comunisti. Si prendono un po' gioco di tutti. Forse Ernesto è stato un po' raddrizzato dal periodo a Miami in cui deve aver davvero sofferto, sicuramente non ha trovato la cordialità e la possibilità di scrocco incontrate nei paesi attraversati in precedenza!